Zaccheroni: "Alla Juve l'aria non era pulita. Chiellini-Felipe Melo? Vi spiego"
Alberto Zaccheroni riavvolge il nastro dei ricordi e torna a parlare della sua avventura alla Juventus e non solo. L'ex tecnico di Inter, Juve e Milan, ha parlato delle sue esperienze sulle panchine delle big. Venerdì la sfida tra Juve e Milan in Coppa Italia, Zac sarà un doppio ex speciale. Ecco il suo racconto a Tuttosport.
Milan?
"Mi trovai immediatamente a mio agio perché subito Galliani mi presentò ai tifosi e loro gli dissero: meno male che non è andato all'Inter sennò sarebbero stati guai. E poi mi viene in mente la disponibilità a rimettere tutto in discussione di Maldini, Costacurta e Albertini. Quel Milan era arrivato 11° e 10° con Sacchi e Capello. Volevamo discutere gli allenatori? Impossibile. E la qualità dei giocatori? Impossibile anche quello. Il problema era nella quantità, dovevo ridurre lo spazio da gestire di certi giocatori qualitativi. Leonardo aveva la pubalgia cronica, l'ho messo a fare l'attaccante. Boban aveva problemi di schiena e al ginocchio. Andai da Costacurta, Maldini, Albertini e dissi: arrivate da un 10° e 11° posto, i tifosi vi tirano dietro di tutto, Milanello è assediato. C'è depressione totale. Vogliamo provare a venirne fuori? La mia idea è questa: se mi venite dietro ci proviamo. Ci mettemmo a provare e riprovare. Costacurta, Albertini, Maldini in testa. E gli altri gli andavano dietro. Ciecamente: non si sono mai permessi di chiedermi spiegazioni. Vedevano benefici. Poi andò come sapete".
La Juve?
"Mi viene in mente che lì molti giocatori erano a fine carriera e mi vengono in mente tutti gli indisponibili che avevo ogni volta: mai sotto i 12-13 indisponibili a stagione. Ma io ho la mia idea, fateci caso. Se si mette lì ad analizzare nel tempo le squadre che hanno avuto parecchi infortuni stagione per stagione, noterà che la costante nelle 5-6 squadre con tanti infortuni è che in quelle squadre c’è tensione. I giocatori si fanno male quando, dico io, “l’aria non è pulita”. Lei pensi alla Juve prima di me e dopo di me: settimi, settimi. Sempre 13-14 giocatori indisponibili. L’aria non era pulita. Poi con Conte s’è ripartiti da zero e si è rifatta la squadra".
Lite Chiellini-Felipe Melo?
"Io avevo un buonissimo rapporto con Felipe. Una volta pensavano avessi bisticciato perché non gli diedi la mano dopo il cambio, ma in realtà gli dissi: hai fatto bene ma da te voglio di più perché tu puoi fare la differenza con quella forza fisica mostruosa. In allenamento non l'ho mai visto litigare o dare calci a nessuno... Detto questo, non lo andavo a marcare fuori. Mi riportavano che era un po' disordinato fuori dal campo, ma l'allenatore non deve andare a marcare i giocatori nella vita privata. Bisogna cercare di farglielo capire. Se uno poi in campo mi dà tutto, se anche mi fa tardi la notte e poi fa bene in campo, allora io faccio anche finta di non saperlo".
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