Come potrebbe giocare l’Italia di Gattuso? Modulo e giocatori da valorizzare

Gennaro Gattuso
Gennaro Gattuso / Jonathan Moscrop/GettyImages
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Con l’arrivo ormai imminente di Gennaro Gattuso in panchina, l’Italia si prepara a un nuovo corso sportivo e tattico. Dopo l’esonero di Luciano Spalletti e il rifiuto di Claudio Ranieri, la FIGC sembra voler affidare all’ex centrocampista del Milan e campione del mondo del 2006 le speranze della Nazionale di qualificarsi al Mondiale 2026. Una figura che porta in dote grinta, passione e un'idea di calcio ben precisa, al netto delle recenti parentesi sfortunate. E proprio per questo, è già lecito chiedersi: come giocherà l’Italia di Gattuso? Quale sarà il modulo adottato? E quali giocatori potranno beneficiarne?

Il ritorno alla difesa a quattro

Gennaro Gattuso, Tiemouè Bakayoko
Gattuso con il suo giocatore preferito / Alessandro Sabattini/GettyImages

Analizzando le esperienze passate di Gattuso, emerge una predilezione piuttosto netta per la difesa a quattro. Il modulo più ricorrente è stato il 4-2-3-1, con il 4-3-3 come variante a seconda delle caratteristiche dei giocatori a disposizione e delle necessità della partita.

A prescindere dal sistema di gioco, Gattuso schiera sempre un centrocampista fisico più bravo in fase d'interdizione che in costruzione. Basti pensare all'utilizzo praticamente continuo di Bakayoko sia al Milan che al Napoli (dove tra l'altro non faceva mai giocare Lobotka) o di Kondogbia al Marsiglia. Entrambi colossi ai quali venivano affiancata gente più tecnica come Fabian Ruiz, Kessié e Veretout. La trequarti è affidata invece a giocatori capaci di agire tra le linee, ma più tecnici che veloci. Basti pensare a com'è riuscito a esaltare le qualità di Paquetà e Zielinski nel Napoli.

A Marsiglia e Spalato Gattuso ha iniziato a sperimentare la difesa a tre, ma visti i risultati raccolti e il rendimento deludente dell'Italia con il 3-5-2 è lecito pensare che tale soluzione possa venire accantonata almeno inizialmente, pronta a essere scongelata quando si avranno più certezze.

I giocatori che possono esaltarsi (e chi rischia di perdere spazio)

Riccardo Orsolini, Nicolò Barella, Giacomo Raspadori
Riccardo Orsolini, Nicolò Barella, Giacomo Raspadori / Claudio Villa/GettyImages

Il ritorno a un modulo con gli esterni offensivi rappresenta una vera e propria svolta per alcuni giocatori che sotto la gestione Spalletti erano finiti ai margini. Riccardo Orsolini e Mattia Zaccagni, entrambi quasi ignorati dal precedente commissario tecnico, diventano ora forti candidati per una maglia da titolare nell’Italia di Gattuso. Il 4-3-3 e il 4-2-3-1 sono infatti i moduli ideali per esaltare le loro caratteristiche: dribbling, velocità e capacità di puntare l’uomo nell’uno contro uno. E a questo punto non sarebbe un'eresia il ritorno in azzurro di Federico Chiesa, qualora le sue condizioni fisiche lo permettessero, naturalmente.

Proprio quella posizione centrale sulla trequarti sembra cucita su misura per Giacomo Raspadori, che Gattuso potrebbe collocare stabilmente alle spalle dell’unico centravanti. Ma potrebbero alternarsi anche Lorenzo Pellegrini, finito in soffitta negli ultimi mesi, e Davide Frattesi, che in quella posizione avrebbe maggiore libertà di inserirsi senza palla. All’occorrenza, anche Nicolò Barella potrebbe essere avanzato sulla trequarti, soprattutto se Gattuso volesse dare maggiore intensità e pressing alto alla sua Italia. Per quanto riguarda i giovani in rampa di lancio, Giovanni Fabbian può essere la sorpresa.

Ovviamente, ogni cambiamento comporta anche delle rinunce. Da perfetto braccetto di sinistra, Riccardo Calafiori tornerà a fare il terzino, andando a saturare la situazione su una fascia già contesa da Federico Dimarco e Destiny Udogie.

Ma il nodo più delicato potrebbe riguardare l’attacco. Con Fiorentina e Atalanta, Moise Kean e Mateo Retegui hanno reso al meglio quando affiancati da un altro attaccante. E anche la Nazionale si stava adattando in questo senso, con Kean in particolare che stava iniziando a segnare con regolarità (vedi la gara di ritorno nei quarti di Nations League contro la Germania). L'eventuale ritorno a un modulo con una sola punta potrebbe riaprire le difficoltà offensive dell’Italia viste nelle precedenti gestioni, con il rischio di “isolare” in avanti i due centravanti e limitarne l'efficacia. Gattuso dovrà quindi valutare se adattare il sistema alle loro caratteristiche o puntare su profili più adatti a reggere il peso dell’attacco da soli.

Verso un’Italia più “operaia”

L’impronta di Gattuso non sarà solo tattica, ma anche mentale. La sua Nazionale potrebbe essere meno spettacolare, ma più pragmatica, combattiva e attenta ai dettagli. Un’Italia che punta sull’aggressività, la compattezza e la capacità di soffrire. Un ritorno a un’identità più “operaia”, ma efficace (speriamo). E se la storia insegna, è proprio nei momenti di difficoltà che l’Italia riesce a reinventarsi. Gattuso potrebbe essere l’uomo giusto per farlo.


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