Insigne: "A Napoli molti non mi hanno compreso. Ancelotti? Visioni diverse"

Lorenzo Insigne
Lorenzo Insigne / MB Media/GettyImages
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Lorenzo Insigne, calciatore e capitano del Napoli, è intervenuto ai microfoni di Rivista Undici, in un numero speciale dedicato alla città partenopea e in edicola da oggi. Il giocatore si è raccontato, parlando anche dei suoi allenatori e non solo.

Napoli?
"La gente si è sempre aspettata tanto da me. Ho cercato di ricambiare. Ho avuto degli screzi qualche volta coi tifosi e mi dispiace. Molti non mi hanno compreso del tutto. Giocavo in strada, mettevamo dei mattoncini come porte, si sapeva quando si cominciava e non si sapeva quando si finiva. Ci sono andato anch'io alla scuola calcio, mi hanno insegnato molte cose, non quelle che ho imparato per la strada. Quello che era un gioco è diventato strategia. Rispetto a Inghilterra e Spagna, siamo un Paese in cui la tattica domina. Quando gli stranieri arrivano qui, fanno fatica per quello. Non sono abituati". 

Il rapporto con Napoli?
"Un capitano è un garante per le persone che amano la squadra, io credo di aver sempre assicurato che il Napoli non venisse meno all'impegno in campo. Ho un carattere particolare. So scherzare con tutti, ma all'inizio tengo le distanze. Per alcuni tifosi è superbia, sembra che me la voglia tirare. È solo un atteggiamento di difesa. Qualcuno non mi ha mai compreso al 100%. Chi mi conosce davvero, sa come sono fatto".

Lorenzo Insigne
Lorenzo Insigne / Alessandro Sabattini/GettyImages

Gli allenatori avuti in carriera?
"Zeman è stato decisivo, il primo a credere in me. Benítez mi ha completato: avevo sempre pensato che per me il calcio fosse solo attaccare. Il calcio con Sarri è gioia: mi sono divertito tanto in 3 anni, ci è solo rimasta la delusione di non aver vinto lo scudetto. Ancelotti? Non è vero che non ci siamo presi. Avevamo idee diverse, questo sì, su cose di campo. A Gattuso devo tanto. Dopo gli anni di Ancelotti è stato bravo a farmi tornare sui miei passi e a rimotivarmi. Spalletti è una personalità forte: ci ha restituito consapevolezza nella nostra forza".

Per quale gara compreresti un biglietto?
"Se dovessi comprare un biglietto, lo farei per una finale di Champions.Una squadra che mi piace guardare sempre è ilCity. Il calcio di Guardiola è imperdibile dai tempi di Barcellona. La sua finale perfetta di Champions sarebbe contro il Liverpool. Alla fine, in tv, non ne me perdo una".


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