Calvano: "Juventus, Sarri ingaggiato dopo tanti no. Lazio super, ma sfortunata"
Giuseppe Calvano, giornalista di Unfolding Roma e speaker di Radio Stonata, ha rilasciato alcune dichiarazioni a 90min Italia toccando diversi argomenti: dalla Juventus alla Lazio passando per l'Inter di mister Antonio Conte. Ecco le sue parole:
Il campionato ha avuto l'esito più prevedibile: la vittoria della Juventus
"Titolo meritato, ovviamente, forse più per la scarsità dei concorrenti che per la forza dimostrata sul campo. La Juventus del nono scudetto sarà ricordata anche per le sconfitte subite, troppe, per una corazzata come la squadra torinese. Tanti dubbi, Ronaldo e Dybala possono giocare insieme? Higuain messo troppo frettolosamente sul mercato nella scorsa sessione senza riuscire nell’intento di venderlo non ha reso nemmeno al 50%, Costa è un campione o no? Poi, la difesa, senza Chiellini ha mostrato parecchie falle, ma con tutte queste negatività comunque lo scudetto è stato portato a casa, alla fine conta il risultato e sull'almanacco, ancora una volta, la nona, c’è scritto Juventus".
Sarri viene spesso messo sulla graticola
"I dirigenti della Vecchia Signora non diranno mai se sono contenti della scelta fatta l’estate scorsa, questo è poco ma sicuro. Sarri era stato preso dopo parecchi no di altri allenatori e la scelta era stata argomentata dicendo che si voleva un calcio nuovo, diverso dal precedente. Diciamo che si è visto poco del calcio Sarriano osservato altrove, ma lo scudetto è arrivato e in Champions la Juventus è ancora in corsa, ci sono due sconfitte che a Torino sicuramente non hanno digerito, Supercoppa contro la Lazio e finale di Coppa Italia con il Napoli. La permanenza di Sarri alla Juventus per me è a rischio, lo vado dicendo da prima del Covid, prima dello stop per la pandemia. Non ha lo stile Juventus, nemmeno ci prova e questo forse dimostra che è uomo vero, ma a quelle latitudini conta poco essere uomini di personalità, alla Juventus da sempre conta la vittoria, se arrivi secondo è come arrivare ultimi. Mi chiedo da un po' di tempo: se al posto di Agnelli ci fossero stati i Boniperti o i Moggi, Sarri avrebbe mai indossato la maglia bianconera come allenatore?".
Come è stato il primo anno di Conte all'Inter?
"Mi aspettavo quello che poi è veramente accaduto, all’Inter comandano in tanti, troppi, da sempre. Conte è un accentratore e uno che fa scelte, giuste o sbagliate facendo spendere alle società in cui allena una marea di soldi. È un compromesso che non andrà mai in porto a meno che si trovi l’anno miracoloso come accadde con Mourinho anche se con la mediocrità del campionato italiano il secondo posto viene quasi automatico con la rosa della squadra milanese, almeno sulla carta".
Veniamo ora alla "tua" Lazio. Poteva fare qualcosa di più oppure la qualificazione in Champions rappresenta comunque un traguardo importante?
"La Lazio è stata sfortunata, diciamolo chiaramente. Dopo una partenza non proprio brillante, nel miglior momento della risalita fino ad arrivare a un punto dalla Juventus è arrivato lo stop per il Covid. Durante la sosta forzata non si è fatto altro che caricare a pallettoni la squadra di Inzaghi, anche giustamente visto i risultati inanellati da novembre al 21 febbraio, tutti avevano ben fissata nella mente le prestazioni della squadra di Inzaghi, vittorie su Juventus e Inter su tutte. Per di più, nella continuazione normale della stagione, i biancocelesti avrebbero avuto il vantaggio enorme di giocare una volta a settimana non essendo impegnati nelle coppe come invece la Juventus, l’Inter e l’Atalanta. Invece tutti i piani sono saltati e gli infortuni a catena nella ripartenza ne hanno dimezzato le forze sia fisiche che psichiche".
Una squadra fortissima negli 11, meno nella rosa completa
"La Lazio con gli undici titolari vale le prime tre, nella rosa è indietro a molte squadre della Serie A. Starà ora a Tare o a Lotito non vendere i migliori e cercare di rinforzare l’organico visto che la prossima stagione oltre che confermarsi in campionato la Lazio dovrà disputare la Champions. Un grave errore sarebbe non rinforzare questa squadra, un gruppo che Simone Inzaghi ha saputo creare isolando i suoi ragazzi da tutto e da tutti, quando si vinceva e nelle sconfitte dopo il Covid, un tecnico che l’anno passato si pensava che avesse chiuso il suo ciclo a Roma e che, invece, ha saputo rimettersi in gioco con i suoi giocatori avendo di conseguenza risposte incredibili in campo, Immobile su tutti".
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