Perché l'assegnazione dei diritti TV a DAZN è una svolta epocale in Italia

Diletta Leotta
Diletta Leotta / Alessandro Sabattini/Getty Images
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Da tempo tiene banco la questione dell'assegnazione dei diritti TV per trasmettere la Serie A nel triennio 2021-2024. Di ieri la notizia del successo di DAZN, che si è aggiudicata l'esclusiva su sette partite settimanali del massimo campionato italiano, con Sky che stando così le cose dovrebbe accontentarsi di tre match trasmessi "in coabitazione" con la piattaforma streaming. L'emittente satellitare promette battaglia, valutando il ricorso a causa del ruolo di Tim nell'offerta, ma al momento si prospetta una svolta che non è eccessivo definire storica nel panorama italiano.

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Un operatore segue la Serie A / Alessandro Sabattini/Getty Images

Ma perché il passaggio dell'esclusiva a DAZN è così rivoluzionario? Le ragioni da prendere in considerazione sono molteplici e toccano aspetti prettamente televisivi ma anche prospettive di innovazione e crescita tecnologica del Paese, in un momento a dir poco delicato. Come dato, per capire l'entità della questione, basti solo pensare al fatto che Sky si trova ad abdicare dopo quasi 30 anni di dominio, riferendosi anche a Tele+ prima dell'avvento della stessa Sky nel 2003. Una storia fatta di momenti da ricordare, di personaggi entrati nell'immaginario collettivo, in sostanza un punto di riferimento abituale nella quotidianità (e nel weekend calcistico) di milioni di italiani. L'impatto, dunque, ha un peso persino culturale, che tocca le abitudini del tifoso e dell'appassionato e, in qualche modo, lo conduce a un cambiamento.

Il discorso tocca anche il piano televisivo, rendendosi emblematico di un cambiamento di prospettiva: il panorama si fa sempre più frammentato e interattivo, lo streaming si avvia ad occupare un ruolo primario e non più "alternativo", anche in tal senso le abitudini degli spettatori sono destinate a plasmarsi. Il Italia tale passaggio non è banale, il nostro Paese presenta infatti un legame forte e radicato coi media tradizionali, si pensi anche al peso dei quotidiani e delle radio, e in particolare al ruolo dello streaming e della fruizione on demand del "prodotto calcio", novità che fin qui stentano a imporsi rispetto a quanto successo in altre realtà.

Diletta Leotta
DAZN / Jonathan Moscrop/Getty Images

Una problematica che, difficile negarlo, si collega anche a fattori di natura prettamente tecnologica: tutti ricorderanno le difficoltà iniziali di DAZN nello streaming delle partite, con tanto di ironia sul web, e adesso si presuppone un ulteriore salto di qualità che non potrà svincolarsi da un percorso di digitalizzazione del Paese, con la diffusione della banda larga e la sinergia strategica con Tim. Un cambio di rotta ambizioso su diversi fronti, dunque, che rompe una continuità per certi versi storica e appare destinato a cambiare le abitudini dei tifosi e degli spettatori.


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