Sampdoria in Serie C: tutte le tappe dell'incubo blucerchiato

Quando una squadra retrocede, le responsabilità sono quasi sempre distribuite: si sommano errori dirigenziali, scelte tecniche sbagliate, limiti della rosa e, banalmente, momenti chiave girati nel verso sbagliato. Non c’è mai un unico colpevole, ma un insieme di fattori che si trascinano, si accumulano e, alla lunga, presentano il conto. Fa senza dubbio effetto vedere una realtà storica come la Sampdoria, con un passato glorioso e una tifoseria così presente, sprofondare in Serie C. Una caduta che è il frutto di anni di difficoltà, crisi societarie e mancate inversioni di rotta. Ecco, tappa dopo tappa, i momenti decisivi che hanno portato all’incubo della retrocessione blucerchiata.
1. Le grandi ambizioni e l'esonero di Pirlo
La stagione della Samp parte con grande ambizione, non solo per l'acquisto di giocatori importanti per la categoria, ma soprattutto per l'arrivo in panchina di Andrea Pirlo. L'avventura blucerchiata dura però appena tre partite: dopo un pareggio e due sconfitte, il tecnico viene infatti sollevato dall'incarico, lasciando una squadra in crisi di risultati e senza un'identità precisa. Al suo posto arriva Andrea Sottil, un altro allenatore con un trascorso importante in Serie A che tiene quindi vive le speranze per la promozione.
2. Il rebus tra i pali
Non sarà la motivazione principale che ha portato alla retrocessione, ma la situazione portieri è comunque un altro segno della confusione che quest'anno ha regnato in casa doriana. Basti pensare che nelle prime cinque giornate si alternano ben tre estremi difensori: Ghidotti, Vismara e Silvestri. Sottil li ruota senza però trovare le giuste garanzie. Poi tocca a Perisan, infortunatosi alla prima partita giocata, e infine a Cragno, arrivato a gennaio dal Monza.
3. L'attacco che non ingrana
In estate la Sampdoria incendia il mercato della Serie B acquistando Gennaro Tutino e Massimo Coda, rispettivamente il secondo e il quinto capocannoniere della stagione precedente. I due però non trovano l'intesa, tant'è che a fine 2024 hanno realizzato complessivamente 9 gol. Uno score misero che, complice anche la classifica che inizia a diventare complicata, porta la dirigenza a ingaggiare M'Baye Niang, un altro centravanti di spessore che però non riesce a ripetere il miracolo compiuto l'anno scorso ad Empoli e che segna solo 3 volte tra febbraio e marzo per poi terminare la stagione a secco.
4. L'esonero di Sottil, l'arrivo di Semplici e la contestazione
Il crollo vero e proprio della Samp si concretizza tra il 30 ottobre 2024 e il febbraio 2025, periodo in cui passa quattordici partita senza vincere. A dicembre viene esonerato Sottil e la panchina è affidata a Leonardo Semplici, ma neanche l'ex SPAL riesce a invertire la rotta di una nave ormai alla deriva. La tifoseria, sempre presente al Ferraris, esaurisce la pazienza e dà il via a forti contestazioni che costringono la società a mandare la squadra in ritiro in un luogo segreto.
5. Il ritorno delle vecchie glorie
Il 10 aprile la Sampdoria si rivolge alle sue bandiere per provare a strappare una salvezza che si fa sempre più complicata. Dopo l'esonero di Semplici, il nuovo allenatore diventa Alberico Evani, coadiuvato da altri grandi ex blucerchiati come Attilio Lombardo, Giovanni Invernizzi e Andrea Mancini, figlio dell'ex CT Roberto, che invece viene nominato consulente esterno della società. Evani vince all'esordio lo scontro diretto col Cittadella, poi totalizza 5 punti nelle successive 4 partite.
6. Il baratro
Si arriva all'ultima giornata, quella di ieri sera, in cui la Samp deve necessariamente battere la Juve Stabia in trasferta per sperare quantomeno nei playout. La partita termina 0-0, con Niang che si divora un'occasione clamorosa infrangendo di fatto ogni speranza di salvezza dei doriani, che retrocedono così in Serie C per la prima volta nella loro storia.
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