Perché Fazzini alla Fiorentina può essere un acquisto funzionale per Pioli

Prospettive di mercato valide sia dal punto di vista del club che da quello del calciatore
Fazzini
Fazzini / Image Photo Agency/GettyImages
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L'arrivo di un nuovo allenatore, in questo caso non ufficiale ma nell'aria ormai da tempo, porta con sé naturali accostamenti di mercato e prospettive connesse a quello che il tecnico si aspetta. Ci riferiamo a Stefano Pioli, l'input legato a Dzeko (già ieri al Viola Park) si unisce ad altre suggestioni di mercato e, in particolare, nelle ultime ore la Fiorentina viene indicata molto forte su Jacopo Fazzini, centrocampista dell'Empoli accostato da tempo ad un grande salto.

La Lazio e il Napoli sono apparse a un passo dal calciatore, mesi fa, mentre adesso è la Fiorentina la più accreditata per strapparlo all'Empoli, reduce dalla retrocessione in B. Appare inesorabile immaginare il classe 2003 lontano dagli azzurri, dopo il cambio di categoria, e i viola possono rappresentare una soluzione opportuna sia per il calciatore che dal punto di vista del club gigliato (valutando le esigenze di Pioli).

Fazzini-Fiorentina: utilità reciproca

Non è scontato che il prossimo tecnico viola adotti il suo classico 4-2-3-1 ed è anzi verosimile che, in continuità con la fase finale dell'ultima stagione, la Fiorentina prosegua col 3-5-2 (modulo che risparmierebbe rivoluzioni di mercato). Fazzini appare un prospetto valido su cui investire sia in senso assoluto, per un discorso anagrafico e di qualità, quanto proprio collegandosi all'incertezza a livello tattico: il giovane di proprietà dell'Empoli si potrebbe adeguare serenamente a entrambi gli assetti, senza processi forzati di adattamento.

In caso di 3-5-2 rappresenterebbe una mezzala, probabilmente il ruolo più congeniale per completare il proprio percorso, mentre nel 4-2-3-1 potrebbe andare ad agire sulla trequarti, come del resto accade anche per elementi per certi versi affini al profilo di Fazzini (Frattesi o Barella possono rappresentare esempi coerenti). Anche dal punto di vista del calciatore il passaggio di mercato risulta uno sbocco piuttosto naturale, un passaggio comunque graduale (senza le pressioni di una big di livello assoluto) ma tale da misurarsi con l'Europa e con un contesto senz'altro esigente come quello gigliato, senza allontanarsi da quella che - di fatto - rappresenta la realtà in cui è cresciuto (dalle giovanili alla Serie A).

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