Le 10 ricette di Gravina per migliorare il sistema del calcio italiano

Gabriele Gravina
Gabriele Gravina / Paolo Bruno/GettyImages
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La pandemia da Covid-19 e le necessarie contromisure, tra stravolgimento dei calendari nella stagione scorsa e limitazioni alla capienza degli stadi tutt'ora in corso, ha ovviamente toccato il mondo del calcio in modo dirompente, dal punto di vista economico, andando a enfatizzare e acuire problemi già radicati nel sistema.

Un sistema calcio di cui Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha dato un quadro ricco di criticità offrendo però, al contempo, la spinta verso una possibile strada di rilancio. Una strada all'insegna della sostenibilità, del minor gap tra i vari campionati e di norme chiare e sicure che regolamentino numerosi aspetti e zone d'ombra del pianeta calcio.

Tra le dichiarazioni odierne al Corriere dello Sport e quelle rilasciate nei giorni scorsi, a La Nuova Sardegna, possiamo individuare una sorta di scaletta, perlomeno una bozza di piano del Gravina-pensiero sul futuro del calcio italiano e sulle mosse da adottare.

1. Il ricorso ai playoff in Serie A

AC Milan v AS Roma - Serie A
Serie A / Giuseppe Cottini/GettyImages

Il tema dei playoff in Serie A torna spesso d'attualità quando Gravina prende la parola: una sorta di "battaglia" che il presidente della FIGC conduce da tempo, nell'ottica di non demonizzare una soluzione certo insolita (osservando il panorama dei principali campionati europei).

Secondo Gravina il meccanismo dei playoff gioverebbe alla massima serie ed è da ritenere virtuoso, meritevole comunque di un tentativo che, a suo dire, non metterebbe comunque a repentaglio il merito sportivo emerso nel corso della stagione.

2. Il protocollo come garanzia

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Stadio Dall'Ara / Nicolò Campo/GettyImages

Il tema di un protocollo certo e stabile per decidere quali partite si possano o meno disputare era vitale, una mossa necessaria per evitare nuovi conflitti tra ASL e Lega.

Secondo Gravina le nuove decisioni a tal proposito sono da ritenere una buona mossa per conciliare la tutela della salute e le esigenze sportive, unendo insomma la sicurezza degli atleti e la certezza di regole stabili per capire quali partite potranno essere disputate, senza interferenze o senza la necessità di ricorrere a stop forzati da parte delle ASL.

3. Capienza al 100%: calcio come apripista

FC Internazionale v Torino FC - Serie A
Tifosi nerazzurri / Giuseppe Bellini/GettyImages

Restiamo sempre in ambito di contromisure dovute alla pandemia, in particolare soffermandosi sulla capienza massima degli stadi. Secondo Gravina il passaggio a 5mila tifosi al massimo era dovuto, considerato il momento e la situazione di contagi, ma in prospettiva occorre già ragionare sul ritorno alla capienza al 100%.

Il calcio, a dire del presidente della FIGC, dovrà in qualche modo dare l'esempio e fare da apripista verso un ritorno alla normalità, sempre in sicurezza, per tornare a vivere lo spettacolo di una partita dal vivo senza più limitazioni numeriche.

4. Il ruolo dei ristori

Gabriele Gravina
Gravina / Paolo Bruno/GettyImages

Gravina ha posto l'accento sul calcio come traino per l'economia e come fulcro di un sistema ben più ampio e ramificato, un settore che ne influenza tanti altri e che merita dignità "almeno pari a quella di cinema e teatro", citando il presidente.

Le perdite ingenti dovute alla pandemia, in sostanza, richiederanno mosse e interventi - da concertare per entità e modalità - ed è impossibile pensare a una risalita del sistema calcio senza una simile spinta.

