Coronavirus, polemica Nord-Sud: bisogna dire basta! L'esempio migliore arriva dal calcio

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​Il Professor Massimo Galli, direttore e responsabile Malattie infettive dell’ospedale Luigi Sacco di Milano ha attaccato, ai microfoni di Rai 3, il collega Paolo Ascierto, oncologo campano e ricercatore dell'ospedale Pascale di Napoli che porta la firma del protocollo ufficiale di sperimentazione del Tocilizumab: "Non facciamoci sempre riconoscere. La sperimentazione del Tocilizumab era già in atto da tempo in Cina e il primo ad usarlo qui è stato il dottor Rizzi a Bergamo. Prendetevi pure i meriti ma non fate quelli che tolgono a Cesare quel che è di Cesare e ai cinesi quel che è dei cinesi. Hanno cominciato loro e li abbiamo seguiti noi, stop! Il protocollo approvato dall'Aifa è vostro, peccato però che lo stesso protocollo era già applicato da tempo in almeno dodici ospedali. Non esageriamo a fare provincialismo perché è intollerabile". 

Il dottor Ascierto ha replicato  su Facebook: "In un momento di emergenza come questo, tengo a precisare che il lavoro di brain storming fatto con il dr Franco Buonaguro e le giovani oncologhe Claudia Trojaniello e Maria Grazia Vitale, la discussione “cruciale” fatta con il dr Ming, la professionalità dei dr Montesarchio, Punzi, Parrella, Fraganza e Atripaldi dell’Ospedale dei Colli, il supporto dei nostri Direttori Generali Bianchi e Di Mauro e del nostro Direttore Scientifico Dr Botti, sono tutti elementi che ci hanno portato sabato 7 marzo ad incominciare a trattare i primi pazienti al Cotugno di Napoli. Non ci risulta che qualcuno lo stesse facendo in contemporanea e saperlo ci avrebbe peraltro aiutato. In questa fase, non è importante il primato. Quello che abbiamo fatto è comunicarlo a tutti affinché TUTTI fossero in grado di poterlo utilizzare, in un momento di grande difficoltà. Non solo. Grazie alla grande professionalità del dr Franco Perrone del Pascale, in pochi giorni siamo stati in grado di scrivere una bozza di protocollo per AIFA che ha avuto un riscontro positivo. Il nostro deve essere un gioco di squadra e la salute dei pazienti è la cosa che ci sta più a cuore. Andiamo avanti con cauto ottimismo ... nel frattempo parte la sperimentazione di AIFA. Ce la faremo di sicuro!!!".

Il botta e risposta tra i due medici non fa bene a nessuno. In un momento storico come quello che stiamo vivendo tutti, occorre essere uniti. L'Italia, troppo spesso, si divide in fazioni, in guelfi e ghibellini, dimenticando la cosa più importante: l'interesse generale. Inutile, quindi, polemizzare sul niente. Bisogna combattere tutti per debellare un virus che, ogni giorno, colpisce una fascia sempre più consistente della popolazione in Italia. Occorre fare i complimenti al mondo dorato del calcio. Tutti i club di Serie A, in modo diverso ma comunque sempre encomiabile, con i loro gesti stanno aiutando in modo concreto gli ospedali italiani a far fronte a questa difficilissima situazione. Nello sport non esistono divisioni. I club del Nord (Milan, Juventus, Inter e tanti altri), insieme a quelli del centro-Sud (Roma, Lazio, Napoli, ecc, ecc), con i loro gesti, stanno dando una grande mano a chi, ogni giorno, combatte per curarci. Il calcio, ancora una volta, può essere un esempio da seguire e andare oltre a stupide quanto inopportune guerre di religione.


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