LA Bari e la "meravigliosa" stagione fallimentare

Storia del fallimento del Bari
Storia del fallimento del Bari / 90min Italia
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Chi ha la fortuna di nascere a Bari, tifa automaticamente per LA Bari e badate bene che solo i veri tifosi possono chiamare così la squadra biancorossa, per gli altri è solo "il Bari". Chi vive a Bari è abituato a subire le delusioni della vita, ma trova sempre un modo di andare avanti. I baresi sono un popolo di pescatori, è gente che vive sull'Adriatico. Quindi sanno bene che, dopo una tempesta, il mare diventa sempre calmo.

Quella biancorossa è stata una delle squadre che è stata promossa ed è retrocessa il maggior numero di volte. C'è stato un periodo in cui il Bari si alternava regolarmente tra Serie A e Serie B, talvolta anche C. Quindi, scendere di categoria non è più un problema per i Galletti, ci sono abituati.

Tuttavia, quel 16 luglio del 2018 neanche il tifoso più sfegatato è riuscito a trattenere le lacrime. Alle 18:00 la società annuncia infatti il fallimento della società e, dopo 110 anni di storia, il Bari si ritrovava senza una squadra, senza un allenatore, senza un presidente e senza una categoria in cui giocare.

Il 2018 è stato però il culmine di un lungo periodo di crisi inaugurato addirittura 7 anni prima. Nel 2011, i Galletti militano in Serie A e, sotto la sapiente guida di Gian Piero Ventura (dirlo ora fa un po' ridere), mostrano un calcio scoppiettante e propositivo. Inoltre, l'annuncio dell'addio di Vincenzo Matarrese dalla presidenza manda letteralmente in visibilio gran parte della tifoseria. Tuttavia, in molti erano ignari che quello sarebbe stato l'inizio della fine.

AS Bari Chairman, Vincenzo Matarrese, ar...
Vincenzo Matarrese / ANDREAS SOLARO/GettyImages

L'addio di Matarrese e i debiti

Per chi non lo sapesse, i Matarrese sono stati alla guida del club per quasi 30 anni; era una famiglia di costruttori baresi e tifosi del Bari, di quelle presidenze che non si vedono più ormai da tempo. Nel corso del loro mandato hanno fatto fronte ai problemi finanziari del club sborsando i soldi necessari direttamente dai loro portafogli, ma intorno agli inizi del nuovo millennio la crisi ha iniziato a farsi sentire anche per loro. Così, Vincenzo Matarrese ha smesso di investire sulla squadra, precludendo la possibilità di realizzare un progetto stabile e a lungo termine.

Pertanto, la notizia dell'addio dei Matarrese rende molti biancorossi felici. Dopo un biennio con le cinghie tirate e con un debito di 30 milioni di euro, nel 2014 la società si rivolge al tribunale del capoluogo pugliese per avviare procedura di auto-fallimento. Se non verrà trovato un nuovo proprietario, il Bari scomparirà. La fine sembra vicina.

Come abbiamo detto prima, i baresi non si fanno abbattere così facilmente e cercano di aiutare la propria squadra del cuore in una maniera del tutto originale. I tifosi iniziano infatti a postare sui social alcuni loro selfie mentre reggono un cartello o un foglio di carta sul quale c'è scritto "Comprate la Bari". Un appello, una preghiera, un grido d'aiuto di chi non vuole vedere i propri colori sbiadirsi definitivamente.

In quella stagione, i botteghini registrano un boom nella vendita dei biglietti. Anche chi di calcio non si è mai interessato decide di andare allo stadio pur di dare un piccolo contributo alla squadra della sua città. Bari è il Bari, se muore uno, muore pure l'altro. Il San Nicola è gremito di gente, i tifosi saltano e cantano come se nulla fosse, come se la loro squadra non fosse prossima al fallimento.

L'amore della tifoseria riesce a colpire anche i giocatori. Nessuno di loro percepisce uno stipendio da mesi, ma anziché rifiutarsi di scendere in campo o chiedere la rescissione, decidono di far fronte comune e di metterci tutta la loro anima per la maglia biancorossa.

Nel frattempo, arrivano notizie sul fronte giudiziario. Il Football Club Bari 1908 rappresentato da Gianluca Paparesta vince l'asta fallimentare e l'ex arbitro barese diventa il nuovo proprietario del club. I tifosi possono tirare un sospiro di sollievo, il Bari è salvo.

Arriva Paparesta ma i problemi economici rimangono

Al termine della regular season, i ragazzi di Alberti si posizionano settimi, guadagnandosi un pass per i playoff. Tutto l'ambiente ci crede: con una società solida alle spalle, una squadra di qualità e la miglior tifoseria del campionato, la Serie A è più di un sogno. Tuttavia, dopo aver battuto 3-0 il Crotone nel turno preliminare, i biancorossi vengono eliminati dal Latina in semifinale. I pontini non vincono nessuna delle due gare: sia all'andata sia al ritorno finisce in pareggio, ma il miglior posizionamento in classifica premia i nerazzurri che passano il turno.

Per i tifosi del Bari è una batosta, il loro sogno si è infranto.

Purtroppo però (a volte) nella vita piove sul bagnato.

Nel 2016, la società biancorossa è nuovamente a corto di finanze e Paparesta chiede ai soci una ricapitalizzazione. L'unico a rispondere all'appello è Cosmo Giancaspro, un azionario di minoranza del quale nessuno sa nulla. Certo, si sa che è di Molfetta, ma di cosa si occupi esattamente non è dato saperlo.

I nuovi soldi immessi da Giancaspro non bastano, così la società è costretta a cedere i suoi talenti migliori. Nel febbraio 2017, parte anche il giocatore più interessante della rosa, un giovane barese cresciuto nel vivaio: Gaetano Castrovilli lascia Bari, dopo che la Fiorentina versa 1,9 milioni di euro per il suo cartellino.

L'escalation di difficoltà appare ormai incontrollabile. I Galletti passano un paio di anni anonimi in Serie B e il 16 luglio 2018 non vengono ammessi al nuovo campionato. I 12 milioni di buco non vengono coperti da una nuova ricapitalizzazione e Giancaspro è costretto a trovare altri acquirenti.

Tuttavia, nessuno sembra voler rilevare la società. Si fa avanti Andrea Radrizzani, ma l'attuale presidente del Leeds United desiste a causa dei problemi finanziari fin troppo gravi. Ogni investitore sa bene che, economicamente parlando, conviene prima lasciare che il Bari fallisca e poi avanzare un'offerta.

La nuova vita del Bari dopo il fallimento

Così dopo 110 anni di storia la Bari fallisce. L'umore dei tifosi è a terra, ma quando si tocca il fondo si può solo risalire. Il titolo sportivo viene infatti consegnato alla Filmauro SRL di Aurelio De Laurentiis. Il fatto che a prendere le redini della squadra sia stato il patron del Napoli crea subito grandi speranze in tutta la città.

Il club si avvale di una legge della FIGC che gli permette di ripartire dalla Serie D in virtù della sua forte tradizione e, grazie al nuovo presidente Luigi De Laurentiis che mette in piedi una squadra competitiva, riesce a tornare in C già nel 2019.

Negli ultimi due anni, il Bari è andato vicinissimo al ritorno in cadetteria, ma il sogno si è frantumato nelle fasi finali dei playoff. Nonostante ciò, i tifosi baresi sono ancora fiduciosi: dopo una tempesta, il mare diventa sempre calmo.


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