Pioli farà scoprire Ndour alla Serie A? Un nuovo protagonista per la Fiorentina

Il netto successo della Fiorentina nell'andata dei playoff di Conference, contro il Polissya, ha posto sotto la luce dei riflettori - a maggior ragione dopo un precampionato sorprendente - quello stesso Cher Ndour che, dopo l'arrivo nel mercato invernale, era risultato una sorta di oggetto misterioso (per collocazione tattica e soprattutto per lo scarso minutaggio agli ordini di Palladino). Due aspetti se vogliamo collegati tra loro, senza che ci fosse effettivamente modo - per il 2004 - di trovare continuità e di far capire al contesto gigliato che calciatore fosse, cosa potesse dare effettivamente alla squadra.
L'arrivo di Pioli in questo senso sembra aver segnato un punto di partenza, un nuovo inizio, dando a Ndour un ruolo non più da comprimario. Tutt'altro. Lo dice lo stesso sorriso del centrocampista nel post-partita, lo dicono ovviamente le sue parole: stavolta Ndour si sente effettivamente parte del progetto, non più spettatore ma protagonista di una carriera che - troppo spesso - lo ha visto suo malgrado "girovago", senza mai trovare una realtà in cui affermarsi e in cui lasciare il segno (pur potendo vantare trascorsi nel Benfica, nel PSG e nel Besiktas, aspetto che senz'altro ne disegna un profilo da predestinato).
Il momento di Ndour: perché può esplodere
Il momento di riscuotere quanto costruito fin qui, dunque, sembra arrivato e ciò si deve perlopiù a quel che Pioli sta immaginando per il centrocampo della sua Fiorentina 25/26: si è visto efficacemente col Polissya quanto le due mezzali (Ndour appunto e Sohm) si alternino a Gudmundsson nell'attaccare la profondità e nel rientrare, dando vita a un'idea di mediana più che mai dinamica, con Fagioli come metronomo e come direttore d'orchestra. In questa veste, da tipico box-to-box, Ndour riesce a esaltarsi ed è dunque evidente come il confine tra 3-4-2-1 e 3-5-2 si faccia molto sottile con gli attuali presupposti: il 2004 viola rappresenta la giusta sintesi tra quantità e qualità, un elemento destinato a ritagliarsi uno spazio importante anche quando Mandragora sarà tornato in forma e quando Fazzini inizierà a trovare minutaggio.
Diventa evidente quanto Pioli stia privilegiando, a metà campo, profili in grado di far bene in entrambe le fasi, centrocampisti dinamici e in grado di andare rapidamente in verticale: anche lo stesso Gudmundsson, per certi versi, si traveste talvolta da mezzala e toglie così punti di riferimento agli avversari (rispetto alla scorsa stagione). La scelta di puntare su Ndour e non su Dzeko dall'inizio, del resto, si lega anche alla volontà di non sacrificare Gudmundsson e di permettergli di lavorare più a ridosso di Kean: scelta ripagata e coerente con quanto espresso dagli avversari, con Ndour capace di disturbare la costruzione degli ucraini fin dalla loro trequarti e - appunto - di brillare in entrambe le fasi.
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