Milan, Giroud si presenta: "Dio mi ha portato al Milan. Io e Ibra complementari"

La conferenza stampa di Olivier Giroud
La conferenza stampa di Olivier Giroud / Claudio Villa/Getty Images
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Giornata di presentazione oggi in casa Milan. Poche ore fa, Olivier Giroud ha infatti parlato con i giornalisti durante in conferenza stampa.

Al francese sono state rivolte numerose domande e il nuovo n°9 rossonero ha così potuto dire la sua su diversi temi: dalle prime sensazioni a Milanello, agli obiettivi stagionali della squadra di Pioli.

Servendoci di Calciomercato.com, riportiamo le dichiarazioni ufficiali di Olivier Giroud nel giorno della sua presentazione.

Agli ultimi europei di calcio hai parlato del Milan e hai detto che hai adorato alcuni calciatori rossoneri. Quali?

Sì quando ero un ragazzino guardavo l'Arsenal per i francesi e il Milan. Per me è stata una grande opportunità giocare per questi due team. Quando ero giovane guardavo Papin e Shevchenko, di cui sono diventato amico e con cui ho parlato del mio futuro. Ho chiaramente guardato anche Van Basten che è stata una leggenda di questo club. Per me è un onore giocare in questa squadra in cui hanno giocato tantissime leggende. Quando mi ha chiamato Maldini su Facetime è stato incredibile. E' un sogno che diventa realtà. 

La concentrazione è un tuo punto di forza? Sembri molto attento ai dettagli.

Io credo che la concentrazione sia una parte fondamentale del nostro sport. La mia determinazione e la mia motivazione nel portare esperienza alla squadra, aiutare i giovani è una cosa che mi ha caratterizzato anche all'Arsenal e al Chelsea. Voglio essere come un grande fratello per loro, aiutarli durante gli allenamenti e spiegargli che se non si soffre non ci si mette in gioco realmente. Le persone si ricordano di te come un grande calciatore ma soprattutto come una bella persona. Per questo voglio portare grande professionalità nella squadra.

Giroud con Ibrahimovic è un'idea che è stata prospettata o sei pronto a affrontare l'ennesimo dualismo della tua carriera?

Prima di tutto voglio dire che è bellissimo giocare con grandi giocatori come Ibrahimovic. Mister Pioli mette la squadra in campo e io posso portare esperienza in campo. Possiamo essere complementari con Ibrahimovic, non è difficile capirsi con giocatori come lui. Gli ho già parlato alcune volte in allenamento e gli ho chiesto come andasse l'infortunio. Ha una grande personalità. Sono pronto a giocare con lui e a dimostrare che possiamo giocare insieme. Il manager è qui per prendere le decisioni e sono sicuro che entrambi porteremo tanto alla squadra.

Olivier Giroud
Olivier Giroud in conferenza stampa / Claudio Villa/Getty Images

Quali movimenti tecnico-tattici vedi possibili al fianco di Ibrahimovic?

Come ho detto prima, non sono l'allenatore e non posso parlare molto di dettagli tattici. Giocare con grandi giocatori però non è difficile ed è facile trovarsi in campo. Posso adattare il mio gioco e le mie qualità alle sue. Non è impossibile giocare con lui contemporaneamente. Credo che recentemente Ibrahimovic sia più un numero 10, un playmaker ma la questione è che il Milan dispone di grandi professionisti capaci di mettersi in gioco per la squadra. Sono molto felice dell'accoglienza della squadra. Stiamo lavorando duro per il club e non vedo l'ora che Ibrahimovic sia con noi.

Hai un obbiettivo personale oltre a quello di portare esperienza alla squadra?

Certo. In ogni singolo club in cui ho giocato, ho voluto lasciare il segno. Sono qui per lasciare il segno, ho vinto tanto e voglio vincere trofei con il Milan. Ho degli obiettivi nella mia testa ma non li dirò. Ovviamente voglio segnare più gol possibili e aiutare la squadra. Vogliamo realizzare il meglio per il club e ottenere il massimo.

Hai vinto tanti trofei e hai avuto tanti successi. Cosa ti ha portato ad uscire da una comfort zone come il Chelsea e venire al Milan? Sei stato vicino ad un approdo all'Inter in passato?

Io ho sempre detto che quando ero piccolo avevo il sogno di giocare in Premier League, ma penso che fosse arrivato il momento di scoprire una nuova cultura e un nuovo paese. Il Milan è stata l'opzione migliore per me e sono grato di poter vestire i colori rossoneri. Sono felice di essere qui. Il mio tempo al Chelsea era finito anche perché il manager voleva giocare con altri giocatori, spendendo tanti soldi sul mercato. Lì ho capito di dover lasciare il club e ho ricevuto una grande accoglienza da Maldini. Sono cristiano e penso che Dio abbia voluto che nel mio destino vestissi la maglia del Milan e non quella dell'Inter nella passata stagione.

