Cannavaro "escluso" dalla storia del Napoli. Paolo avrebbe meritato più riconoscenza

Paolo Cannavaro
Paolo Cannavaro / Giuseppe Bellini/Getty Images
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Paolo Cannavaro, ex capitano del Napoli, attraverso il suo profilo ufficiale Instagram, ha espresso la propria delusione in merito alla esclusione del suo volto dal murales che è stato presentato nei giorni scorsi nel capoluogo campano, dove sono stati raffigurati tutti coloro che hanno fatto la storia della società azzurra fino ad oggi. Questo il messaggio del fratello del grande Fabio: "Forse 278 presenze con la maglia azzurra, riportare la squadra del cuore da anni bui ad anni splendenti, vincere un trofeo dopo 22 anni di astinenza, oppure essere capitano del Napoli per tanti anni, non sono motivi validi per essere semplicemente raffigurato su un pezzo dei 130 pannelli a disposizione in una stazione metro, tra l'altro a pochi passi da casa mia.
Sono dispiaciuto per chi si dispiace al posto mio, per chi mi contatta da giorni e si meraviglia della mia assenza".

Paolo Cannavaro avrebbe sicuramente meritato maggiore considerazione perché, a differenza di altri, ha dimostrato di amare davvero Napoli. L'ex difensore lasciò la Serie A per approdare nella squadra del suo cuore. All'epoca gli azzurri erano in Serie B. Paolo però non seppe dire di no a De Laurentiis: "Quando il Napoli chiama, io corro".

Paolo Cannavaro
Paolo Cannavaro / Giuseppe Bellini/Getty Images

Paolo Cannavaro, così come è capitato anche ad altri napoletani, l'ultimo dei quali Lorenzo Insigne, ha ricevuto anche i fischi del San Paolo. Il popolo partenopeo è estremamente passionale. Dà infinito amore alla squadra, ma pretende anche il massimo. Paolo Cannavaro era il capitano. Dai napoletani, poi, il pubblico pretende ancora di più. L'ex difensore scrisse una lettera alla sua gente dopo i fischi ricevuti in occasione della gara col Torino: "Quando sono tornato a Napoli, non solo ho sposato un progetto, ma ho coronato un sogno e abbracciato la mia più grande ambizione: vincere con la squadra del mio cuore. Porto ancora oggi addosso i brividi sentiti nel giorno della promozione in Serie A. E proprio nella gioia di quei momenti indimenticabili ho capito ancor di più che per me questa non è una semplice maglia, ma una seconda pelle".

Paolo Cannavaro, con il tempo, è riuscito a farsi apprezzare pienamente dalla sua gente. Era il pilastro della difesa a tre di Walter Mazzarri. Lui, Aronica e Campagnaro non erano dei top player, ma davano l'anima in campo. La retroguardia azzurra è stata per anni una delle migliori dell'intero campionato. Fu uno dei protagonisti della vittoria di un trofeo, la Coppa Italia, che i partenopei non vincevano da 22 anni. Fece bene anche in Champions League. Se il Napoli è arrivato a grandi livelli lo deve anche a calciatori come Cannavaro. Paolo avrebbe meritato certamente una maggiore riconoscenza.


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