Pogba torna a parlare della Juve e spiega chi lo ha aiutato nei momenti difficili

Il centrocampista si presenta come nuovo giocatore del Monaco e parla ancora dei bianconeri
Pogba
Pogba / FREDERIC DIDES/GettyImages
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Nei giorni scorsi, prima dell'ufficializzazione dell'approdo al Monaco, sono emerse parole tutt'altro che lusinghiere di Paul Pogba rispetto al contesto bianconero e al sostegno ricevuto dalla Juventus nel momento più duro, quello della squalifica per doping. Oggi, in occasione della presentazione come nuovo calciatore del Monaco, il francese è tornato sullo stesso tema e lo ha fatto con approccio più equilibrato:

Il sostegno della Juve: "Ho sempre amato e amerò sempre la Juve. Questa società mi ha aiutato a diventare quello che sono oggi. Non c'è nessuna guerra da fare contro nessuno. Ci sono cose che mi piacciono e altre che non mi piacciono. Ma è così. Alcune persone hanno continuato a controllarmi, a venirmi a trovare e ad aiutarmi. Lo ha fatto il presidente (Andrea Agnelli), anche Giorgio (Chiellini). Anche alcuni compagni di squadra. Altri, no" riporta Tuttosport.

Emozione per il ritorno: "Ero molto commosso, è molto raro vedermi piangere così. Mi passavano per la testa un sacco di immagini: doping, infortuni, ecc. Tutto questo mi è tornato in mente e non sono riuscito a trattenermi. Mi sento bene fisicamente e pronto ad affrontare questa grande sfida con il Monaco, dove sarò ben supportato e circondato. Sono determinato, ho voglia di tornare e di divertirmi di nuovo in campo".

Altre offerte: "Penso di aver fatto la scelta migliore, non mi pento di nulla. Le altre offerte non sono importanti. Mi concentro sul presente".

Le difficoltà vissute: "Ci sono stati momenti di dubbio, quando l'angelo e il diavolo nella mia testa erano in conflitto. La mia famiglia, e soprattutto mia moglie, mi hanno spinto, dicendomi che sarei tornato. Ho continuato a concentrarmi sull'obiettivo di firmare per un club e ritrovare i miei obiettivi. La prima cosa è fatta: firmare per un club. Il resto seguirà con gli allenamenti che mi permetteranno di rimettermi in forma. Mi sento come un ragazzino che ha appena firmato un contratto da professionista per la prima volta. Sono super determinato e pieno di ambizione".

Lontano dal calcio: "Quello che mi mancava, prima di tutto, era allenarmi con i miei compagni di squadra. Ero spesso da solo. Mi mancava davvero tanto toccare la palla... come un bambino del quartiere che gioca con i suoi amici. Penso che sia tutto collegato, e spero che il peggio sia passato. Quando le cose non vanno bene, si possono avere problemi ovunque. Il piano era di risolvere tutto e stare bene emotivamente e fisicamente".

Quando sarà disponibile: "Spero di essere lì per la partita contro il Le Havre (prima giornata di campionato, ndr), sarebbe meraviglioso. Non ho una data precisa in mente, ma sarebbe una gioia. Il mio corpo me lo dirà, fisicamente e mentalmente, perché negli ultimi anni ha subito un duro colpo. Tornerò in campo quando sarà pronto. Sono competitivo. Non voglio giocare per perdere. Ma ci sono dei passi da compiere. Spero di dare un tocco in più a questo club che è sul podio da due anni. Il PSG è forse la squadra migliore d'Europa... È una bella sfida. Siamo venuti qui per vincere".

Ritorno in Nazionale: "Ho parlato con Didier Deschamps, gli ho parlato al telefono e mi ha detto: 'Ok, puoi tornare (in Francia) quando vuoi. No, sto scherzando! Qualsiasi giocatore può tornare in nazionale, ma ci vuole tempo. Ci sono posti, ma devi guadagnarteli. Devi guadagnarti il ​​tuo posto".

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