Zambrotta: "Sarri? La Juve non è il Napoli. Juve-Milan? Ci sono tante incognite. Vi svelo la mia top 11"

LaLiga Hosts Roofop Viewing Party Of El Clasico - Real Madrid CF vs FC Barcelona
LaLiga Hosts Roofop Viewing Party Of El Clasico - Real Madrid CF vs FC Barcelona / Brian Ach/Getty Images
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Parola all'ex Juventus Gianluca Zambrotta. L'ex laterale sta studiando da allenatore e ha parlato ai microfoni di Tuttosport, presentando la gara di Coppa Italia contro il Milan (ha vestito anche la casacca rossonera in carriera). Ecco le sue dichiarazioni.

Juve-Milan?

"Si ritorna alla normalità con una grande sfida. Si è riusciti finalmente a trovare una soluzione che andava bene per tutti. E si riparte alla grande. Io di Juventus-Milan ne ho giocate parecchie, so bene cosa significhi questo match tra due squadre gloriose. Le incognite sono legate alla preparazione che c’è stata mentre non si riusciva a giocare: l’aspetto fisico, la condizione atletica da ritrovare, il recupero degli infortuni. Bisognerà poi capire come inciderà il fatto di giocare ogni tre giorni. Vedremo chi sarà più attrezzato: chi avrà una rosa più ampia e una programmazione più attenta sarà avvantaggiato".

Sarri?

"Io sono un suo grande estimatore, trovo che sia molto preparato. Ho iniziato ad allenare quando era al Napoli e l’ho preso come esempio: non a caso da allenatore ho sempre scelto il 4-3-3 molto offensivo. Però è chiaro che al Napoli aveva una squadra costruita sul suo modo di pensare e intendere il calcio, con tutti palleggiatori. Quando invece arrivi in una grande squadra come la Juventus, devi diventare più un gestore di grandi campioni che un... allenatore, un tattico. Sono stati davvero pochi i tecnici che hanno fatto davvero la differenza dal punto di vista tattico: uno è Sacchi, l’altro è Guardiola. Non ne ho visti altri. Ma sono convinto che Sarri farà bene, serve fiducia".

Il tridente della Juve?

"Se ci giochi contro la cosa più difficile è capire come contrastarli da un punto di vista tecnico. Ma se affronti la Juventus in maniera organizzata dove tutti difendono e tutti corrono, allora puoi creare problemi. Da un punto di vista difensivo, se dovessi giocare con loro, beh: io li vorrei sempre fenomeni del genere! Un anno al Barcellona avevo Messi, Ronaldinho, Eto’o ed Henry. Ero felicissimo. Poi sta all’allenatore trovare gli equilibri".

Messi o Ronaldo?

"Sono entrambi numeri uno, ma sono molto diversi dal punto di vista del tipo di talento. Ronaldo è un talento che ha dovuto costruirsi nel tempo: lui è il top dal punto di vista mentale. Vuole sempre eccellere. Ha l’ossessione del lavoro. Messi, con cui ho giocato per due anni, è il classico talento puro: nato così, come Maradona. Già quando era giovane dimostrava quella sua padronanza della palla col mancino impressionante, quella sua velocità di pensiero incredibile. Doti che ha potuto esaltare ed esprimere al meglio anche grazie al fatto di essere cresciuto nella cantera blaugrana".

Terzini?

"Mi piace molto Theo Hernandez, anche per la personalità. E in quel ruolo ha spinta, è molto offensivo, tecnicamente valido. Si è subito visto il supporto che ha dato al Milan. Su sponda Juve: Cuadrado non era terzino ma si è ambientato e adattato, Alex Sandro è più attento alla fase offensiva anche se anche in fase difensiva è cresciuto moltissimo".

Buffon?

"Mi fa piacere, vuol dire che ha ancora la voglia mentale per continuare e fisicamente è integro. Spero che possa continuare fino a 50 anni! Sta battendo ogni record. E’ eterno e non si discute. Come Messi e Cristiano Ronaldo, è un fuoriclasse".

Il mio top 11 ideale?

"Scelgo sicuramente Buffon in porta. Davanti non posso non mettere Cannavaro, Nesta e Maldini che sono stati tre giocatori che hanno fatto la storia del calcio mondiale. E dunque, già con questi 4 in difesa, si potrebbe giocare con tutti attaccanti in avanti. Ma a centrocampo metto Pirlo, Xavi e Iniesta. Zidane trequartista alle spalle di Messi, Del Piero e Nedved. Ne restano fuori tanti come Ibrahimovic, Eto’o, Ronaldinho, Trezeguet, Henry, Kakà, Shevchenko… Una infinità. Ma indico quelli che mi hanno colpito di più per tante cose: talento puro e costanza, negli anni, nel fare la differenza".


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