I 5 aspetti da salvare nell'Italia dopo la sconfitta in Nations League

Locatelli, Chiellini e Pellegrini
Locatelli, Chiellini e Pellegrini / Soccrates Images/GettyImages
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La fine di una striscia positiva di 37 risultati utili consecutivi, un vero record, non può e non deve condurre a scegliere chi spedire sul banco degli imputati o a generare casi, l'Italia capace di conquistare Wembley e di diventare campione d'Europa è ancora lì e la sconfitta con la Spagna in semifinale di Nations League non ha titoli per diventare un campanello d'allarme particolarmente minaccioso.

Certo, dopo l'euforia, il momento del risveglio era solo una questione di tempo: questo peraltro il mantra spagnolo, quel "prima o poi questi dovranno perdere" arrivato ieri a compimento, nella sfida di San Siro. E non sorprende, anzi per certi versi segue una sua logica visibile, il fatto che la sconfitta dopo una striscia infinita di risultati positivi sia arrivata proprio contro quella Roja di Luis Enrique che, già agli Europei, ha fatto soffrire più di chiunque altro l'Italia, costringendola spesso a inseguire il pallone, rendendola insolitamente passiva e in affanno.

Non mancano però, pensando a quel che più conta e cioè alle sfide di qualificazioni ai Mondiali in Qatar, aspetti incoraggianti a cui restare aggrappati pur nella sconfitta, elementi che aiutano decisamente a curare le ferite in tempo:

1. Un finale di orgoglio

Giorgio Chiellini, Manuel Locatelli
Locatelli e Chiellini / Soccrates Images/GettyImages

Una partita nata male e proseguita peggio per gli Azzurri che, dopo qualche lampo illusorio, si sono trovati a soffrire e a veder tornare vivi i ricordi della semifinale di Wembley. Chiaro però che il doppio giallo a Bonucci (tra ingenuità del centrale e severità dell'arbitro) abbia fatto la differenza, così come la poca attenzione sul raddoppio spagnolo. Rimane comunque in mente, come dato incoraggiante, la capacità azzurra di non crollare e, anzi, di tornare a tirar fuori l'orgoglio nel finale, restando aggrappati a una partita che già nell'intervallo appariva largamente compromessa.

2. Le risorse "nascoste"

Moise Kean, Nicolo Zaniolo
Kean e Zaniolo / Claudio Villa/GettyImages

Al di là dei giocatori in campo e di quelli che fanno parte del nucleo azzurro capace di conquistare gli Europei, elementi ancora utili alla causa in prospettiva, non mancano qualità e risorse ancora inesplorate o comunque sfruttate solo a sprazzi: Pellegrini è tornato e lo ha fatto con un gol, confermandosi come uno dei centrocampisti più prolifici d'Europa al momento, e ricordiamo sempre a tema giallorosso come a Trigoria sia rimasto uno Zaniolo che scalpita e che, c'è da scommetterci, troverà senz'altro spazio nella prossima Italia. Ai due giallorossi aggiungiamo naturalmente un Kean deciso a scalare le gerarchie di Mancini e un Raspadori sempre apprezzato dal CT.

3. La forza del gruppo

Leonardo Bonucci, Giorgio Chiellini
Festa azzurra a Euro 2020 / GES-Sportfoto/GettyImages

A prescindere dalla reazione d'orgoglio nel finale di ieri, senza riuscire però a portare a termine una clamorosa rimonta, questo gruppo ha dimostrato già a più riprese di avere le carte in regola per uscire anche dai momenti più delicati: ci è riuscita proprio in semifinale con la Spagna, uscendo indenne da una sfida vissuta in affanno, e ci è riuscita ancor di più rimontando lo svantaggio iniziale con l'Inghilterra in uno stadio nemico, nella peggior condizione possibile da vivere in una finale. Uno spirito che potrebbe risultare decisivo nelle ultime sfide di qualificazione a Qatar 2022 contro Svizzera e Irlanda del Nord, tra poco più di un mese.

4. I ritorni importanti

Ciro Immobile, Andrea Belotti
Immobile e Belotti / GES-Sportfoto/GettyImages

Il tanto vituperato Immobile, criticato spesso durante Euro 2020, è un elemento comunque fondamentale per questa Italia che, di fatto, vede nel falso nove una soluzione alternativa e non una base effettiva di lavoro, come nel caso di una Spagna che ha nel DNA tale assetto. Il ritorno di Ciro Immobile e quello del Gallo Belotti saranno risorse importanti a cui attingere quando la posta in palio sarà alta, quando il tempo per gli esperimenti e le soluzioni d'emergenza sarà finito.

5. Il fattore Chiesa

Federico Chiesa, Koke
Chiesa in azzurro / Soccrates Images/GettyImages

Sia in bianconero che in azzurro Chiesa ha dimostrato di poter fare la differenza e di essere ormai una realtà più che collaudata su cui fare affidamento, a destra come a sinistra riesce a sorprendere coi suoi strappi, ad andar via nell'uno contro uno e a rappresentare una costante minaccia quando si libera per il tiro. Anche contro la Spagna, in una serata comunque amara, si è rivelato uno dei più intraprendenti e di fatto ha permesso a Pellegrini di appoggiare in rete il pallone dell'1-2 dopo una sgroppata in solitaria conclusa con lucidità.


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