Un 2025 favoloso per il Napoli e i margini di crescita di Hojlund: parla Conte

Il Napoli espugna lo Zini battendo 2-0 la Cremonese nel match valido per la diciassettesima giornata di Serie A. Partenopei che si portano così a 34 punti a -1 dal Milan capolista, in attesa dell'impegno di questa sera dell'Inter. Dopo il triplice fischio, intercettato dai microfoni di DAZN, Antonio Conte ha commentato così la prove offerta dai suoi.
Un 2025 favoloso per il Napoli:
"Festeggiamo un anno bellissimo, dove abbiamo fatto qualcosa di bello e inaspettato, con la vittoria dello Scudetto e della Supercoppa. È stato un anno pieno di emozioni, a Napoli festeggiano in maniera diversa rispetto alle altre parti. In campionato siamo lì. Cerchiamo di stare vicino alle posizioni di alta classifica. Lo stiamo facendo bene anche in un anno con diverse problematiche. Le stiamo affrontando con coraggio, va detto. Si può vincere o perdere, ma i ragazzi vogliono onorare lo scudetto e rendere orgogliosi i tifosi".
Dove può arrivare Hojlund?
"È un calciatore prima di tutto giovanissimo, può migliorare tanto. Sta diventando dominante, inizia a capire la posizione giusta, quando deve andare in profondità o venire incontro. Nel mio calcio gli attaccanti rivestono un ruolo particolare nell'economia del gioco, diventano dei riferimenti. Ha margini di crescita altissimi. Annibale diceva: "Se non c'è una squadra bisogna costruirla". E noi la stiamo costruendo affrontando le difficoltà. Oggi è l'ultima partita dell'anno e mancavano Meret, Anguissa, De Bruyne e Gilmour, tutti giocatori importanti. Mi auguro che possano tornare, anche se ci sono infortuni molto seri come quelli di Lukaku e De Bruyne. Serve pazienza e bisogna vedere in che condizioni torneranno".
Perché il Napoli non è pronto a dominare in Italia secondo lei?
"Per tanti motivi. È un percorso appena iniziato. A livello di struttura non siamo pronti. Oggi ribadisco: per me Juve, Inter e Milan per struttura, seconde squadre, monte ingaggi e valore patrimoniale sono diverse rispetto alle altre. Non dobbiamo fare il passo più lungo della gamba. Ogni volta che vince qualcuno che non è una di queste tre è stato fatto qualcosa di straordinario. Non puoi mettere la testa sotto la sabbia e ignorare questa differenza. Poi con il lavoro e l'abnegazione si cerca di colmarla sul campo, ma stiamo parlando di realtà diverse".
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