L'autogol della UEFA: vincono le dissidenti, perdono i club in fuga dalla Superlega?
“A seguito dell’apertura di un procedimento disciplinare contro FC Barcelona, Juventus FC e Real Madrid CF per una potenziale violazione del quadro normativo UEFA in relazione al progetto della cosiddetta “Superlega”, la Commissione di Appello UEFA ha deciso di sospendere il procedimento fino a nuovo avviso”.
Attraverso questo comunicato, l'UEFA ha temporaneamente sospeso qualsiasi forma di provvedimento contro Barcellona, Real Madrid e Juventus, le uniche 3 squadre a non aver ancora oggi abbandonato la Superlega. Per rinfrescarvi un po' la memoria: nella notte tra il 18 e il 19 aprile 2021, Manchester United, Manchester City, Arsenal, Chelsea, Liverpool, Tottenham, Inter, Milan, Juventus, Real Madrid, Atletico Madrid e Barcellona annunciano sui propri canali la nascita di una nuova competizione europea, separandosi ufficialmente dalla UEFA. L'obiettivo dichiarato è quello di rinnovare il sistema calcistico per salvarlo dal completo default economico.
La ribellione, le fughe e le conseguenze post Superlega
Il mondo del calcio è scosso. Le proteste arrivano prima sulle piazze digitali - Twitter, Facebook e Instagram - salvo poi spostarsi su quelle reali. In Inghilterra i tifosi manifestano contro una competizione anti-meritocratica che va contro i principi di competizione dello sport e arrivano perfino a inscenare un funerale al calcio. Allenatori, ex calciatori e altri addetti ai lavori esortano i club coinvolti a fare marcia indietro; i presidenti di PSG e Bayern Monaco hanno spiegato che hanno deciso di non aderire all'iniziativa per restare fedeli ai propri tifosi. Nel frattempo, UEFA e FIFA dichiarano fuorilegge la Superlega.
Il punto di rottura è il 2 maggio. Quando gli hooligans dello United invadono Old Trafford e impediscono ai Red Devils di giocare contro il Liverpool, facendo rinviare la gara. Di lì a poco, le Big Six annunciano la volontà di voler abbandonare il progetto ancor prima della sua nascita. I proprietari di Arsenal e Liverpool arrivano perfino a chiedere umilmente scusa ai propri tifosi per quanto successo.
Nell'arco di pochi giorni, anche Inter, Milan e Atletico Madrid lasciano la nave che sembra affondare. I superstiti della ribellione sono Juventus, Real Madrid e Barcellona. Ma col passare del tempo nessuno parla più di Superlega.
Negli ultimi giorni però la notizia torna agli ordini della cronaca. Infatti - oltre alla punizione della UEFA (multa e decurtazione sono arrivate le punizioni per le Big Six inglesi per aver partecipato al progetto, comminando una multa di 20 milioni di sterline in totale (circa 3.5mln a testa). Come se non bastasse, va aggiunta un'altra sanzione milionaria e la minaccia di una penalizzazione di 30 punti in classifica da infliggere in caso di recidività.
A prima vista niente di strano. La Federcalcio europea sta semplicemente punendo i colpevoli. Tuttavia, nella giornata di ieri è arrivata la nota attraverso la quale la stessa UEFA interrompeva qualsiasi provvedimento contro le 3 squadre rimaste nella Superlega. Come riporta Calcio e Finanza, nei giorni scorsi UEFA e FIFA avrebbero ricevuto una notifica ufficiale dal Ministero di Giustizia svizzero che impedirebbe alle federazioni di emettere sanzioni contro i club “ribelli”. In altre parole, Juventus, Real e Barcellona non hanno fatto niente di illegale e punirle sarebbe un reato.
Nei giorni scorsi, Aleksander Ceferin aveva manifestato la propria intenzione di estromettere le tre squadre dalla prossima Champions League. Ma a quanto pare questo non sarebbe nei suoi poteri. Tanto che il giornalista sportivo del New York Times Tariq Panja sul suo account Twitter rivela che Ceferin poteva perfino essere arrestato per quanto detto.
La UEFA ha perso su tutti i fronti sulla vicenda SuperLega?
Non è questo il luogo per discutere sulla liceità della Superlega, se questa sia un modo per monopolizzare il calcio o se sia la novità di cui il sistema ha bisogno. Quel che è certo è che la vicenda ha mostrato le debolezze dell'UEFA. La Federazione di Ceferin ha fatto la voce grossa con le Big Six inglesi, le prime ad essersi pentite e ad aver chiesto scusa per l'errore commesso; e ha perso il braccio di ferro contro Andrea Agnelli e Florentino Perez, gli unici a credere ancora fortemente nella Superlega. A questo punto, viene da chiedersi cosa sarebbe successo qualora nessun club si fosse mostrato deciso a dire addio al progetto anzitempo.
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