Zaniolo può essere l'uomo in più contro il Bodo/Glimt?
A Roma si fa presto a tirar fuori la parola caso. Ad essa viene sempre accostato un trattino, preceduto dal nome proprio di un giocatore. Basta una prestazione sottotono, un'intervista con qualche dichiarazione fuori luogo o una partita vista dalla panchina per diventare a tutti gli effetti un caso. E di solito, secondo una specie di tendenza autolesionista, il caso salta fuori ogni volta che la squadra gioca bene e si ritrova ad affrontare il momento più delicato della stagione.
È un mantra, un tema che ritorna ogni anno. Sembra quasi che l'ambiente non voglia che i giallorossi raggiungano i propri obiettivi.
Stavolta è toccato a Nicolò Zaniolo diventare un caso. Il caso-Zaniolo.
Non giriamoci attorno: un giocatore come Zaniolo è una gallina dalle uova d'oro per la stampa romana. Ha un grande talento, è in cerca di riscatto dopo i due gravi infortuni che ne hanno rimandato l'esplosione e conduce una vita privata spesso movimentata. I giornalisti cercano davvero un pretesto per metterlo in copertina e parlare di lui.
Ecco perché quando José Mourinho l'ha lasciato in panchina per tutti i novanta minuti del derby, qualcosa si è mosso. Non si poteva ancora montare la polemica, ma nell'euforia per quella mitica vittoria c'era un movimento endogeno che impediva ai tifosi di gioire in maniera spensierata.
A soffiare su quella piccola fiammella che si era creata ci ha pensato Turchia-Italia. Con gli Azzurri già fuori dalla corsa per il Mondiale, Zaniolo è stato lanciato dal 1' in una partita che suonava come passerella umiliante. Tuttavia, il classe '99 non ha colto l'opportunità per mettersi in mostra; anzi, è stato il peggiore in campo. Tornato alla base, ha dovuto invece assistere a Sampdoria-Roma da casa per via di un infortunio.
Se i giallorossi hanno iniziato a macinare punti e a inseguire il sogno quarto posto, su un binario parallelo procedeva il momento no di Nicolò Zaniolo che, dopo la sconfitta contro il Bodo/Glimt, ha assunto a tutti gli effetti le sembianze di un "caso".
Alla vigilia del match di Conference League, Mourinho aveva spiegato alla stampa che la non-convocazione del 22 giallorosso per la trasferta in Norvegia serviva per preservarlo da un campo sintetico che avrebbe potuto procuragli nuovi infortuni.
Ancora una volta la Roma ha lasciato la fredda (freddissima!) Bodo con una sconfitta e tanto rammarico, ma con la consapevolezza di avere tutte le carte in regola per ribaltare il 2-1 dell'andata grazie alla spinta dell'Olimpico.
Prima della gara di ritorno, i capitolini hanno affrontato la Salernitana in campionato. Si trattava di una sfida cruciale per il prosieguo della stagione: non solo perché bisognava vincere a tutti i costi per rimanere in scia della Juventus, ma anche per dare un segnale a se stessi e alla tifoseria dopo la disfatta in Norvegia. I granata sono con un piede in Serie B, ma i giallorossi avevano l'imperativo categorico di sconfiggerli per proiettarsi al meglio alla rivincita con il Bodo/Glimt.
Solo che le cose si sono messe male per i giallorossi che, dopo l'1-0 siglato da Radovanovic, sono rimasti sotto per gran parte del match. Per loro fortuna ci hanno pensato Carles Perez e Smalling a raddrizzare il risultato, ma una bella risposta è arrivata anche da Zaniolo che, entrato nel secondo tempo, ha conferito nuovo brio all'attacco romanista.
Non è riuscito a mettere il proprio nome a referto, ma il classe '99 ha mandato comunque un segnale a Mourinho, ai tifosi e alla stampa romana: lui c'è e vuole essere decisivo anche nella sfida di giovedì, quando la Roma proverà a sconfiggere il Bodo e a staccare il pass per le semifinali di Conference League. Zaniolo non ha scuse: sta fisicamente bene, i compagni sono con lui e il prato dell'Olimpico è naturale come quello di Villa Borghese. I presupposti per un finale di stagione entusiasmante ci sono; alla fine non c'è più tempo per lo scoppio di nuovi "casi".
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