Rabiot parla del fattore Allegri nel suo passaggio al Milan e bacchetta Leao

Nuove parole del rossonero, pronto a spronare il compagno di squadra Leao
Adrien Rabiot
Adrien Rabiot / Ciancaphoto Studio/GettyImages
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Periodo all'insegna delle interviste per Adrien Rabiot. Dopo quella concessa a Le Figaro, oggi è il turno delle parole rilasciate ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Una lunga chiacchierata in cui il centrocampista francese ha parlato, tra le altre cose, di quanto ha inciso Max Allegri nel suo trasferimento al Milan, del rapporto con gli altri due transalpini in rossonero, ossia Maignan e Nkunku, ma in cui ha anche bacchettato Rafa Leao. Ecco le sue parole.

Quanto ha pesato la chiamata di Allegri?
"Con Allegri c’è sempre stato un ottimo rapporto. Siamo simili, e lo apprezzo molto umanamente. Ci siamo chiamati e scritti spesso pure la scorsa stagione. Poi con il Milan c’erano già stati contatti lo scorso anno, ma non se n’era fatto nulla. Quest’estate si sono fatti avanti a inizio estate e sono tornati alla carica dopo il problema a Marsiglia. È stato il momento giusto per tutti". 

Del Milan ne ha parlato prima anche con il suo amico Maignan?
"Si e me ne aveva parlato molto bene. Aveva ragione".

Allegri è più determinato rispetto al vostro ultimo anno alla Juventus?
"È sempre stato molto determinato. È un vincente. Ha sempre fame di vittorie e tanta passione. Questo mi piace, perché anche io sono così. Non credo cerchi rivincite, perché è un allenatore che ha vinto molto ed è rispettato nel mondo del calcio. Penso abbia voglia di mostrare che ha la possibilità di portare una squadra alla vittoria. E se il Milan l’ha preso è perché sanno che può fare grandi cose". 

Per lei è stato un sacrificio rinunciare alla Champions?
"Ci ho riflettuto. La scorsa stagione ho dato tutto per riportare il Marsiglia in Champions League con l’idea di giocarla. Avrei potuto firmare in vari club che la disputano, ma il Milan è un club mitico con grandi ambizioni. Allegri sta costruendo un progetto triennale per tornare ai vertici, con la priorità di tornare subito in Champions e fare il massimo quest’anno in campionato, che per me significa lottare per lo scudetto. Abbiamo la qualità per farlo". 

Max le chiede di trasmettere al Milan mentalità e grinta che aveva alla Juventus?
"Allegri mi ha voluto al Milan perché sa che posso trasmettere la mia esperienza ai più giovani, impegnandomi al massimo in allenamento come in partita, sempre con la voglia di vincere. E lo stesso possono fare altri giocatori di riferimento come il capitano Maignan e Modric". 

Sorpreso dal quarantenne Modric?
"Non sono sorpreso per il suo impegno e la sua professionalità, altrimenti non sarebbe a questi livelli alla sua età. Sono sorpreso perché a quarant’anni non è scontato ciò che fa. È uno che continua a dare tutto in partita e in allenamento. Un vero esempio per tutti". 

Rabiot come Modric: in campo fino a 40 anni?
"È un’ispirazione, ma poi dipende da variabili diverse: il fisico, gli infortuni. Di sicuro Modric ha una grande passione. E la passione è il motore per tutto. E poi è felice di continuare ad allenarsi al massimo e a giocare". 

Cosa manca invece a Leao per imporsi definitivamente?
"So che se ne parla molto. È un giocatore che ha potenzialità, ma a 26 anni non sei più giovane. Alla sua età non c’è più tempo da perdere. Il tempo passa veloce. Sarebbe un peccato che rimanesse solo un potenziale grande giocatore. Spero si renda conto di avere i mezzi per poter competere con i più forti. Ma magari non ha la volontà o la passione di un Modric. Leao deve chiedersi dove vuole arrivare o se si accontenta così, oppure se il suo obiettivo è di diventare quello che può essere. Per noi sarebbe un peccato, perché sarebbe uno spreco se non esprimesse tutto il suo potenziale, e non si focalizzasse al 100% sul lavoro. Allegri sa trarre il meglio dai giocatori. Spero abbia un impatto positivo anche su di lui. Magari per Leao è l’occasione giusta". 

