Quando l'età è solo un numero: l'eccezione Luka Modric

Da Madrid a Milano, sponda rossonera, dalla fine dell'esperienza epocale alle Merengues all'inizio di un nuovo corso sempre all'insegna di un club storico e mosso dalla volontà di chiudere la propria carriera senza cedere alle lusinghe di ricci contesti esotici: una scelta del tutto coerente con quanto fatto in carriera, del tutto in linea con quanto raccontato fin qui da Luka Modric.
Difficile nascondere una certa dose di perplessità quando il dato anagrafico inizia a farsi ingombrante, il proverbiale elefante nella stanza: a settembre Modric compirà 40 anni e, senza osservare i numeri dell'ex Pallone d'Oro nelle ultime stagioni, c'è chi ha trovato naturale immaginare un impiego part-time nel Milan di Allegri, un profilo da titolo più che da sostanza.
Oltre la mossa mediatica
Un addio doloroso come quello di Reijnders, una stagione senza Europa e un rapporto ai minimi storici tra piazza e proprietà fanno sì che - a una prima occhiata - Modric possa apparire come una toppa mediatica posta su lacune ben più grandi e radicate. Si tratterebbe però di una visione parziale, superficiale per certi versi, che può essere contraddetta anche con la semplice osservazione dell'ultima stagione vissuta dal croato alla corte di Ancelotti e - più in generale - con l'evoluzione espressa da Modric nel suo gioco (anche al di là di una gestione ineccepibile della propria condizione).
Il dato più lampante, banale ma comunque valido, riguarda il minutaggio: nella stagione 2024/25 Modric è rimasto in campo per più minuti (1820 nella Liga) rispetto alle due annate precedenti (1744 e 1687 nel 22/23 e nel 23/24), senza dunque palesare un calo di condizione effettivo, senza diventare utile solo a mezzo servizio. Niente che si collegasse insomma a un travagliato tramonto, a una condizione precaria che spesso accompagna i calciatori prossimi agli anta.
L'avvicendamento tra Zidane e Ancelotti, nel 2021, ha permesso al croato di avanzare il proprio raggio d'azione (e di accentrarlo), liberandosi di qualche compito a livello di interdizione e occupando con maggiore continuità la trequarti avversaria: i numeri offensivi non hanno visto un aumento esponenziale ma, di fatto, la longevità sportiva del calciatore ne ha guadagnato concretamente.
Una costanza di rendimento che si accompagna, va da sé, all'approccio encomiabile nel lavoro quotidiano: qualsiasi componente dello staff delle Merengues abbia avuto a che fare con Modric, non a caso, risponde con un sorriso a chi - oggi - ne mette in dubbio la possibilità di incidere in Serie A, di scendere in campo con continuità agli ordini di Allegri.
Un insieme di fattori potrebbe dunque premiare la scelta rossonera, al di là della mossa mediaticamente ruffiana di mercato: una dieta bilanciata, un allenamento curato nei minimi dettagli e la possibilità di ripensare al proprio gioco in modo coerente e dinamico. Fermarsi al dato anagrafico, nel caso di Modric, può realmente risultare una prospettiva fuorviante.
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