Gattuso nuovo CT dell'Italia? Le sue ultime esperienze in panchina

Dopo l’esonero di Luciano Spalletti e il rifiuto di Claudio Ranieri, il nome che sta scaldando l’ambiente azzurro è quello di Gennaro Gattuso. L’ex mediano del Milan, campione del mondo nel 2006, è in pole per la panchina della Nazionale italiana in virtù del carisma, della grinta e del senso d'appartenenza alla maglia da cui la Federcalcio vuole ripartire per cercare di centrare la qualificazione al Mondiale.
Eppure, da quando Gattuso ha lasciato l’Italia, il suo nome è uscito dai radar, se non per qualche conferenza stampa colorita e per le classiche uscite “alla Ringhio”. E allora, dove è stato Gattuso negli ultimi anni? E cosa ha fatto in panchina? Ripercorriamo le sue ultime esperienze, tra promesse mancate, ostacoli economici e una sorprendente avventura nei Balcani.
Tra la "fuga" da Firenze e il caos di Valencia
Dopo aver allenato Milan e Napoli, il 25 maggio 2021 Gattuso viene annunciato come nuovo allenatore della Fiorentina. Un'avventura che però si chiude ancor prima di iniziare, visto che il 17 giugno la società viola ne comunica la rescissione consensuale a causa di alcune divergenze sul mercato e in particolare per quanto riguarda i rapporti con il potente procuratore Jorge Mendes.
Dopo un anno sabbatico, Gattuso decide di rilanciarsi all’estero e accetta la proposta del Valencia. Ma anche qui le cose si complicano presto. Il club spagnolo versa in condizioni economiche drammatiche, con una rosa ridotta all’osso, pochissimi investimenti e una tifoseria in costante protesta. I risultati, inevitabilmente, non arrivano: dopo aver raccolto appena 20 punti in 18 giornate e aver portato la squadra a un punto dalla zona retrocessione, Gattuso viene esonerato dopo soli 7 mesi.
La (triste) parentesi al Marsiglia
Nonostante il fallimento a Valencia, Gattuso riceve un’altra chiamata importante: nell’estate del 2023 diventa infatti l’allenatore dell’Olympique Marsiglia. Stavolta però i problemi non sono economici, bensì tecnici e ambientali. I risultati altalenanti - 9 vittorie, 8 pareggi, 7 sconfitte - vengono aggravati da una clamorosa eliminazione in Coppa di Francia per mano del Thionville, squadra dilettantistica di Serie D. Un'umiliazione che segna il destino dell’allenatore calabrese.
La sconfitta interna contro il Brest, che precede l’esonero, è il punto più basso. In conferenza stampa, Gattuso si presenta visibilmente abbattuto, quasi irriconoscibile rispetto al lottatore passionale che tutti conoscono. “Mi assumo le colpe, non abbiamo anima”, le sue ultime parole da tecnico dell'OM.
Capo popolo a Spalato
Con due parentesi difficili alle spalle, Gattuso sceglie un campionato meno di grido: in estate accetta infatti la proposta dell’Hajduk Spalato, nobile decaduta della Croazia che sta facendo i conti con una forte crisi finanziaria. La situazione precipita quando il direttore sportivo Nikola Kalinic - ex attaccante che Gattuso ha allenato al Milan - si dimette per i mancati pagamenti degli stipendi. Lo stesso Gattuso ammette pubblicamente di guadagnare 400mila euro all’anno, una cifra molto bassa per un allenatore della sua esperienza.
Eppure, è proprio in questo contesto difficile che Ringhio dà il meglio di sé. L’Hajduk resta in corsa per il titolo fino all’ultima giornata, sfumato solo per un finale di stagione sfortunato che vale “solo” il terzo posto. Un risultato comunque positivo rispetto alle aspettative iniziali, ma che comunque non convince Gattuso e l'Hajduk a proseguire insieme: al termine del campionato, arriva quindi la rescissione consensuale del contratto.
Gattuso sulla panchina azzurra?
Gattuso, dunque, torna in orbita azzurra con alle spalle esperienze complicate, ma anche segnali di crescita, maturità e capacità di lavorare in contesti difficili. La grinta non gli manca, e nemmeno l’empatia con i giocatori. Resta da capire se la FIGC punterà davvero su di lui per il post-Spalletti o se Ringhio resterà ancora a guardare. Di certo, stavolta, i riflettori sono tutti puntati su di lui.
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