Zinedine "Zizou" Zidane, una carriera al top con un finale horror
Smail Zidane, un pastore algerino, si reca a Marsiglia per cercare di migliorare la sua condizione economica. Nella città francese passa 9 anni come muratore, ma, stanco, decide di tornare in patria. Poco prima di imbarcarsi, però, il destino vuole che Smail incontri Malika, una ragazza marsigliese con origini algerine. I due si innamorano subito e, dalla loro unione, il 23 giugno del 1972 nasce Zinedine.
Il piccolo della famiglia cresce con la passione per il calcio e per Enzo Francescoli, un trequartista uruguaiano, che cercherà di imitare nelle partite con gli altri bambini del quartiere. Non sa ancora che supererà di gran lunga il suo idolo. Entra nel club del quartiere, finisce negli Stati Uniti e, alla fine, entra nelle giovanili della squadra della sua città, l'Olympique Marsiglia. Non sarà lì, però, che inizierà il suo viaggio.
Durante alcuni tornei, infatti, viene notato dagli osservatori di un'altra squadra francese, il Cannes che, nel 1987, quindicenne, lo mette sotto contratto. Già nel 1989, a nemmeno diciassette anni, compie il suo esordio in prima squadra, anche se è nel 1991 che il giovane franco-algerino si mette in mostra, aiutando la sua squadra a raggiungere il quarto posto e attirando l'interesse di diversi club.
Resta nella città famosa per il festival cinematografico ancora una stagione, in cui, tuttavia, il Cannes retrocede. Viene, così, acquistato dal Bordeaux per soli 3 milioni di franchi (appena 460 mila euro al cambio), dove si ambienta subito grazie alla presenza di un suo conterraneo, il difensore marsigliese Courbis che gli affibia il nomignolo, poi diventato celebre, di 'Zizou'. Già alla fine della prima stagione, risulta il miglior calciatore della squadra girondina, formando, oltretutto, una colonna vertebrale di grande rilievo assieme al difensore Lizarazu e all'attaccante Dugarry.
Già l'anno successivo, stagione 1993/1994, Zidane prende le redini del Bordeaux, conducendolo al quarto posto finale e diventando il beniamino della tifoseria. A fine anno riceve il Trophees UNFP du football come miglior giovane del campionato francese.
Dopo un'altra buona annata, Zidane esplode definitivamente nella stagione 1995/1996. Una stagione che si apre anzitempo per il Bordeaux che deve disputare e vincere la Coppa Intertoto se vuole partecipare alla Coppa UEFA. I girondini, guidati da un Zizou impressionante (5 gol in 8 partite), si portano a casa il trofeo, qualificandosi all'altra coppa europea. E' lì che Zidane stupisce l'Europa intera. Il trequartista franco-algerino, infatti, trascina la sua squadra con prestazioni e gol fuori dall'ordinario (di seguito la meraviglia mancina che ha eliminato il Betis Siviglia) fino alla finale contro il Bayern Monaco, persa, poi, dal Bordeaux. Inoltre vince un altro Trophees UNFP du football, stavolta, però, come miglior giocatore del campionato francese.
Nell'estate del 1996, dunque, Zinedine Zidane compie il grande salto. Viene, infatti, acquistato dai campioni d'Europa in carica della Juventus, approdando nel campionato più difficile e, in quel momento, più bello del mondo. L'inizio, quindi, non è facile per il francese, catapultato in una realtà molto diversa a quella cui era abituato. Superate, però, le prime difficoltà, Zidane si prende la Juventus aiutandola a vincere Scudetto, Supercoppa Europea e Coppa Intercontinentale e ad arrivare in finale di Champions League. Anche in questo caso, come l'anno prima, Zizou, nonostante una grande prestazione, si deve accontentare del medaglia d'argento.
L'anno successivo è di nuovo protagonista. Contribuisce con il suo talento, infatti, alla conquista del secondo Scudetto consecutivo e della Supercoppa Italiana, perdendo, nuovamente, la finale di Champions League. Se l'anno prima, la gioia era stata negata dal sorprendente Borussia Dortmund, stavolta è il Real Madrid, una squadra destinata a essere ancora protagonista nella carriera di Zidane.
Deluso per la sua terza finale europea persa consecutivamente, Zidane parte per la Francia. No, nessuna vacanza. Quell'anno, in terra transalpina si giocano i mondiali. Nonostante fosse ormai da anni il numero 10 e la stella della sua selezione, il trequartista franco-algerino arriva alla competizione dovendo dimostrare il suo valore. D'altronde nell'Europeo del 1996, la prima competizione importante con la maglia dei Galletti, aveva deluso le aspettative. Zidane inizia bene, ma (riprendeno un tormentone estivo) non benissimo.
Aiuta la Francia a passare i gironi, però, all'ultima giornata di questa fase, si rende protagonista di un fallo di reazione che gli costa due giornate di squalifica. Questa non è la prima volta che il carattere fumantino prende il sopravvento. Ai tempi del Bordeaux aveva rifilato un pugno a Desailly. Non sarà nemmeno l'ultimo episodio di questo genere, come vedremo.
