VIDEO | Danilo: "Sono stato sempre criticato ma a un certo punto devi scegliere. Vi racconto la mia carriera"
Danilo, difensore della Juventus, ha postato sul suo profilo Instagram un'intervista che lo vede protagonista. Il difensore, fra le altre cose, ha parlato delle critiche ricevute nel corso della sua carriera. Ecco le parole di Danilo riportate da JuveNews.eu.
Le critiche?
"Certamente impari ad affrontarle. Riesci a creare un guscio, una protezione. Perchè, ovviamente, a nessuno piace ricevere le critiche, soprattutto quando sono critiche distruttive o di cose che non vanno bene, ma di solito io dico che nella mia storia di giocatore, se avessi prestato troppa attenzione alle critiche, non sarei nemmeno uscito di casa. Ricordo bene quando ho lasciato la piccola città di Bicas-MG per andare a Juiz De Fora, che era la città più grande vicina alla mia per poter giocare nel campionato Mineiro. All’inizio sentivo sempre critiche: 'Cosa sta facendo questo ragazzo? Non arriverà da nessuna parte'. Quindi, voglio dire, già a quell’epoca ho iniziato a ricevere critiche. Ricordo che nell’America Mineiro, quando ho iniziato in prima squadra, non sono esploso subito, ho dovuto lottare per trovare il mio spazio. Non ero una promessa, non ero quel calciatore che dava spettacolo. Ho ricevuto critiche anche a 17 anni, giocando da professionista. Voglio dire, da quel momento ho dovuto scegliere: Ascolto le critiche? Oppure ascolto la mia coscienza, il mio lavoro, quello che sento di avere come potenziale, quelle persone che credono in me e che mi rendono migliore? Dall’America Mineiro sono andato a giocare a Santos, ero stato la rivelazione del campionato Mineiro, avevo fatto un anno molto buono, ma ancora non ero conosciuto in Brasile. Il Campionato Mineiro non è il campionato più competitivo che c’è in Brasile. Ricordo molto bene quando sono arrivato al Santos e abbiamo chiesto dell’abbigliamento per fare dei test. Il direttore ci disse: 'No, non li prestiamo, non prestiamo i vestiti del club'. Così sono dovuto andare in un negozio e comprare dei vestiti e delle scarpe che mi permettessero di fare un test medico per il Santos. Non è che sia stato sottovalutato, ma ero sicuramente meno valorizzato. Quando sono arrivato tutti si chiedevano: 'Ma chi è questo qui?'. Così quando ci sono stati i primi incontri, non ero l’uomo partita, non ero tra i migliori… E da lì sono iniziate nuovamente le critiche. Pensai: 'Darò importanza a queste persone che non conoscono la mia storia e il mio lavoro quotidiano, o darò importanza a quelle persone che mi sostengono veramente, che mi conoscono?'.
L'arrivo in Europa?
"Quando sono arrivato a Porto a 19 anni giocavo già in Nazionale. Il trasferimento al Porto, allora, è stato considerato il secondo più costoso della storia dopo Hulk. E così, cosa ci si aspetta da un terzino destro che è il più costoso della storia del club? Devi fare la differenza in qualche modo e questo è sicuro. Non vi dirò che conoscevo la storia del club quando sono arrivato. Non conoscevo la storia, la sua rilevanza, la grandezza di tutto ciò che rappresenta il Porto per il paese, per il Portogallo e per la città. Fu un momento in cui ho pensato: 'Ho ricevuto molte critiche, non sono ancora il giocatore importante che si aspettavano'. Lo sarei diventato poi con il tempo, ma all’inizio ho ricevuto anche qui tante critiche. Ed è sempre stato così".
Madrid e Manchester?
"Nel Real stessa cosa. Ho finito per essere importante nella finale di Champions. Ho giocato 11 partite in due edizioni di Champions in cui il Real Madrid ha vinto. Quindi non si può dire che ero un giocatore che non faceva parte del progetto. Al Manchester City ho giocato 60 partite in due stagioni vincendo 5 trofei. In Premier League ho giocato partite decisive, importanti. A nessuno piace ricevere critiche, non sono uno di quelli che continua a leggerle, perchè nessuno è preparato mentalmente per questo. Ma arriva un momento in cui bisogna scegliere: o dai importanza alle critiche o alla costanza e alla preparazione. E io preferisco scegliere questo giorno per giorno. E ho dimostrato anno dopo anno che questa è una formula che funziona. Finchè mi sentirò motivato, finchè mi sentirò pronto ad affrontare tutto questo ancora, avrò fiducia in me stesso e andrò avanti col sorriso sulle labbra”.
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