Il Milan è tornato in Champions League. Quanto è stimolante affrontare questa competizione con i rossoneri?

Penso che il Milan sia uno dei club più grandi in Europa al di là del fatto che non abbia giocato in Champions nelle passate stagioni. Il club sta facendo molto per tornare al top, credo in questo progetto e sono qui per questo. Credo nella squadra, che ha giocatori giovani e alcuni esperti e penso che possiamo fare bene in Champions League. Sarà bello giocare questa competizione e sarà ancora più bello farlo con il Milan.

Hai detto che sei abituato a alzare la pressioni nei gruppi in cui hai giocato così come ha fatto Ibrahimovic. Alzare la pressione nel Milan significa puntare allo scudetto?

Penso che alzare la pressione non sia il termine giusto da usare. Sono qui perchè credo nel progetto del Milan, dare il meglio alla squadra e tirare fuori il meglio da loro. Sappiamo quanto Ibrahimovic sia stato importante per questa squadra e la sua carriera e i trofei da lui alzati lo dimostrano. E' molto esigente sia con sè stesso che con gli altri. Con questo spirito si può vincere in campo e nello sport. Farò di tutto perchè questo avvenga anche con il Milan.

La scelta della maglia numero 9 è per sfatare il tabù del passato? Ti piacerebbe giocare con Ziyech?

Come ho detto in passato non sono superstizioso. Non penso che se gioco bene o gioco male dipenda dal numero sulle mie spalle. Il numero 9 è stato vestito da calciatori come Papin, Inzaghi e Van Basten. Non lo dimentico ma non sarà un motivo di pressione per me voglio rendere orgogliosi i tifosi di me e della squadra. Ziyech è un grande calciatore. Abbiamo avuto un'ottima connessione anche se abbiamo giocato poche partite insieme. Ha un grande piede sinistro e più giocatori con qualità abbiamo in squadra, meglio è.

Può essere un pregio per un calciatore del tuo livello essere un'alternativa?"

Non mi considero come un'alternativa. E' il mister a decidere come utilizzarmi e quando sono arrivato nel club ho sempre avuto l'aspirazione di giocare più partite possibili. Maldini, Massara e Gazidis conoscono le mie qualità e mi hanno dato fiducia. Non penso molto se giocherò o se non giocherò ma a dare il meglio per la squadra.

Sarri ha parlato molto bene di te. Lo hai sentito prima della firma con il Milan?

No, non ho parlato con lui ma ho sentito cosa ha detto di me. E' molto bello sentire queste parole da lui e abbiamo condiviso una bella stagione insieme vincendo un trofeo, il suo primo. In quella stagione ho giocato tanto, sono stato il top scorer e per me è stata una grande soddisfazione. Lo ricordo come un grande manager e un grande uomo. Spero di vivere momenti belli anche con mister Pioli che reputo un grande allenatore, di grandi capacità e una grande persona.

Hai vinto un mondiale, una Champions League e tanti altri trofei. Ti senti sottovalutato di fronte a tutti questi successi?

Si incontrano sempre haters sul proprio cammino ma ci sono anche tante persone che ti supportano. So che ci sono persone che non mi considerano come Messi e Ronaldo ma bisogna fare i conti con le opinioni negative. Grazie alla mia forza mentale sono andato oltre le difficoltà incontrate in carriera e ho cercato di trasformare queste energie negative in positive. E' vero a volte mi dicono che sono sottovalutato ma non ascolto quello che dicono le persone, non guardo i social media per capire se ho giocato bene o male ma ascolto solo la mia famiglia e i miei amici e cerco di dare il massimo come ho sempre fatto in carriera. Voglio rendere orgogliosi i tifosi del Milan e la mia famiglia.

La tua avventura al Milan è una rivincita nei confronti delle opinioni negative arrivate dalla stampa francese?

Ho ancora la motivazione di dare tanto sul campo e se hai questo fattore, il corpo è pronto a dare ancora tanto sul campo. Il commento del Giroud nonno lo avevo fatto io, ma posso dire che il nonno è ancora qui. E' tutta una questione di testa e questo ti fa capire dove poter arrivare con il tuo corpo. Ibrahimovic ne è l'esempio. Non c'è una rivincita ma voglio continuare a dare ancora molto per il Milan e posso fare ancora tanto nel calcio.


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