Abraham: "A Roma per diventare tra i migliori. Ho imparato più in poche settimane con Mou che in tutta la vita"

Tammy Abraham
Tammy Abraham / Marco Luzzani/GettyImages
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In occasione della sosta del campionato per le nazionali Tammy Abraham, centravanti della Roma, ha rilasciato un'intervista al Guardian parlando dei suoi primi mesi in Italia e di tanto altro. Di seguito le sue parole.

Tammy Abraham
Tammy Abraham / Silvia Lore/GettyImages

TOCCARE IL FONDO - "Con Tuchel è stata dura. Allora non lo capivo davvero. Segnavo, venivo da una tripletta e, ovviamente, quando arriva un nuovo allenatore le cose cambiano. Penso che fasi come questa debbano capitarti per farti capire davvero cosa sia il calcio. Non puoi essere sempre in alto. A volte hai bisogno di toccare il fondo, quei momenti mi hanno davvero sollevato e spinto a essere ancora più affamato".

REAZIONE - "Sono arrivato a un punto in cui dovevo fermarmi e parlare con me stesso. Volevo allenarmi e lo stavo facendo per me, per migliorarmi. È facile essere arrabbiato perché non giochi, per me è stato il contrario. Ho imparato a conoscere me stesso e penso che questo abbia rafforzato la mia mentalità".

ROMA - "L’opzione più semplice sarebbe stata quella di restare e sedersi in panchina al Chelsea. Ho capito che dovevo mettermi alla prova. Certo, dovevo mantenere i nervi saldi, cambiare Paese è sempre una cosa coraggiosa da fare. Ma lo consiglierei ai giovani giocatori inglesi. Direi loro di non aver paura. Impari su te stesso. È dura, ma mi ci sto abituando. Sono andato alla Roma ed è ora di farmi vedere di nuovo".

OBIETTIVI - "Voglio essere tra i primi attaccanti al mondo e non mi fermerò fino a che non sarò lì. Mourinho? Ho imparato da lui in poche settimane tanto quanto ho imparato in tutta la mia vita. Mi ha convinto di venire alla Roma chiedendomi se volessi godermi un po’ di sole o restare sotto la pioggia".


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