5. Nuove norme per i procuratori

Jorge Mendes
Jorge Mendes / Sam Bagnall - AMA/GettyImages

Il tema del ruolo dei procuratori è tornato ad essere più che mai d'attualità, sia per le commissioni da capogiro richieste dagli agenti di importanti calciatori che per l'epilogo, ormai troppo frequente, di addii a parametro zero che penalizzano eccessivamente i club.

Secondo Gravina non occorre demonizzare in sé il ruolo dell'agente ma, al contempo, diventa cruciale individuare nuove norme e capire, perlomeno, come premiare il ruolo del club che valorizza un giocatore negli anni. Il tutto attendendo indicazioni dalla FIFA.

6. Una nuova classe arbitrale

Marco Serra
L'arbitro Serra / Marco Luzzani/GettyImages

I recenti errori hanno fatto sì che il tema delle designazioni e della classe arbitrale in toto tornasse in prima pagina, Gravina però non si aspetta cambi di rotta o dietrofront: il ringiovanimento della classe arbitrale resta un meccanismo da perseguire, qualche errore è un prezzo che varrebbe la pena pagare per arrivare nel tempo a risultati soddisfacenti.

Il tutto unito a un ausilio tecnologico che, a dire di Gravina, va difeso e apprezzato ben al di là del singolo episodio, come impatto globalmente positivo.

7. Continuità azzurra

Roberto Mancini, Gabriele Gravina
Mancini e Gravina / Paolo Bruno/GettyImages

La possibilità di mancare la qualificazione al Mondiale per la seconda volta consecutiva, col duro ostacolo dei playoff di marzo, non porta Gravina a voler ridiscutere tutto.

Il successo agli Europei e i risultati ottenuti dall'arrivo di Mancini spingono a perseguire la via della continuità, pensando sia alla fiducia nell'attuale CT che, ancor di più, al nuovo corso ambizioso che ha avuto il suo culmine in quanto accaduto a Euro 2020. Rimettere tutto in discussione, insomma, sarebbe deleterio e fin troppo superficiale.

8. Niente guerra tra le proprietà

Rocco Commisso
Rocco Commisso / Alessandro Sabattini/GettyImages

Gravina si è espresso con severità sulle esternazioni di Commisso, spesso particolarmente audace nel valutare l'operato di altre società, soprattutto sul fronte finanziario.

Il numero uno della FIGC ha spiegato come giudizi morali tra proprietà e "lezioni" in tal senso siano da rifuggire, il tutto lascia intendere come (in un contesto di garantismo e di rispetto di regole condivise) sia necessario un atteggiamento collaborativo, privo di crociate o di battaglie particolarmente aspre.

9. Più spazio ai giocatori italiani

Davide Calabria, Sandro Tonali
Tonali e Calabria / Claudio Villa/GettyImages

La presenza di numerosi giocatori stranieri è individuata come un dato meritevole di attenzione e per certi versi allarmante, Gravina confida nella possibilità di puntare sempre con maggiore forza sul prodotto dei vivai e di veder aumentare il numero di giocatori italiani in Serie A e nel calcio professionistico.

L'intenzione è quella di dare sostegno a chi vorrà investire nei vivai, instaurando un circolo virtuoso che non porti a ricorrere così tanto all'acquisto di giocatori stranieri per mere questioni economiche e di convenienza.

10. Attenzione all'utente/tifoso

Dazn
DAZN / Marco Canoniero/GettyImages

Il tema della trasmissione della Serie A su DAZN, in toni certo critici, ha segnato senza dubbio la stagione in corso fin da settembre.

Una situazione che sembra ora meno critica rispetto alle primissime battute ma che conduce i vertici calcistici a sottolineare, ancor di più, la centralità dell'utente sia pensando alla visione delle sfide in diretta che, aspetto sicuramente delicato in Italia, all'esperienza all'interno di stadi talvolta fatiscenti e tutt'altro che accoglienti.

Temi questi che, a dire di Gravina, si collegano in modo evidente alla credibilità e al prestigio della Serie A.


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