Perché l'Arsenal ha scelto di puntare su Norgaard, ex meteora della Fiorentina

Lo status di un calciatore può difficilmente rivelarsi immutabile lungo il corso di una carriera, il mondo del calcio è popolato di presunti enfant prodige destinati all'oblio ma, al contempo, regala più sporadicamente gregari (o persino meteore) in grado di scoprirsi centrali solo col tempo, di raggiungere la piena maturità quando altri iniziano la parabola discendente. Il caso di Christian Norgaard, danese classe 1994, s'iscrive di diritto alla seconda categoria: tra i tifosi della Fiorentina non mancherà chi, osservando la rosa dell'Arsenal 2025/26, immaginerà un caso di omonimia leggendo il nome di Norgaard e faticando ad associarlo allo stesso calciatore che nel 2018/19 raccolse 6 presenze in viola (per un totale di 323 minuti).
Nessun caso fortuito di omonimia, invece, ma un percorso più unico che raro che ha portato Arteta a voler puntare proprio su Norgaard per rinforzare la metà campo dei Gunners. Il danese compie dunque il grande salto, per la prima volta in carriera in una big di livello assoluto, e lo fa a 31 anni (per circa 14 milioni di euro). Il percorso a Firenze, con Pioli e poi con Montella a fine stagione, ci racconta la storia della proverbiale meteora: arrivato per 3 milioni di euro come opzione in cabina di regia, Norgaard non riuscì mai a imporsi, collezionando 4 presenze da titolare e 2 da subentrato. Il bilancio del suo percorso fiorentino si riassume nelle parole utilizzate nelle pagelle che ne definivano le prestazioni: timido, impacciato, disordinato, orientato al compitino. In sintesi lo si riteneva un calciatore acerbo e poco adatto al contesto della Serie A.
Dall'Italia all'Inghilterra: la metamorfosi
Il passaggio in Championship, dopo appena una stagione, sembrò dunque nell'ordine delle cose e non lasciò immaginare un percorso in crescendo come quello poi sperimentato. L'esperienza al Brentford ha tramutato un elemento ritenuto timido e compassato in un punto fermo, in un leader e poi - col tempo - in un capitano. L'idea di un calciatore a proprio agio solo in Patria (al Brondby i suoi anni migliori) si è dunque tramutata in altro, in Inghilterra, grazie alla fiducia di Thomas Frank (che già lo conosceva bene, per i trascorsi danesi) e alla capacità di Norgaard di disimpegnarsi come mediano in un centrocampo a tre, come mezzala, come interno o persino come difensore centrale nel 2020/21, dopo il rientro da un lungo infortunio.
Da sottolineare anche la solidità mostrata nel passaggio dalla Championship alla Premier League: Norgaard, in massima serie, ha persino rafforzato il proprio ruolo di leader e ha visto migliorare le proprie statistiche anche a livello offensivo (arrivando a 5 gol e 4 assist nel 2024/25). L'Arsenal si è trovato a fare i conti, per un discorso meramente numerico, con l'esigenza di sostituire sia Jorginho che Thomas Partey nella sessione estiva in corso: assieme a Zubimendi era dunque necessario aggiungere un altro acquisto nel ruolo, come alternativa allo spagnolo.
Cosa porta Norgaard all'Arsenal?
Norgaard porta dunque esperienza, militando in Inghilterra ormai dal 2019 e vantando due anni da capitano in Premier, ed equilibrio davanti alla difesa: i suoi numeri in interdizione sono ormai una certezza e nelle ultime stagioni si è rivelato uno dei centrocampisti più efficaci (secondo per palloni intercettati nel 24/25). Statistiche importanti anche a livello di duelli vinti nel gioco aereo, favorito dalla statura (187 cm) e dal fisico: qualità che nell'ultima stagione il danese ha saputo sfruttare anche in fase offensiva e che, date le qualità dei Gunners sui calci piazzati, potranno tornare utili.
Tutte doti che si accompagnano alle qualità discrete anche in fase di possesso, si tratta di un elemento che non ruba l'occhio ma che riesce a vantare una buona precisione nei passaggi e una visione di gioco che gli permette anche di tentare la soluzione diretta in verticale. In attesa del colpo da novanta in attacco, nello specifico Gyokeres, è lecito che i tifosi dei Gunners non si entusiasmino per l'arrivo di una seconda linea a metà campo, al contempo è legittimo immaginare un ruolo più utile del previsto per l'ex meteora viola, per un elemento accantonato troppo in fretta in Serie A.
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