Ranieri non nasconde il peso speciale del derby e racconta il momento di Pellegrini

Ranieri
Ranieri / Sebastian Frej/MB Media/GettyImages
facebooktwitterreddit

Una classifica dai tratti ben diversi per Roma e Lazio e tanta volta di trovare un potenziale motivo di riscatto in una stagione fin qui amara: i giallorossi di Claudio Ranieri si preparano ad affrontare i biancocelesti di Baroni, tra le sorprese della stagione, nel derby in programma domenica sera. Il tecnico romanista Ranieri ha presentato il derby in conferenza stampa, ribadendo il peso specifico della sfida, a maggior ragione da tifoso della squadra che allena. Queste le sue parole:

Come sta la Roma e il peso del derby: "Abbiamo recuperato quasi tutti. Celik ha febbre e vediamo domani se ha sfebbrato. Cosa rappresenta per me? Essendo tifoso rappresenta un po' la stracittadina, tutto quello che può pensare un tifoso, che sia romanista, laziale, del Genoa, Sampdoria, Inter, Milan. Insomma, è la partita importante, è una partita che uno senta ancora di più. Per quanto riguarda in questo momento, la classifica parla chiaro. Loro stanno vivendo un momento eccezionale, hanno fatto un girone d'andata stratosferico molto bene, giocano in velocità, con pochi tocchi, è una squadra temibilissima. Dall'altra parte il derby è il derby e fa sempre storia a sé" riporta VoceGiallorossa.

I ricordi del derby: "Mi ricordo da ragazzo, andavo in Curva Sud, allora c'erano ancora, la Curva Sud che era tre quarti romanista e un quarto laziale. E tutti si aspettava Dante, il capotifoso, che veniva e iniziavano i cori. Per cui ricordo quello, c'erano gli sfottò. Dicembre ci ha fatto capire che siamo una squadra che è riuscita a ricompattarsi, siamo squadra, abbiamo dei difetti e lavoriamo per eliminarli. Ancora non siamo al 100% sotto questo aspetto, però abbiamo rimesso perlomeno la nave in navigazione. Adesso dove potrà arrivare, onestamente io non ho mai promesso alle mie squadre niente di che se non lavoro, sacrificio e voglia di dare il massimo in ogni frangente di ogni partita".

Nessuna valutazione di classifica: "Non vale solo per i tifosi, allora vale anche per me, per cui non mi tranquillizza. Il derby è il derby, così come dall'altra parte ci tengono a far bene e a vincere la gara, così ci teniamo noi a far bene e a vincere la gara. Magari per voi che scrivete, dovete, certo, abbiamo tutti vissuto altri tipi di derby, però il derby è il derby, non conta la classifica, non conta nulla. Si azzera tutto, è una partita dove tutto si azzera, con la stessa voglia di far bene, tanta determinazione e voglia di far bene. L'agitazione non è una buona motivazione, la motivazione è nella consapevolezza della forza dell'avversario, della tua forza e di quello che si deve fare per cercare di vincere".

Un derby con tanti elementi inesperti: "Io credo sempre che il vantaggio è mettere giocatori che stiano bene fisicamente, che facciano reparto, che facciano squadra. Poi, al di là dei debuttanti o non debuttanti, è importante che stiano bene fisicamente, moralmente e in connessione l'uno con l'altro. E quella è la mia ricerca".

Su Pellegrini: "Sento molto feeling con Lorenzo. È solo una questione psicologica, perché tecnicamente lo considero, come dico sempre, uno dei migliori centrocampisti in Europa, perché sono pochi i centrocampisti che fanno gol, e chi ce li ha li dovrebbe tenere stretti, però lui soffre questo fatto dei tifosi. E io devo tenere presente se un giocatore se ne fa carico o gli scivolano via. Lorenzo se li carica tutti, e questo è il peccato, il suo peccato è questo, che si carica tutti i problemi, e invece dovrebbe giocare con naturalezza così come era abituato a fare. E solo così può ritornare il giocatore che è libero da ogni peso, lui si porta dei macigni dietro. Non è facile giocare in casa che se fa uno, due, tre errori il beniamino del pubblico non succede niente. Fa un mezzo errore lui e subito viene caricato di negatività, di responsabilità. Ecco, io devo tenere presente questo. Il giorno che lui lo vedo sereno e tutto, avete visto che non ho avuto nessun problema a metterlo a San Siro e stava per fare gol, proprio per quello che dico, che lui ha la capacità di arrivare a fare gol nel momento giusto"

Accorgimenti tattici: "La squadra di Baroni è una squadra che ha trovato il suo bandolo della matassa, per cui sono bravi sugli esterni, sono bravi centralmente, giocano in velocità, ripartono ogni volta mille all'ora. È tutto l'insieme. Tengo in considerazione tutte le cose, così come sono convinto che anche Baroni starà tenendo in considerazione tutte le qualità e le difficoltà della Roma".

Il lato emotivo: "Nella gestione del gruppo i derby si caricano da soli, perché sono i tifosi che già te lo fanno vivere in ogni manifestazione. Noi abbiamo aperto il Tre Fontane per dare il buon anno e i tifosi l'hanno sentita come uno stimolo per il derby. No, noi l'abbiamo fatto soltanto per incontrare i nostri tifosi, le nostre famiglie. Non dovevano darci un di più, perché già ce l'hanno dato in ogni manifestazione, in ogni partita ci danno quell'affetto e quell'amore che noi cerchiamo di ripagare. Sì, loro sono lassù, stanno in Champions League, è logico che loro hanno la consapevolezza che vogliono arrivare in Champions League una volta che l'hanno toccata e vogliono restare lassù. Forse sono retorico, ma ogni derby è a sé stante, non conta la classifica, non conta nulla. Soltanto quando le due squadre al fischio dell'arbitro iniziano e ci saranno diverse partite nella partita".

Il rapporto con la piazza: "Io credo che siamo tutti uniti, no? La proprietà, i massaggiatori, i magazzinieri, lo staff medico, tutti quanti siamo lì spingendo per far bene. E anche i tifosi stanno facendo la loro parte. Abbiamo fatto pace. Io ho una certa età e una volta si diceva che alla Roma non si discute, si ama. Ecco, io l'ho sempre amata e continuerò ad amarla, nel bene e nel male. Ricordo da bambino, un presidente fece anche la colletta, e quei tifosi diventarono soci vitalizi. Per cui i Fredkin ci hanno messo tanti soldi, sarebbe ora di dargli qualche soddisfazione".

feed