L'uomo dei conti della Juventus parla della manovra stipendi

L'Inchiesta Prisma si arricchisce delle dichiarazioni di Paolo Piccatti, presidente del collegio sindacale della Juventus dal 23 novembre 2009 al 29 novembre 2021, che lo scorso 25 novembre è stato interrogato in merito alle cosiddette "manovre stipendi" dei bianconeri.

Il commercialista afferma che non era a conoscenza degli accordi privati tra la dirigenza e i giocatori: "Sapevamo quello che era uscito, cioè il risparmio e la riduzione tout court degli stipendi. Quando abbiamo letto gli atti di questo fascicolo delle chat e delle scritture, ci siamo sorpresi e arrabbiati". Non solo, Piccatti non ha nemmeno mai letto la chat tra l'allora presidente Andrea Agnelli e l'ex capitano Giorgio Chiellini. "Mai vista", la sua risposta durante l’interrogatorio, secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera.

Il capo dell’organo di controllo interno non avrebbe saputo nulla nemmeno della richiesta da parte di Cesare Gabasio, coordinatore dell'ufficio legale, di restituire le scritture di integrazione "senza data". Proprio come non era a conoscenza seconda manovra stipendi: "Assolutamente no. Noi non eravamo a conoscenza di nulla di tutto questo. Ho visto questi atti nel vostro fascicolo, tutto questo ambaradan non ci è stato comunicato. Se avessimo avuto conoscenza di fatti di questa natura, ci saremmo agitati non male".

Nel corso dell'interrogatorio i pm gli chiedono anche se le manovre stipendi avrebbero dovuto essere oggetto di comunicazione al collegio sindacale: "Sì, certamente. Soprattutto dovevano essere eseguite e recepite in modalità totalmente differenti". Infine Piccatti sottolinea la sua delusione per il comportamento assunto dal CdA capitanato da Agnelli: "Confermo che sono scosso e arrabbiato. Plusvlenze? Il problema non è mai giunto alla nostra attenzione. Se posso osare, siamo andati anche a leggere la nuova relazione di Deloitte, che non effettua rilievi sul tema plusvalenze".