Ferrero: "Ho avuto un malore dopo l'arresto. Pericolo di fuga? Potevo scappare durante Pechino Express"
Massimo Ferrero ha rotto il silenzio. Durante le prime 24 ore di detenzione nel carcere di San Vittore, a Milano, l'ormai ex presidente della Sampdoria ha potuto raccontare al suo avvocato Giuseppina Tenga i delicati attimi dell'arresto, compiuto dalla Guardia di Finanza a seguito di un'indagine per bancarotta che prevede 36 capi di imputazione e nove indagati (tra cui anche la figlia Vanessa e il nipote Giorgio): "Sto bene, adesso sto bene, anche se sono in carcere. Ieri mi sono arrabbiato con i finanzieri che non mi hanno concesso di essere trasferito nella mia casa romana per assistere alla perquisizione e mi è uscito un fiotto di sangue dal naso, ho avuto un picco di pressione".
Nelle dichiarazioni riportate da Il Secolo XIX, Ferrero ha raccontato la propria versione dei fatti: "Ero qui a Milano per comprare il nuovo allenatore della Sampdoria invece alle sette di mattina sono venuti ad arrestarmi. Dicono che potrei fuggire: è una follia, dove potrei andare? Se volevo, potevo far perdere le mie tracce quando stavo girando le puntate di Pechino Express. Non mi hanno mandato agli arresti domiciliari perché ritenevano che non era una misura adeguata. Ma se ho la Digos che mi segue da tempo e mi mettevano il braccialetto elettronico agli arresti domiciliari come potevo scappare?".
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