Il calcio si fa "sociale": dal Coronavirus a Black Lives Matter, che cosa può un pallone?
Qualcuno, a questo punto dell'anno 2020, è ragionevolmente portato a pensare che questa stagione (non intesa come calcistica, ma come umana) abbia in sé dei tratti speciali. Capita talvolta nella storia che un insieme di fattori concorra a costruire un senso differente, mettendoci di fronte a temi urgenti, gravi e per questo potenti. All'emergenza mondiale legata al Coronavirus, una pandemia dalle conseguenze enormi pressoché in ogni settore, è andata ad aggiungersi un'altra questione dalla chiara impronta sociale: Black Lives Matter.
Il tema del razzismo è tornato con prepotenza attuale anche a livello mediatico, questioni che suonano terribilmente anacronistiche e lontane si riaffacciano, proprio adesso. Il calcio ha un ruolo in tutto questo? Può averne uno? Simbolicamente sì, eccome. Attirano certo l'attenzione le maglie delle squadre di Premier League che, alla ripartenza del campionato inglese, hanno impressa la scritta Black Lives Matter al posto del nome dei calciatori. Giocatori che, in ginocchio, hanno manifestato vicinanza a chi subisce poiché diverso, a chi muore nel silenzio.
Scelte d'impatto, sicuramente, col rischio che tutto però venga assorbito dalla cultura dell'hashtag, dello slogan fuggevole e di breve durata. Eppure restano degli esempi, disseminati se si presta attenzione, che fanno capire come il pallone possa avere un peso effettivo e non solo di superficie. La storia di Marcus Rashford e della sua opera di pressione sul Governo inglese è emblematica, esemplare nella sua forza: l'attaccante dello United si è mosso con decisione contestando l'eliminazione del "food voucher" gratuito nelle scuole, ha raccolto consensi e ha fatto da amplificatore a istanze sociali da lui vissute in prima persona, in passato. E, soprattutto, ha raggiunto l'obiettivo concreto.
Un calciatore consapevole del proprio ruolo può fare la differenza: “è solo un giovane fortunato che corre su un campo”, dicono in tanti, ma ha a disposizione strumenti tali da poter smuovere situazioni altrimenti lontane anni luce da noi comuni mortali, inaccessibili. Potenzialmente, dunque, un calciatore può spostare l'attenzione su un tema, può farne una bandiera, renderlo ancor più presente: un potere non di poco conto, da sfruttare con attenzione e consapevolezza sempre maggiori.
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