I 5 motivi che hanno fatto naufragare il progetto Superlega

Proteste inglesi
Proteste inglesi / Clive Brunskill/Getty Images
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La serata di ieri ha visto gradualmente sgretolarsi il nucleo di 12 squadre coinvolte nel progetto Superlega, un processo che ha visto sfilarsi ufficialmente il Manchester City e che poi è proseguito con le altre inglesi fino ad arrivare anche alla prima defezione ufficiale dei club italiani, col comunicato diffuso in mattinata dall'Inter.

A condire il tutto sono arrivate anche le parole di Andrea Agnelli, tra gli artefici principali del progetto: il numero uno della Juve si è detto disilluso, a questo punto, sull'intero piano pur continuando a ribadirne il suo valore per il futuro del calcio. Ma quali sono state le ragioni, o almeno le più evidenti, che hanno portato al fallimento a tempo di record di un progetto così importante, o per alcuni devastante, per il mondo del calcio?

1. Le reazioni dei tifosi

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Cech prova a sedare gli animi / ADRIAN DENNIS/Getty Images

Quel che balza all'occhio in modo più chiaro e forte, anche a livello emotivo, è la presa di posizione dei tifosi: l'Inghilterra in tal senso ha fatto scuola e non sono mancate proteste dei tifosi di quelle stesse società che avevano scelto di aderire alla Superlega.

In sostanza la voce era unanime: il calcio senza tifosi non va avanti e la Superlega risulta aliena in tal senso, calata dall'alto e dunque non in linea coi desideri di chi segue la squadra nel quotidiano. In particolare ha fatto scalpore la protesta dei tifosi del Chelsea prima della sfida col Brighton, con tanto di contestazione verso Abramovich e con l'intervento di Cech per placare gli animi. Da segnalare poi come tale reazione rabbiosa sia stata riconosciuta anche dai club: il presidente del Liverpool si è addirittura scusato in modo esplicito nei confronti dei tifosi dei Reds per averli messi in questa situazione.

2. La presa di posizione della UEFA e delle leghe nazionali

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Ceferin / KARIM JAAFAR/Getty Images

Tra i primi a prendere posizione in modo fermo e perentorio si è distinta la UEFA, col presidente Aleksander Ceferin pronto a criticare in modo aspro e senza mezzi termini l'operato di chi d'improvviso si è avventurato nell'iniziativa Superlega, invitando tutte le istituzioni e le autorità del mondo del calcio a fare il possibile per ostacolare il progetto.

Una presa di posizione così forte da prevedere potenzialmente l'esclusione dei club coinvolti dalle coppe europee, reazione a cui hanno fatto eco le leghe nazionali: è infatti rimbalzata fin da subito l'idea di un'esclusione anche dai singoli campionati per quelle società pronte ad aderire a questa nuova competizione.

3. Le reazioni di calciatori e allenatori

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Il Leeds prende posizione / CLIVE BRUNSKILL/Getty Images

Un aspetto forse sottovalutato ma in realtà centrale: da un lato ci sono club importanti che si sono subito sfilati dal discorso, come Bayern Monaco e Paris Saint Germain, d'altro canto sono emersi col passare delle ore anche pensieri critici e contrari da parte di chi milita nelle squadre fondatrici.

I pareri di Klopp e Guardiola sono emblematici in tal senso, pareri a dir poco critici, ma anche altri elementi come Sterling, Henderson e Kroos hanno espresso scetticismo rispetto all'ipotesi Superlega. Un'iniziativa che, a tutti gli effetti, si è rivelata lontana e slegata dalle ambizioni e dalla concezione di tanti protagonisti di primo piano del mondo del calcio.

4. Il mondo politico e istituzionale

Boris Johnson
Boris Johnson / WPA Pool/Getty Images

Questione decisiva non solo a livello mediatico ma anche sostanziale, soprattutto pensando all'uscita dei club inglesi dal progetto Superlega: la presa di posizione di Boris Johnson è stata subito forte e, soprattutto, il Premier inglese ha fatto capire di essere pronto a qualsiasi iniziativa per penalizzare in modo pesante i club fondatori.

A Johnson hanno fatto poi eco altri importanti leader europei come Macron e Draghi, pronti a rivendicare il ruolo centrale dei campionati nazionali e della competizione sportiva rispetto a logiche esclusivamente economiche.

5. L'opinione pubblica

Fans Respond To News Of Football Super League
La prima pagina della Gazzetta / Laura Lezza/Getty Images

A completare il panorama c'è un discorso prettamente mediatico, una vera rivolta popolare tradotta in parole su quotidiani, in TV e in rete. I risvolti sociali del calcio, nel contesto europeo, sono cosa nota così come è nota la passione di tante piazze rispetto al semplice pallone che rotola: non solo tifosi, quindi, ma anche celebrità, firme autorevoli e personaggi toccati solo marginalmente dalla questione ma pronti, comunque, a schierarsi in modo deciso.

Importanti anche le dichiarazioni di personaggi del mondo del calcio non più protagonisti ma storicamente influenti: da Ferguson a Beckham passando per Sacchi e Wenger, tutte voci autorevoli pronte a screditare un progetto fallito sul nascere.


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