La centralità di Dodò e Gosens nelle scelte di Pioli per la Fiorentina

Niente 4-2-3-1 per Pioli ma nessuna rinuncia alla spinta sulle fasce: merito di Dodò e Gosens
Dodò e Gosens
Dodò e Gosens / Gabriele Maltinti/GettyImages
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Il presente viola ci parla di un imminente colpo a metà campo, un Simon Sohm pronto a portare muscoli e atletismo a un reparto fin qui lacunoso da quel punto di vista, ma all'interno delle valutazioni estive fatte dalla Fiorentina - con l'arrivo di Stefano Pioli - un ruolo cruciale lo hanno rivestito senz'altro Dodò e Robin Gosens, elementi in grado di indirizzare tanto di ciò che è accaduto fin qui (nel ritiro agli ordini di Pioli e anche sul mercato).

Niente 4-2-3-1: il ruolo di Gosens e Dodò

Si può partire da una sorpresa, quella connessa al modulo: si pensava inizialmente che Pioli portasse con sé in viola il "marchio di fabbrica" rappresentato dal 4-2-3-1 che, anche al Milan, seppe fare la fortuna del tecnico. Ci s'interrogava dunque sulle necessità di mercato e appariva evidente che servissero esterni offensivi adatti a quel contesto tattico o a un 4-3-3: i rientranti Sottil e Ikoné non rappresentavano piste su cui puntare, Gudmundsson e Beltran (già sul piede di partenza) apparivano adattati e sprecati come esterni offensivi.

Stefano Pioli
Pioli / Gabriele Maltinti/GettyImages

Pioli ha scelto invece di seguire per certi versi la scia della continuità, puntando sulla difesa a tre e valorizzando due punti di forza della Fiorentina di Palladino: appunto Dodò e Gosens, elementi ideali per rendere come esterni a tutta fascia. Anche nel 3-4-2-1 (o 3-4-1-2) su cui Pioli sta lavorando la situazione non cambia, rimane evidente il ruolo chiave dei due esterni in entrambe le fasi: rinunciare al 4-2-3-1 non significa rinunciare in toto a esterni di spinta ma, anzi, può valorizzare ulteriormente il lavoro del brasiliano e del tedesco in fase offensiva.

I numeri dei due sono già da ali, considerando il rendimento nella scorsa stagione tra le varie competizioni: 8 gol e 10 assist per Gosens, 6 assist per Dodò e una richiesta (quella di Pioli) di diventare più pericoloso anche in zona gol, non soltanto nel fornire cross per i compagni. Ecco dunque che le armi offensive dei viola, al di là della coppia Kean-Dzeko o di una trequarti con Gudmundsson e Fazzini, passano proprio dagli esterni e da un'intuizione di Pioli - controintuitiva rispetto al passato del tecnico - che potrebbe davvero fare la differenza (in presenza dei giusti equilibri di una squadra ancora da rodare).

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