Tudor presenta il Mondiale per Club ed esalta il peso di Yildiz per la Juve

La Juventus si prepara ad affrontare il proprio percorso al Mondiale per Club, nella notte tra mercoledì 18 e giovedì 19 giugno (alle 3.00) andrà in scena il debutto bianconero con l'Al Ain, e Igor Tudor spera di chiudere al meglio la stagione per poi proiettarsi sul 2025/26 ancora saldamente alla guida della squadra. Lo stesso tecnico bianconero ha parlato ai microfoni dei canali ufficiali FIFA soffermandosi sulla partecipazione al Mondiale per Club, queste le sue parole:
Il nuovo Mondiale per Club: "È una cosa nuova, è una cosa bella. Sicuramente sarà entusiasmante perché è la prima e poi ci sono tutte quelle squadre forti là. Un torneo è sempre un torneo. È una cosa bella che da bambini adoravamo. Da bambini quando si facevo i tornei erano tutti entusiasti, tutti volevano partecipare per vedere chi è più forte. Ora si tratta di tutti i club più forti al mondo tutti insieme. Una cosa particolarmente bella non solo da giocare ma anche da guardare, da vedere. Sì che siamo emozionati".
Obiettivo della Juve: "Ognuno si aspetta il massimo. La Juventus è un club che gioca sempre per vincere. Si va là per fare il meglio possibile combattendo gara dopo gara. Cosa rende la Juventus un club speciale? La Juventus è speciale soprattutto per la cultura del lavoro che è sempre stata il fondamento di questo club. Un club dove si rispetta la gerarchia, dove c’è tanta voglia di sacrificio quotidiano, di resilienza... tutto. Dare sempre il massimo. Questo rende questo club vincente. Un’altra cosa è che si è vinto tanto grazie soprattutto alla mentalità".
Essere l'allenatore della Juve: "Sento di essere al posto giusto. Quando me lo chiedono, io sono qua da un mese, io rispondo così, che mi sento bene, motivato, voglioso, circondato da persone di qualità, che mi vogliono anche bene, che vogliono cercare di fare il meglio. Mi sento anche felice e orgoglioso".
Su Yildiz: "È molto importante perché è uno di quei giocatori che giocano in ruoli che fanno la differenza. È quello che piace ai tifosi, il goal, l’assist. Quei giocatori sono sempre più sott’occhio, al centro dell’attenzione. Sono sempre di meno quelli che sono come lui un mix di numero 10 e numero 9. È uno che vede la porta e ti fa giocare bene. Sono rari. Lui ha una dote che da fuori non vedi, è la sua mentalità. Essere sempre sul pezzo, sempre dentro ogni allenamento e dentro ogni esercizio senza paura e con una personalità che... va coltivata, va cercata dai giocatori. Non è una cosa scontata nelle nuove generazioni. C’è sempre meno personalità. Quando trovi qualcuno che ha quello e quella mentalità, quelle qualità, bisogna tenerselo stretto quel giocatore".
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