Gli unicorni gonfiabili, imeme e "ala perfetta": il redemption arc di Harry Maguire

È l'ottobre del 2018 quando la Banca d'Inghilterra lancia un sondaggio per chiedere alla popolazione britannica chi avrebbe voluto sulle nuove banconote da 50 sterline che sarebbero state lanciate di lì a breve. Un afflato di libero arbitrio che evidentemente i sudditi di Sua Maestà non si sono fatti sfuggire, regalandoci una delle votazioni online più surreali di sempre. A pochi giorni dalla chiusura del sondaggio (che ovviamente aveva solo uno scopo consultivo) a contendersi la tanto ambita banconota sono in tre: il genio matematico Alan Turing (spoiler: vincerà lui), la discussa Iron Lady Margaret Tatcher e lui, Harry Maguire in costume da bagno che cavalca un unicorno gonfiabile.
The Bank of England announced that the £50 note will not be scrapped.
— BBC Sport (@BBCSport) October 16, 2018
Now there's a petition to have Harry Maguire (riding an inflatable unicorn) on the new note.
👉 https://t.co/3AfW28HTnG pic.twitter.com/TuACx3Tznh
Un'immagine che oggi ci può sembrare un brainrot prodotto dall'intelligenza artificiale ma che all'epoca era invece la rappresentazione di una nazionale che pensava di aver dato vita a un nuovo ciclo. Qualche mese prima, durante l'estate, l'Inghilterra si piazzava al quarto posto del Mondiale in Russia al termine di una cavalcata sorprendente, conclusa in semifinale con l'eliminazione per mano della Croazia e con la sconfitta nella finalina contro il Belgio. Tra i Tre Leoni c'erano sono giovani promettenti come Alexander-Arnold, Dele Alli e Rashford, considerati da tutti i futuri fenomeni del calcio europeo, ma anche giocatori già più in là con l'età, che però non avevano mai combinato granché in carriera. Tra questi c'è proprio Maguire, all'epoca dei fatti 25enne e reduce da una buona stagione in cui aveva giocato tutte le 38 partite con la maglia del Leicester, conquistandosi la chiamata per quello che era il suo primo torneo internazionale in assoluto.
Con un fisico da orco e la faccia da buttafuori del pub sotto casa, diventò in pochi giorni un’icona. A farlo entrare nei cuori dei tifosi fu il gol ai quarti contro la Svezia, un'incornata che gli valse l'affettuoso soprannome Slab Head, "testa di legno", e che alimentò le (vane) speranze dell'Inghilterra di "riportarla a casa".
Poi arrivò il 2019 e il passaggio al Manchester United per la cifra di 87 milioni di sterline. Ottantasette. Era evidente che i Red Devils volessero battere il record stabilito dai rivali del Liverpool, che appena l'anno prima avevano speso quasi 85 milioni per van Dijk, ma quella cifra destò scalpore anche se il calcio inglese era già abbondantemente entrato nella sua fase, tuttora in corso, delle spese sconsiderate.
Se i presupposti non erano dei migliori, i risultati furono invece nefasti. Maguire iniziò a commettere un errore dopo l'altro, finendo nella centrifuga delle prese in giro sui social. Tra meme, video completamente decontestualizzati, la canzoncina (che poIl mondo del calcio entrò in modalità ironia automatica: meme ovunque, parodie a non finire, una canzoncina diventata virale“HARRY MAGUIREEEE” (che potete riascoltare nel video qui sotto) e il coro che recitava: “Harry Maguire, your defence is terrifying”, Maguire diventò praticamente lo zimbello del calcio.
Eppure, in mezzo a tutti gli errori comici, i retropassaggi da incubo e i tackle che sembravano tentativi di wrestling, c’era una costante: Gareth Southgate. Il CT dell’Inghilterra non ha mai smesso di credere in lui. Nemmeno quando il pubblico lo fischiava, nemmeno quando sembrava il sosia triste di sé stesso. Per Southgate, Maguire è sempre stato una colonna portante, uno che con la maglia nazionale si trasforma.
E adesso? Adesso, cari detrattori, Harry Maguire si sta godendo il suo personalissimo redemption arc. In questa Europa League sta giocando come se fosse posseduto dallo spirito di Beckenbauer: ha segnato la rete decisiva al 121' nel rocambolesco 5-4 nel ritorno dei quarti contro il Lione, e nella semifinale d’andata contro l’Athletic Bilbao è stato protagonista nell’azione del primo dei tre gol. A fine partita, Bruno Fernandes, a metà tra il serio e il sarcastico, lo ha definito “un’ala perfetta”. E basta vedere lo spunto degno del miglior Garrincha per dargli ragione.
Sì, Harry Maguire. L’uomo che una volta era un meme ambulante. Oggi è il pilastro del Manchester United che spera di salvare la sua stagione vincendo l'Europa League. Ha ancora quell'andamento caracollante e la tecnica di un fabbro, ma se questo è un riscatto, è uno dei più incredibili degli ultimi anni. E chissà, magari un giorno finirà davvero su una banconota. Magari da 87 sterline.
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