Zlatan Ibrahimovic, è lui il giocatore del 2020 del Milan
"Il mio arrivo al Milan era una sfida diversa dal solito e speravo di fare bene. Chi è tornato al Milan non è riuscito, era la sfida più grande. Ho detto che dovevo cambiare le cose”. Parole (e fatti) di Zlatan Ibrahimovic, simbolo indiscusso del 2020 rossonero. Anno in cui il Milan ha deciso di cancellare il recente passato, fatto più di delusioni che di gioie, per dare vita a un nuovo progetto atto a proiettare nuovamente l'immagine del club nell'Olimpo europeo nell'arco di tre stagioni. Rivalorizzazione del brand, accordi di sponsorizzazione in diverse parti del mondo, campagna acquisti a basso costo con una particolare attenzione rivolta a giovani di prospettiva.
Il fuoriclasse svedese ha avuto un ruolo centrale in tutto questo, nonostante si avvicinasse ai 39 anni (compiuti lo scorso 3 ottobre) quando gli è stato proposto di lasciare la Major League Soccer per tornare a essere protagonista in Serie A. L'impatto è stato positivo fin dal primo istante: una volta arrivato a Casa Milan, una folta schiera di sciarpe rossonere ha dato il benvenuto al Zlatan-bis, memore del bel ricordo lasciato durante l'esperienza di qualche stagione addietro nei pressi di Milanello.
Da quel momento si è respirata un'aria diversa. I riflettori, le accuse e i complimenti si sono riversati unicamente sulle spalle di Ibrahimovic. Una mossa societaria pienamente azzeccata in un periodo storico davvero complicato per il Milan, che nel giro di pochi mesi incasserà l'addio di Zvonimir Boban e le provocazioni di Paolo Maldini, irritato dalla volontà di puntare sul manager tedesco Ralf Rangnick senza riconoscere i meriti di Stefano Pioli, poi confermato a sorpresa sulla panchina milanista prima del termine del campionato 2019/20. La luce di Ibra non ha oscurato i compagni, anzi li ha protetti permettendo loro di proseguire il percorso di crescita liberi da pressioni. E i frutti del meticoloso lavoro si sono visti: dopo il lockdown di marzo, la squadra ha inanellato una serie di risultati positivi che ha portato all'accesso in Europa League. Non solo, perché ora il Milan può seriamente competere in ambito internazionale e lottare per lo Scudetto, come ha dimostrato la continuità di rendimento in avvio della nuova stagione.
La bravura sta in ogni singolo componente dirigenziale e tecnico, non va attribuita al solo Ibrahimovic ovviamente. Ma qualità, carisma, riferimento nello spogliatoio e in campo in seno allo svedese hanno costituito la colonna portante della rinascita rossonera. Senza Zlatan, probabilmente, staremmo parlando di un club in bilico tra la volontà di staccarsi da ciò che è stato e la paura di affrontare ciò che sarà. A conclusione di questo 2020 possiamo dirlo: Ibrahimovic e il Milan hanno vinto la sfida più grande.
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