Vasilije Adzic raccontato da chi l'ha visto crescere in Montenegro

Vasilije Adzic
Vasilije Adzic / Marco Canoniero/GettyImages
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Questa potrebbe essere la stagione della crescita di Vasilije Adzic, con possibilità di consacrarsi nel giro di pochi anni. C'è chi non ha mai avuto dubbi sulle qualità del centrocampista classe 2006, e si tratta di Filip Stanojevic, che da direttore tecnico delle nazionali giovanili del Montenegro ha visto passare l'attuale giocatore della Juventus. Queste le sue parole:

"Dalle sue prime apparizioni nelle selezioni giovanili, 14-15 anni, è sempre stato un piacere vederlo sia in allenamento che in partita. Già a 16 anni dimostrava un talento straordinario, segnando contro grandi nazionali, così come con il Buducnost nel campionato montenegrino e nelle competizioni europee. La sua specialità sono i calci di punizione: potenti, precisi e decisivi. L'ha dimostrato nel modo migliore quando i suoi gol hanno portato l'Under 19 del Montenegro agli Europei per la prima volta nella storia. Anche un idolo come Jovetic lo considera già un futuro leader della nazionale maggiore".

"Durante il suo periodo al Buducnost e con le nazionali montenegrine, si parlava di interesse da parte di vari club in tutta Europa. Ma Vasilije era determinato ad andare alla Juventus: non sono mai esistite altre opzioni".

"La Juventus ha molti tifosi in Monenegro e ancora di più da quando Vasilije gioca con loro. In tanti hanno guardato la sfida contro l'Inter solo per lui. Quando ha segnato il gol decisivo tutto il Paese ha festeggiato. Non è stata solo una vittoria della Juventus, ma è sembrata la vittoria di un'intera piccola nazione: un momento unico. Ma ne arriveranno altri, ne sono certo. Vasilije unisce talento, lavoro e una forza mentale incredibile: una cosa rara per un giovane. Dopo la partita contro l'Atalanta ha gestito la situazione con grande maturità. Questo è il calcio e lui lo sa bene, è rimasto concentrato, positivo e professionale come sempre. La sua energia è intatta e l'errore fa parte del passato".

"Penso che lui debba giocare da numero dieci, come trequartista. Lì può esprimere al massimo la sua visione di gioco e la sua creatività. Penso sia la dimensione ideale per Adzic".

"Per lui ogni giorno è un sogno. Si sta davvero godendo tutto, dal lavoro con allenatori e compagni, fino al sostegno dei tifosi alla professionalità dello staff. Ma ciò che colpisce di più è che non si sia accontentato di arrivare a Torino. Sta lottando per guadagnarsi un posto in squadra. Vuole essere un giocatore che fa la differenza nei grandi momenti, come nella partita contro l'Inter".

"Il suo idolo da bambino è sempre stato Lionel Messi. Il suo stile di gioco però mi ricorda quello di Kevin De Bruyne. Non perché lo imiti, ma per il modo in cui legge il gioco, anticipa i movimenti e crea occasioni per i compagni. La sua visione, la precisione nei passaggi e la capacità di influenzare la partita nei momenti decisivi sono davvero notevoli".

"Adzic sta già scrivendo la storia e siamo solo all'inizio. Ha talento, energia e soprattutto la mentalità di un vincente. Ci renderà orgogliosi altre volte, ne sono sicurissimo. Non gioca solo a calcio, porta il nome del Montenegro sul palcoscenico più importante e ogni giorno ci dimostra che niente è impossibile".


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