Le 10 canzoni più belle dedicate a Diego Armando Maradona

Maradona al microfono
Maradona al microfono / STRDEL/GettyImages
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Se il criterio per capire quando una canzone sia effettivamente "dedicata" a qualcuno fosse il tema di fondo di un brano, la coerenza di senso tra la canzone stessa e l'identità di un individuo, potremmo quasi affermare che ogni brano che tratta di vittoria o sconfitta, di estasi contrapposta al tormento, sia potenzialmente connesso a Diego Armando Maradona, a lui dedicato (pur senza saperlo).

Del resto è chiaro come la musica offra la possibilità di cristallizzare un ricordo, di omaggiare tramite un testo o una melodia, di creare un senso di condivisione ulteriore o di esaltare quello già presente. Maradona ha fornito ad artisti di ogni parte del mondo materiale in abbondanza, sul campo come fuori, per potersi sbizzarrire: le dediche a Maradona in musica si rivelano infatti trasversali, per genere come per provenienza, passando dall'esplicito omaggio spassionato alla rappresentazione del Diego uomo, del suo stare in bilico tra successo e baratro, come metafora della vita stessa e delle sue contraddizioni.

Ripercorriamo e riascoltiamo dunque 10 tra gli omaggi più celebri e più sentiti rivolti al Pibe de Oro dal mondo della musica:

1. La mano de Dios - Rodrigo Bueno

Brano portato al successo da Rodrigo Bueno, scritto da Alejandro Romero, e profondamente legato alla biografia di Maradona, a un racconto che parte da lontano (dall'infanzia) per arrivare fino alla vittoria in Coppa del Mondo, come simbolo e protagonista assoluto di quell'Argentina.

Una canzone che colpisce così nel segno, nonostante una gestazione tormentata da parte dell'autore, da essere stata eseguita poi di fronte a Maradona e, in occasione del documentario di Kusturica, proprio dal Pibe de Oro in persona, in un'interpretazione che ha fatto epoca. Il testo affronta un gran numero di temi associati al mito Maradona: il calcio come voglia di riscatto, i sogni apparentemente irrealizzabili che diventano realtà, il passaggio da ultimi ed emarginati a idoli delle folle, eroi a cui si rivolgono canti e cori da stadio.

Il tutto con una costante, anche esplicita, connessione ad una percezione quasi religiosa della figura di Maradona, in tutto il suo percorso sportivo e umano.

2. Tango della buena suerte - Pino Daniele

Un omaggio senz'altro toccante e significativo riflettendo soprattutto su due simboli che s'intrecciano, alla Napoli calcistica e a quella musicale nelle loro espressioni più popolari e riconosciute che, nei quasi 4 minuti del brano, si connettono.

Un tango in cui Pino Daniele riguarda, dal 2004, a quel che Maradona ha dato a Napoli, diventando "l'uomo giusto che ci può far vincere", senza però sottovalutare il percorso umano e il bisogno di restituire qualcosa al Pibe de Oro.

"Ma la partita più importante è da giocare con la vita stando a metà del campo", canta infatti Pino Daniele, sottolineando come le sfide di Maradona non si siano esaurite nell'ambito sportivo ma abbiano poi toccato sfere personali e intime che richiedono (che richiedevano allora) ancor di più un sentito "buona fortuna".

3. La vida Tombola - Manu Chao

Un altro pezzo che merita senz'altro una menzione speciale, tra quelli ispirati da Maradona: Manu Chao, noto estimatore del Pibe de Oro, ebbe anche l'onore di cantare il pezzo in questione davanti a un commosso Maradona; queste, infatti, le ultime scene del documentario firmato Kusturica.

Una canzone capace di percorrere l'universo di contraddizioni di cui Maradona si è sempre fatto interprete, tra momenti di gloria e accuse mosse contro i potenti del calcio: "Si yo fuera Maradona saldrìa en Mondovision para gritarle a la FIFA que ellos son el gran ladron".

Un desiderio che resiste al di là di tutto, delle suddette contraddizioni, senza rimpianti o correzioni da apporre a posteriori: "Se fossi Maradona vivrei come lui" perché, in fondo, la vita è una lotteria.

4. Santa Maradona - Mano Negra

L'autore è lo stesso, Manu Chao, e ai tempi dei Mano Negra (prima di intraprendere la carriera solista) l'artista francese scrisse già una canzone dedicata a Maradona, il cui titolo venne poi ripreso in un film del 2001 di Marco Ponti.

Santa Maradona: un inno al calcio, alla passione dei tifosi e, ancor di più, il passaggio esplicito di Maradona da mito calcistico a divinità, figura a cui appellarsi tramite la preghiera. Un passaggio che si manifesta nonostante la canzone risalga a un periodo, parliamo del 1994, in cui Maradona non era più quello che condusse il Napoli allo Scudetto o che conquistò i Mondiali del 1986; era un Diego diverso, investito da scandali e polemiche, un calciatore che di lì a poco sarebbe stato anche escluso dai Mondiali USA '94 per doping.

Tutti aspetti che, per l'autore, non andavano però a inficiare minimamente sullo status del Pibe de Oro, sulla sua elezione a divinità del calcio oltre ogni confine, tanto da giustificare un titolo per certi versi paradossale o "blasfemo".

5. Diego Armando Maradona - Francesco Baccini

I toni in questo caso sono quelli tipicamente scanzonati di Baccini, niente di enfatico, niente sentimentalismi, ma una evidente contrapposizione tra il tono leggero del pezzo e i contenuti connessi al desiderio di riscatto, di Maradona come della città di Napoli.