Torna per i quarti di finale contro l'Italia, in cui mette a segno uno dei rigori. In semifinale, poi, les Bleus eliminano la Croazia, approdando in finale. Lì, ad aspettarli, c'è la nazionale più forte per antonomasia, il Brasile, abituato a vincere i mondiali e che può vantare un grande rivale di Zidane (poi amico), Ronaldo. Ronnie, però, arriva alla finale non al 100% a causa di un malore presentatogli qualche ora prima e, così, Zizou si prende la scena. Batte il Brasile con una doppietta (la partita finisce 3-0), regalando il primo mondiale alla Francia. Zidane è sul tetto del mondo.
In seguito alla prestazione mondiale, viene insignito con il Pallone d'Oro di quell'anno. La stagione successiva, tuttavia, si rivela negativa sia sul piano personale a causa di un infortunio sia sul piano generale con la Juventus che finisce settima. Anche nel 1999/2000, eccezion fatta per la sua seconda Coppa Intertoto, non è positiva. Zizou, però, si rifà agli Europei. Durante la rassegna continentale, infatti, è decisivo sia ai quarti di finale contro la Spagna sia in semifinale contro il Portogallo, vincendo, infine, il trofeo grazie alla vittoria contro l'Italia. A questo punto tutti si aspettano un altro Pallone d'Oro, ma a trionfare, con pochi voti di vantaggio, è il portoghese Luis Figo.
Passa un'altra stagione da assoluto protagonista in bianconero prima di fare un ulteriore passo in avanti. Nell'estate del 2001, infatti, si trasferisce nella squadra più gloriosa della storia del calcio, il Real Madrid. In quel periodo, inoltre, il presidente dei Blancos, Florentino Perez, aveva deciso di costruire una squadra con i migliori giocatori al mondo in attacco e centrocampo e i canterani in difesa. La strategia viene denominata, riprendendo le parole dello stesso presidente delle merengues, Zidanes y Pavones. E' il Real dei Galacticos.
La sua esperienza nella capitale spagnola, così come accaduto in Italia, non parte subito bene. Inizialmente, infatti, non trova molto spazio, chiuso da giocatori del calibro di Luis Figo. Col passare del tempo, poi, Zizou si prende il posto da titolare e, in finale di Champions League, anche il ruolo di leader tecnico dei Galacticos. Contro il Bayer Leverkusen di Toppmoller, infatti, sigla una delle reti più belle della storia della competizione, decisiva per portare a Madrid la coppa dalle grandi orecchie. Vince, grazie a una sua magia, la sua prima Champions dopo due finali perse.
Nella stagione successiva, 2002/2003, vince la Supercoppa UEFA, la Coppa Intercontinentale e La Liga prima del declino suo e del Real dei Galacticos. Nei tre anni successivi, infatti, il trequartista franco-algerino vede calare sempre più il suo rendimento con i Blancos che, di conseguenza, non riescono a vincere più alcun trofeo. Zidane, così, decide di lasciare mentre è ancora al top e prima che sia troppo tardi. Nel 2005/2006 annuncia il suo ritiro dopo il mondiale, ricevendo la standing ovation e il tributo del Santiago Bernabeu alla sua ultima partita in maglia blanca.
Vola, quindi, per la Germania per la sua ultima sfida. Capitano della Francia, Zidane trascina con la sua classe la squadra del suo Paese. Segna alla Spagna agli ottavi di finale, è protagonista di un'ottima prestazione contro il Brasile ai quarti e sigla, contro il Portogallo, il rigore che porta i Galletti in finale. All'ultimo atto, Zizou trova la rivale di sempre, l'Italia, battuta sia nel 1998 che nel 2000. Non si immagina, però, come andrà stavolta. ZIdane segna il gol del vantaggio, ancora su rigore, con un pallonetto al miglior portiere al mondo, Gigi Buffon. La partita sembra in discesa per la Francia. Zizou potrà salutare il mondo del calcio nel miglior modo possibile, quello che sognano i bambini che iniziano a calciare il pallone. Vincere il mondiale con la maglia del suo Paese. Il finale più romantico per una carriera sempre al top.
Il destino, però, è crudele. Dopo una carriera ricca di successi, infatti, condanna Zidane all'addio più brutto dopo aver sfiorato quello da sogno. In seguito a un battibecco con Marco Materazzi, Zidane lascia ancora una volta spazio al lato peggiore del suo carattere e colpisce il difensore azzurro con una testata. L'arbitro viene avvisato dal guardalinee ed espelle il capitano de les Bleus. Zizou l'ha fatta grossa. Deve abbandonare il campo e i compagni che, orfani della sua leadership tecnica e non, perdono ai rigori il mondiale. Un finale horror dopo una carriera al top.
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