Adrian Bernabé attraverso i suoi gol
Il Parma corre verso la Serie A. Ha accelerato con il particolare Boxing Day del 26 dicembre allungando a 6 i punti di vantaggio sul Venezia al secondo posto in classifica. La squadra di Fabio Pecchia gira meravigliosamente, con una media di 2 gol a partita segnati e meno di uno subito; ha finora perso soltanto due gare ed è ancora imbattuta al Tardini. Non ha, attualmente, il miglior marcatore del campionato. Dennis Man insegue a quota 8, poi c'è Benedyczak a 7 e infine il trequartista rivelazione della Serie B Adrian Bernabé, che già conta 5 gol e 3 assist.
Lo spagnolo non è una novità del campionato cadetto. A Parma è arrivato nel 2021, esordendo soltanto nel 2022 a causa di un'operazione per un problema cardiaco che l'aveva tenuto fuori circa 6 mesi. Nella passata stagione il tecnico Fabio Pecchia lo utilizzava in una posizione più arretrata, da regista o mezz'ala in una squadra in cui pesava la presenza del Mudo Franco Vazquez.
Con l'addio dell'argentino lui ne ha ereditato posizione e peso in campo. Ha riattirato l'interesse apparentemente sfumato delle principali big italiane. In questi giorni si parla di Milan e Juventus sullo spagnolo. Qui, quasi due anni fa ricordavamo il suo approccio al Manchester City e la conoscenza di Enzo Maresca, oggi allenatore del Leicester in Championship.
I gol
Ne ha segnati 12 in totale con il Parma, fornendo 9 assist. Numeri che andranno aggiornati. La metà delle reti e un terzo dei servizi per i compagni sono arrivati negli ultimi 4 mesi, in cui crociati e spagnolo hanno alzato ancora il livello. Hanno acceso i riflettori.
Tutti con il mancino, tre da fuori area di cui uno su punizione. Proviamo a raccontarli nel dettaglio.
Partiamo dall'ultimo. A Brescia il Parma vola ed è il maestro spagnolo a regalare un Santo Stefano sereno ai suoi tifosi. Il gioco a due sulla bandierina è probabilmente una distrazione per liberare Bernabé al limite; il diversivo riesce e quei metri lasciati dagli avversari per controllare e sparare il mancino sono troppi. Poi che la conclusione si insacchi all'incrocio del palo più complicato con quella violenza dipende dalle evidenti qualità balistiche dello spagnolo.
Contro la Ternana segna un tap-in facile che non vale la pena riapprezzare. È da guardare in loop invece l'assist geniale per il collega Dennis Man. L'idea a volte supera i problemi della vista. Tacco perfetto senza guardare dentro l'area di rigore.
Il Parma è andato vicinissimo ad eliminare la Fiorentina agli Ottavi di Finale di Coppa Italia portandosi di due reti in vantaggio al Franchi per poi cadere nel recupero dei 90 e successivamente ai calci di rigore. Adrian Bernabé l'aveva sbloccata così. Una conduzione devastante per decine di metri, un assist non trasformato in gol e la palla che gli torna al limite dell'area. Bernabé, caduto in un contrasto, si rialza e la spara sotto la traversa, scheggiando proprio il legno superiore.
Su questa punizione c'è poco da aggiungere (è la terza che segna da quando è a Parma).
Qui un calcio maturo con il mancino, una traiettoria chiusa per impedire al portiere di scendere in tempo.
E l'ultimo (che seguendo un ordine cronologico sarebbe il primo di questa stagione) è anche quello che potrebbe rappresentarlo maggiormente. Nella prima con il 10 sulle spalle Bernabé gestisce la pressione a ridosso dell'area di rigore allargando per il compagno; poi, al momento perfetto, scatta per ricevere il classico pase de la muerte e con il suo mancino preciso trova un diagonale che si infila all'angolino tra tante gambe avversarie.
La capacità di inventare traiettorie, un mancino che calcia forte e quella tendenza a pensare che forse per alcuni calciatori non c'è tanta differenza tra Serie B e Serie A. Messias ieri, Gudmundsson oggi, Bernabé domani? Se dovesse continuare su questi ritmi, uno con il suo sinistro non si potrebbe davvero ignorare.