Rebus Franchi: il perché dei ritardi, la reazione della Fiorentina e dei tifosi

Se il quadro offerto dalla classifica non fosse già abbastanza tetro, e sicuramente lo è, emergono aspetti per così dire collaterali (ma ingombranti) all'interno del panorama gigliato: la Fiorentina non avrà la Curva Fiesole pronta per il 2026, anno del centenario viola, a causa dello slittamento dei lavori di restyling (al 2027, come spiegato dalla sindaca Sara Funaro, mentre nel 2029 dovrebbe chiudersi per intero l'iter dei lavori all'impianto di Campo di Marte). I rapporti tra la Fiorentina e il Comune di Firenze, già ondivaghi in passato o comunque tutt'altro che idilliaci, rischiano dunque di condurre a un nuovo muro contro muro, a un risentimento da parte di una proprietà che - dal canto proprio - ha dimostrato coi fatti (oltre che coi propositi) di voler puntare sulle infrastrutture per aumentare il valore del club a lungo termine, per generare qualcosa che resti.
Il motivo dei ritardi
La sindaca Funaro ha reso nota l'impossibilità, per problemi di natura tecnica, di tenere fede al cronoprogramma specificatamente connesso alla Curva: "Dopo la variante abbiamo il nuovo cronoprogramma che mantiene il termine per il completamento dei lavori complessivi al 2029 - riporta La Nazione - e ad oggi la parte tecnica mi ha confermato questa data. Abbiamo però un elemento di criticità: mi era stato consegnato un cronoprogramma intermedio dove l’auspicio era quello di arrivare a concludere gli interventi in curva Fiesole ad agosto 2026, per il Centenario della Fiorentina. Purtroppo, per una serie di problemi tecnici, ci sono stati dei ritardi che comportano uno slittamento del completamento del primo lotto di lavori nei primi mesi del 2027". Di quali criticità tecniche si tratta? In particolare ci si riferisce all'acciaio per la copertura e i pali di fondazione (per difficoltà riscontrate nel sottosuolo), con necessità di variare tipologia costruttiva rispetto ai presupposti ipotizzati nel cronoprogramma intermedio,
La reazione della società
La Fiorentina, come preventivabile, ha diramato un comunicato relativo a quanto fatto emergere dalla Funaro, una nota ufficiale che spiega la posizione - tutt'altro che comoda - in cui si trova la società gigliata: "ACF Fiorentina, in merito alla nota di oggi del Comune di Firenze sullo Stadio Franchi, precisa che il Comune ha fornito nei giorni scorsi informazioni riguardanti l’avanzamento dei lavori ed i ritardi che sono già previsti a fine 2026. Il Club non può che esprimere malcontento e sorpresa vista la disponibilità mostrata da sempre come, per esempio, aver lasciato libero lo stadio da fine maggio a metà settembre di quest’anno. Sono stati illustrati anche ulteriori e possibili attività per la seconda parte dei lavori che, al momento, potrebbero comunque prevedere alcuni mesi lontani dal Franchi. Scenari che non possono che generare preoccupazione e dispiacere. Alla luce degli ultimi elementi forniti, come già comunicato al Comune, le condizioni per un eventuale coinvolgimento della Fiorentina nel progetto dovranno essere nuovamente valutate. Rimane ancora l'enorme dispiacere per non essere riusciti a portare a termine con i precedenti interlocutori il Nuovo Franchi che, nel 2019, il Presidente Commisso avrebbe voluto realizzare a proprie spese dovendo poi prendere atto che ciò non è stato mai permesso. Lo Stadio Franchi, oltre ad essere un cantiere ormai già da febbraio 2024, rimarrà tale con tutte le difficoltà economiche e sportive che ne derivano, sicuramente per tutta la stagione 2026/27, anno del centenario".
La reazione dei tifosi
Accanto alla reazione della Fiorentina, con tutto il disappunto del caso, non mancherà l'altrettanto ovvia presa di posizione di chi viene maggiormente toccato dal cantiere in cui si è tramutato il Franchi: la tifoseria viola, spaventata tra l'altro dall'idea di un potenziale trasloco lontano da Campo di Marte. I risultati deludenti sul campo trovando dunque una sponda tutt'altro che gradita sul fronte dello stadio, secondo La Repubblica è evidente che dopo gli striscioni apposti fuori dallo stadio (striscioni critici per l'appunto a tema restyling) si preparino nuove mobilitazioni. Possibile che il mondo del tifo organizzato, pensando agli ultras ma anche all'ACCVC, inizi a muoversi già in occasione della sfida casalinga in programma domenica contro il Bologna.
Da restyling a vicolo cieco
C'è amarezza in tutte le parti in causa, accompagnata soprattutto al rimpianto di ciò che poteva essere e non è stato: la disponibilità di Comisso rispetto a un nuovo impianto è sempre stata nota e totale, a patto di avere quella libertà d'azione che non è mai stata garantita. Un nodo che affligge, non da oggi, le realtà italiane che intendono muoversi per adeguare il panorama delle infrastrutture rispetto a standard più elevati e a realtà calcistiche sempre più distanti dalla nostra. La perplessità di Commisso e della Fiorentina, tifoseria compresa, si lega anche ai disagi di un possibile trasloco (ipotesi che torna dunque in ballo) e al sospetto che i rinvii e i ritardi possano rivelarsi nuovamente all'ordine del giorno, come una triste consuetudine con cui fare i conti. Aspetti, questi, che logicamente rendono anche complesso - per il club - capire in che modi e in che tempi contribuire di tasca propria ad un progetto che, col passare degli anni, appare sempre più un rebus, una sorta di vicolo cieco. Il tutto, poi, col rammarico di avere una Fiesole ancora in forma di cantiere in un anno così importante come quello del centenario.
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