Giroud: "Quando arrivi al Milan senti il ​​peso della storia. Sheva il mio eroe". Poi retroscena sull'Inter

Olivier Giroud
Olivier Giroud / Marco Luzzani/GettyImages
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Olivier Giroud ha concesso una lunga intervista al The Athletic e al Daily Mail parlando della nuova esperienza con la maglia del Milan e anche della sua recente esperienza in Premier League con la maglia del Chelsea.

Nazionale?

"Ad essere onesto, è stato un po' strano vedere la Francia giocare nel mio stadio, il mio nuovo stadio, dove ho iniziato bene al mio debutto. Emotivamente è stato un po' speciale per me guardarli in TV. Ad essere sinceri era troppo presto per me per andare a vederli o a trovarli negli spogliatoi. Ovviamente sono rimasto deluso dal non essere li con loro. Deschamps ha deciso di non chiamarmi e devo rispettare questa scelta. La Nazionale però mi manca".

La carriera?

"Superare difficoltà e dubbi è stato molto importante per me nel corso degli anni. Mi riprendo sempre, sono così. I miei amici e mio fratello dicevano che rendevo sempre al meglio quando ero con le spalle al muro. Se 20 anni fa mi avessero detto che avrei vinto così tanti trofei e vissuto così tante cose incredibili, non l'avrei mai immaginato. Mi sento molto fortunato".

Olivier Giroud
Olivier Giroud / Nicolò Campo/GettyImages

Lazio, Inter e Chelsea?

"Beh, c'era stata una possibilità molto piccola. Ho detto a Frank Lampard che ero così determinato a partire e giocare. Gli ho detto che avevo la Lazio, l'Inter e, sì, anche il Tottenham. Ad essere onesti, non sarebbe stata una buona idea per me che sono stato un Gooner (fan dell'Arsenal, ndr) per cinque anni e mezzo andare al Tottenham. Avrei deluso tante persone, ma tutta questa faccenda fa parte di ciò che i calciatori devono affrontare". 

Infelice al Chelsea?

"A Lampard ho spiegato che dovevo essere di nuovo felice. Gli ho chiesto di darmi quell'opportunità in un'altra squadra. Volevo che mi capisse. Gli ho detto: "non puoi giocare con la carriera di un calciatore così". Ha capito le mie emozioni e gli sono grato perché sono rimasto e le cose sono andate bene dopo. Alla fine mi ha dato la possibilità di fare di nuovo grandi cose con il Chelsea, ho giocato di nuovo, ho segnato gol e ho contribuito a farci qualificare per la Champions League".

Milan?

"Ho sempre ammirato questo club e questa fantastica maglia, quindi questa potrebbe essere una fantastica conclusione per la mia carriera in Europa. Quando arrivi al Milan senti il ​​peso della storia. Ho incontrato il mio idolo Shevchenko molte volte. Gli ho detto che era il mio eroe. Ha riso, ma gli ho fatto firmare una maglietta ed ero felicissimo".

Futuro?

"Il lavoro di allenatore mi sembra troppo stressante. Preferisco fare qualcosa con i giovani o fare il direttore sportivo. Ho parlato con qualcuno di tutto questo. Aiutare i giovani o aiutare un'accademia a trovare buoni giocatori. Ho qualcosa da offrire. Oggi i giovani giocatori devono fare i conti con un'atmosfera diversa intorno al calcio. Devi essere abbastanza intelligente da proteggerti dalle critiche e dai problemi causati dai social media. L'immagine è diventata importante. Devi stare attento a quello che dici e che fai. Devi mostrare umiltà. È più difficile essere un grande giocatore di questi tempi perché tutte queste cose intorno al calcio rendono tutto più difficile". 


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