Zielinski, il colpo dei sogni e il passato alla Juventus: Marotta si racconta

Le parole dell'AD nerazzurro ai microfoni di DAZN.

Marotta
Marotta / MARCO BERTORELLO/GettyImages
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Al termine della ventitreesima giornata di Serie A, ai microfoni di DAZN e nello specifico nel corso di Supertele, è intervenuto anche l'AD dell'Inter Beppe Marotta e lo ha fatto soffermandosi sulla corsa al titolo - come ovvio che sia dopo il successo fondamentale sulla Juventus - senza però risparmiare riferimenti al mercato e all'ennesimo colpo a parametro zero. Queste le parole di Marotta riportate da FcInterNews:

"Io sono la punta della struttura piramidale nerazzurra e per anzianità mi vengono riconosciuti i meriti. Una delle fortune dell'Inter è la struttura, come Inzaghi, Ausilio, Baccin, Zanetti. La nostra fortuna è aver creato questa squadra vincente".

Il mercato: "Devo dire che quello che conta è rappresentare una società che è tornata oggi a essere importante come nel 2010. Siamo cercati e ricercati, il discorso di Zielinski? Ho parlato con De Laurentiis, dicendogli che stiamo sondando il terreno nel rispetto delle norme. Ausilio ci dirà come agire, se tutto andrà in porto lo tessereremo per l'anno prossimo. Fa parte delle intuizioni che un'area sportiva deve considerare".

L'abilità sui colpi a zero: "Come nasce? Dal lavoro di tutta l'area tecnica, dagli osservatori, che monitorano evidenziando i giocatori vincolati. Si va a cercare di contattare e negoziare. Per noi è più facile negoziare quando rappresenti una società come l'Inter. Ora è più facile rispetto a quando sono arrivato. Abbiamo vinto sei titoli, fatto due finali europee. L'Inter è sempre l'Inter, sei a Milano, è normale che anche la città rappresenti, per quell'aspetto del calciatore, spesso rappresentato dall'anima femminile della compagna o della moglie, un tassello importante".

I rinnovi: "Non abbiamo ansie perché giocatori che si svincolano non ce ne sono. Vogliamo consolidare il rapporto con i giocatori che manifestano attaccamento alla maglia, da Lautaro a Barella. Non c'è fretta, siamo garantiti sul piano contrattualistico. Abbiamo a che fare con grandi professionisti che stimano tantissimo il brand della società".

Il passato alla Juve: "Devo dire che anzitutto tutte le mie esperienze sono state rilevanti. Quella alla Juve lo è stata, la cosa più significativa è la cultura della vittoria, che significa perseguire ogni piccolo particolare come se fosse essenziale. Oggi noi siamo una squadra e una società con mentalià vincente, che punta al percorso di crescita. La mentalità vincente è stata consacrata a Istanbul, i giocatori si sono allenati mentalmente su cosa significa vincere. Nella sconfitta si sono proiettati. Alla Juve da ogni professionista ho tratto spunto per arricchire la mia esperienza. Allegri? L'ironia fa parte del gioco, bisogna sempre sdrammatizzare. Poi è normale che noi facciamo il nostro percorso, loro fanno il loro"

Su Conte e sui tecnici: "In questo momento è una risorsa che farebbe comodo a tante squadre. La speranza è che possa rimanere in Italia, dipende tanto da lui. Devo spendere una parola per Inzaghi. Considerando il divario d'età che c'è tra lui, Conte e Allegri, è in grandissima crescita. E' bravo sul piano umano, professionale, nella didattica dell'organizzazione di gioco. Siamo molto orgogliosi, il grandissimo merito va dato a lui"

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L'addio alla Juve: "Devo dire anzitutto che sono passati tantissimi anni. Torno sull'argomento solo per simpatia. Devo riconoscere i dieci anni alla Juve. Nel momento in cui la proprietà intende operare una strategia diversa, il manager deve fare un passo indietro. L'ho fatto, con il sorriso sulle labbra. Era giusto rispettare le volontà della proprietà e della società, che voleva ringiovanire il management. Ronaldo? L'operazione in parte mi trovava d'accordo, ma sul piano finanziario era molto impegnativa. Non è stato quello l'elemento che ha portato alla rottura e al divorzio. C'è stato un cambiamento di programma, la conclusione fisiologica di un ciclo".

Il suo giocatore dei sogni: "Ce ne sono tanti. Devo dire una cosa: è molto più difficile avere i soldi che non averli. Quando non li hai devi essere più creativo. Ce lo diciamo spesso con Ausilio. Bellingham è un giocatore che fa divertire".

Il futuro: "Come sapete ho allungato ancora il contratto. Me l'ha proposto Steven Zhang e sono contento. Il mio contratto scade nel 2027 alla bella età di 70 anni. Sono innamorato del calcio e dello sport voglio creare una nuova vita, una nuova mission. Mi piacerebbe occuparmi a livello politico del calcio. Ieri sera? Grande soddisfazione, ma non abbiamo ancora vinto nulla".