E cosa ne pensa di Nkunku?
"È un ottimo giocatore, efficace sotto porta, tecnicamente forte, che va in profondità e rientra. Allegri è felice di averlo. È un’arma offensiva in più che conterà molto nella lotta per lo scudetto. È arrivato un po’ fuori forma, gli serve un po’ di tempo per ritrovarla, ma ha già mostrato cose interessanti in un reparto ricco di profili diversi: Pulisic, lo stesso Leao, e anche Gimenez, che in tanti criticano, ma Santi è uno che dà il 100% in allenamento e in partita. Ha la mentalità giusta, gli basterà solo sbloccarsi. In generale il Milan è un’ottima squadra, magari solo un po’ corta in difesa, in caso di infortuni". 

Chi lotta per lo scudetto?
"Al solito tante squadre. Vedere la Roma così in alto è un po’ una sorpresa. Il Napoli rimane la più forte. L’Inter è l’italiana che finora ha fatto meglio in Europa e, contrariamente a noi, hanno il vantaggio di giocare insieme da tempo. Non è scontato creare subito la giusta dinamica. Alla Juve c’è qualità, ma meno di Napoli o Inter, manca ancora l’alchimia da scudetto. Lotteranno per la zona Champions. Noi di sicuro lotteremo fino all’ultimo e spero di vincere di nuovo lo scudetto, perché quello con la Juventus non l’abbiamo celebrarlo degnamente a causa del Covid. Stavolta mi piacerebbe festeggiarlo con tutti i tifosi in piazza". 

Intanto domenica 23 novembre a San Siro c’è il derby.
"Mi piacciono le grandi partite. Non vedo l’ora di giocarlo, anche perché ci saranno punti preziosi in palio per la classifica. Fa parte di quei match differenti, per storia e intensità, che ogni giocatore vuole vivere".

Zlatan Ibrahimovic le ha spiegato il mondo Milan?
"Ci siamo visti spesso a Milanello. È felice che sia al Milan perché sa cosa posso dare. Ma mi ha chiesto perché non sono venuto la scorsa stagione. Mi fa piacere di lavorare di nuovo con lui, dopo gli anni insieme al Psg". 

La Francia cerca la rivincita dopo il Mondiale perso in Qatar?
"Nessuna rivincita, è andata così. Ma sappiamo che abbiamo l’opportunità e la qualità per fare almeno quanto in Qatar, quindi andare in finale. Abbiamo tutti l’obiettivo di vincere e con questo gruppo possiamo pretendere di sognare di giocare una nuova finale. Mettere un’altra stella sulla maglia sarebbe bellissimo". 

È anche l’ultima annata da commissario tecnico di Deschamps: con lui ha lo stesso rapporto che ha con Allegri?
"Conosco il c.t. da tempo, ma ci vediamo ovviamente di meno. C’è un bel rapporto. E c’è soprattutto un gruppo di giocatori su cui conta. Pure lui è un vincente e penso voglia finire in bellezza per lasciare un bel ricordo. Lui ci trasmette questa volontà". 

L’Italia, invece, rischia di restare a casa per la terza volta.
"Sarebbe un’avversaria in meno, ma un peccato per il Mondiale, il calcio e la passione dei tifosi italiani. Anche se non è più l’Italia dei Del Piero, Buffon, è difficile capire cosa stia succedendo agli azzurri, perché non vi mancano giocatori di qualità. Magari è mancata stabilità in panchina. Oppure è un problema mentale. Dopo due Mondiali saltati, e le qualificazioni iniziate male, pressioni e dubbi rendono tutto più complicato".


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