Anche qui torna la connessione religiosa ("eccolo, con l'andatura di un apostolo, il messia del calcio d'angolo") già vista in altri pezzi, l'elezione di Maradona a divinità del calcio.

Il finale del pezzo è amaro e riguarda il lato extracalcistico della vicenda, il "lato oscuro" di Maradona che però, si evince dalla canzone di Baccini, nasconde tante ipocrisie di una società in cui "tutti tirano" e che, per certi versi, individua un capro espiatorio a cui andare contro, che paghi il conto per tutti.

6. Doma il mare, il mare doma - Stadio

I gruppo di Gaetano Curreri ha tracciato un ritratto a posteriori di Maradona, senza affrontarlo mentre era ancora in attività ma osservandolo "da lontano" nel suo percorso, partendo da lontano e avvicinandosi via via al presente (il brano è del 2000).

"Di questo racconto protagonista è il destino" si specifica nel testo, esaltando il ruolo certo sorprendente degli intrecci e delle circostanze che hanno portato Maradona a diventare idolo in un luogo così lontano dalla sua Argentina.

Al contempo, trattandosi di un ritratto a posteriori e non tracciato nel vivo della carriera, è evidente come il tono possa farsi malinconico e come il tema del pezzo si leghi anche all'idea di declino, di gloria che si tramuta poi in solitudine: "È cominciata nel sole
, poi è finita nel vino
" suggerisce già tanto, diventando poi ancora più espliciti e spiegando che "finisce dentro la nebbia nel sole rosso al declino, più niente resta da perdere spento il vulcano vicino".

7. El sueño del Pibe - Juan Puey

Si tratta in questo caso di una dedica atipica, decisamente, considerando come il tango in questione sia stato scritto da Juan Puey nel 1942, in sostanza 18 anni prima della nascita di Diego Armando Maradona, con testo di Reinaldo Yiso.

Il brano originale cita calciatori dell'epoca, nello specifico Bandoledo, Martino, Boyé e Ferreyra: nessuna dedica a Maradona, per ovvi motivi cronologici, ma resta da sottolineare come lo stesso Pibe de Oro abbia reinterpretato la canzone inserendosi tra i giocatori citati. Una sorta di omaggio involontario dunque, pensando agli autori, per un testo che nel corso dei decenni si è prestato a diverse modifiche per seguire le gesta dei campioni argentini di un determinato momento storico, Maradona compreso.

Il fatto che l'autore del testo, Yiso, sia stato anche un calciatore (costretto a ritirarsi per un grave infortunio) spiega in parte i motivi della popolarità del brano e della sua capacità di precorrere i tempi.

8. Maradò - Los Piojos

Abbiamo già anticipato come la devozione musicale nei confronti di Diego Maradona abbia attraversato i generi, tra gli anni '80 e i 2000, non limitandosi a un solo linguaggio musicale (a testimonianza ulteriore dal vasto impatto del fuoriclasse).

Si tratta in questo caso di un gruppo rock argentino attivo dall'88 al 2009: Maradò è un pezzo del '96, con Maradona trentaseienne e ancora in attività ma già dentro la sua parabola discendente, con una biografia tratteggiata già in modo forte a in bilico tra gloria e tormento.

Maradò esalta il coraggio di affrontare il mondo, i nemici più potenti, "armato soltanto di un numero dieci" fino a sconfiggere l'Inghilterra ai Mondiali, "la ricca Italia del nord" e le istituzioni sportive corrotte.

9. Dale Diez - Julio Lacarra

Il brano del cantautore argentino Julio Lacarra, così come altri citati in questa lista, risale agli ultimi anni di carriera di Maradona: in questo caso non si parla di declino ma in qualche modo di rinascita, in un pezzo che già dal titolo lascia intendere la voglia di incitare il campione nel suo percorso di riscatto sportivo, nel momento del ritorno al Boca Juniors nel 1995 dopo un anno lontano dal campo.

Il periodo è giù quello del tramonto ma l'atmosfera è certo meno amara ed è carica di speranza, di possibilità di riconciliarsi definitivamente con la sua gente, di riscoprirsi campione del popolo e interprete di sogni espressi con la lingua del calcio, della classe senza tempo.

Sicuramente una delle dediche più sincere ed efficaci, anche liberatoria e gioiosa al tempo della pubblicazione, come un abbraccio, ma al contempo malinconica se ascoltata a posteriori.

10. La favola più bella - Napoli campione d'Italia

Torniamo in Italia e all'idillio formidabile con Napoli, un capolavoro sportivo che si tradusse nella conquista del primo Scudetto nella stagione 1986/87 e che si accompagnò a un discorso più ampio e profondo di quello solo connesso al pallone.

"Son venuto da lontano e qui è casa mia, già ti conoscevo Napoli, seconda mamma mia. Grazie di chiamarmi figlio adesso che ti sto vicino, grazie che per tutto il bene che mi vuoi": niente di più esplicito nell'incipit, cantato proprio da Maradona. Una canzone che arrivò come ringraziamento della squadra nei confronti dei tifosi e della piazza, col tricolore come timbro che andò a sancire quel momento magico.

Un pezzo particolare e carico di una certa" ingenuità", in cui i giocatori di quel Napoli si dividevano il testo, personalizzandolo per mandare messaggi alla gente della città.


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