Fiorentina, tutto passa dal Betis? Le certezze che possono vacillare senza finale

Siamo distanti, per ragioni di prestigio, dai toni epici collegati all'approdo dell'Inter in finale di Champions League - dopo un doppio confronto memorabile col Barcellona - ma il peso specifico di una nuova finale di Conference League, per la Fiorentina, appare indubbiamente decisivo. Il ritorno della semifinale col Betis, dopo la sconfitta di misura rimediata al Benito Villamarin, risulta un crocevia cruciale sia per cercare un riscatto rispetto alle ultime due stagioni (con altrettante finali perse) che per proiettarsi sul futuro, sognando un salto di qualità dalla Conference all'Europa League.
La strada per l'Europa
La sconfitta di Roma ha complicato le cose in campionato, dove il destino non dipende dai viola ma dagli innumerevoli intrecci tra le dirette concorrenti, e la strada maestra per l'Europa passa per l'appunto dall'Europa stessa (anche al netto di una potenziale finale col Chelsea). Il richiamo del passato è chiaro, si parla appunto di una rivalsa dopo le sconfitte con West Ham e Olympiacos, d'altro canto a cambiare (senza Europa) sarebbe anche il futuro prossimo del club gigliato.
Le questioni in ballo sono numerose e vanno a toccare le fondamenta viola, anche quelle ricreate in questa stagione dopo un'estate di novità. Il primo tema sul tavolo riguarda Palladino, difeso a spada tratta da Commisso - anche nei momenti di maggiore delusione della piazza - ma atteso (spiega Repubblica) da valutazioni di fine stagione, con l'Europa come fattore potenzialmente determinante. La narrazione della proprietà, quella di una famiglia viola più compatta che mai, dovrebbe fare i conti con le pressioni dell'ambiente, pronto a farsi sentire in caso di mancato accesso alle coppe europee.
Certezze che vacillano
Parlando di punti fermi, dati spesso per scontati in ottica futura, possiamo citare anche Nicolò Fagioli e un riscatto che - a dire de La Gazzetta dello Sport - sarebbe ancora da conquistare con un finale di stagione da incorniciare. Il quotidiano sottolinea una certa discontinuità del centrocampista: senza Europa non ci sarebbe obbligo di riscatto e l'investimento (13,5 milioni di euro) richiederebbe dunque delle valutazioni, ferma restando la stima nei confronti del calciatore. Diverse le valutazioni legate a De Gea e Kean, veri e propri pilastri dell'annata viola e fattori decisivi per arrivare a giocarsi qualcosa di importante fino in fondo, tra Conference e campionato.
Appare complesso immaginare un futuro senza coppe europee per lo spagnolo e per l'attaccante azzurro, l'anno in viola è stato quello del riscatto definitivo ed è logico immaginare palcoscenici prestigiosi per entrambi: perdere la possibilità di qualificarsi all'Europa tramite la Conference risulterebbe un potenziale colpo anche in questo senso, andando a minare certezze date spesso per acquisite. Iniziare senza qualificazione europea un nuovo ciclo, prodigo di cambiamenti a livello tattico e di organico oltre che di guida tecnica, rischierebbe di anticipare una nuova estate di cambiamenti e di riflessioni, di rallentare una crescita ormai avviata da un triennio.
feed