Un ritorno alla Juve con Del Piero e le idee sull'attacco bianconero: parla Trezeguet

Il ruolo di David Trezeguet nella storia della Juventus, si tratta del resto del quarto miglior marcatore della storia bianconera, fa sì che le parole del francese abbiano tutt'ora un certo peso e che le suggestioni su un possibile ritorno in qualità di dirigente (così come nel caso di Del Piero) riescano ancora a intrigare. Lo stesso Trezeguet ha parlato a Bari, al Teatro Forma, soffermandosi sul sogno di un ritorno alla Juve ed esprimendo un parere sull'attacco della squadra di Tudor. Queste le parole dell'ex attaccante nel corso di un evento organizzato dallo Juventus Official fan club di Bari:
"Mi emoziona ricevere ancora tutto questo affetto. La Juve è stata la mia vita: lì ho scritto la mia storia. Rimanere a Torino anche dopo la retrocessione penso abbia rappresentato il momento più importante della mia carriera. La società ci diede la possibilità di andare via, ma io non volevo. Sentivo il bisogno di ricambiare l’amore del club. Purtroppo ci hanno tolto degli scudetti nonostante ce li fossimo guadagnati sul campo" riporta Tuttosport.
Un ritorno alla Juve: "La Juve sta cercando in tutti i modi di tornare ad alzare dei trofei. La verità è che sono cambiate tante cose, a cominciare dai dirigenti e penso che con il tempo il club abbia perso la sua identità. Ci sarà tanto da lavorare per ripristinarla. In questi anni in Argentina ho studiato per diventare un direttore sportivo. Sono pronto e aspetto solo che mi venga data un’opportunità. Se tornei alla Juve? Assolutamente sì, come del resto tornerebbe Alex Del Piero. Sono contento quando vedo società che decidono di includere nella dirigenza ex calciatori che hanno scritto la storia del club".
L'attacco della Juve di oggi: "In attacco sono arrivati David, Openda e Zhegrova. Giocatori interessanti e dalla buona qualità tecnica, ma alla Juve non basta questo. Starà a loro - con l’aiuto di Tudor - farci vedere che meritano di difendere questi colori. Da Vlahovic, ad esempio, ci aspettavamo tutti di più. Forse ci siamo sbagliati: giocare alla Fiorentina non è come farlo per la Juventus. Sono passati tre anni eppure Dusan non sembra aver capito dove si trovi. Anche se a dire la verità ora mi pare più sereno: sembra quasi che si sia spogliato di quella responsabilità di cui si è sempre investito. Ora che non lo eleggiamo più come un titolare fisso, paradossalmente, ha rincominciato a segnare con continuità. Forse è questa la sua dimensione: un giocatore concreto a gara in corso".
Su Yildiz: "Non sarebbe stato male giocare con Yildiz. Un ragazzo davvero interessante, semplicemente diverso. Incarna l’idea del 10 puro: quando ha la palla tra i piedi dà sempre l’impressione di poter fare qualcosa di speciale. Nella mia testa infatti lo vedo più seconda punta che ala. L’ho ammirato nelle gare del Mondiale per Club e mi ha davvero impressionato. É giovane, bisogna lasciarlo crescere".
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