Higuain si racconta: "In Mls anche 'grazie' a Buffon, Juve e Napoli due mondi diversi". Poi l'esonero di Sarri

Gonzalo Higuain
Gonzalo Higuain / Michael Reaves/Getty Images
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Intervenuto sulla 'Bobo Tv' in diretta su Twitch, Gonzalo Higuain ha parlato del suo momento attuale in America senza rinunciare ad un salto nel passato: "A Miami sto alla grande, ho ritrovato la serenità fuori dal calcio e sono contento. In Europeo non ero felice, non riuscivo a dare nulla di più. Buffon mi aveva detto che quando non avrei sentito più il fuoco dentro sarebbe arrivato il momento di cambiare, così ho deciso di trasferirmi in una città che col tempo ho scoperto essere fantastica. In MLS pensavo di giocare con la sigaretta in bocca ma in realtà è un campionato difficile, simile alla Serie A. In Spagna e in Inghilterra è più semplice fare bene, in Italia si soffre se non si conosce il campionato. Anche qui è così".

Gonzalo Higuain
Gonzalo Higuain / Michael Reaves/Getty Images

MESSI O RONALDO - "Sono l'unico argentino ad aver giocato con tutti e due. Quando sei comapagno di squadra di questi due fenomeni devi adattarti per dare loro il pallone; se giochi vicino a Leo e CR7 hai almeno 2/4 palle-gol a partita, ma devi essere intelligente a capirle. Cristiano ha fatto un grande lavoro per raggiungere il livello di Messi, nessuno nella storia ha fatto come lui. Leo è nato così, Cristiano continua a fare 30/40 gol all'anno in un campionato complicato".

LA SERIE A - "Il centravanti che mi piace è quello che fa anche l'assist, alla Juventus finivo di giocare quasi da centrocampista centrale. Con il passare degli anni mi sono completato. Il primo anno in Italia ho sofferto, il terzo con Sarri è andata molto bene, giocavamo quasi a memoria. Prima che arrivasse lui non sapevo se continuare, ma quando mi chiamò nel suo ufficio mi ha convinto in cinque minuti: 'Resto' dissi subito. Quell'anno segnai 36 gol. Sarri per me è stato un gran maestro in un momento particolare della mia carriera, è uno dei migliori allenatori che ho avuto".

LA JUVE - "Col Napoli per poco non vincevamo lo scudetto. La Juve era lì a due punti, è stato un peccato. Lì ho vissuto uno degli anni migliori della mia carriera, ma la Juventus ha fatto 26 vittorie di fila. I rimpianti? Sono arrivato io al Real Madrid e se n'è andato Zidane, sono arrivato alla Juve ed è andato via Pirlo, un giocatore che faceva segnare chiunque. Torino e Napoli sono due mondi diversi, alla Juve ero tutti i giorni in palestra: Cassano sarebbe durato un'ora.Ricordo che Marchisio arrivava sempre vestito bene, mi diceva che alle otto di sera chiamava lo stilista e perdeva tre ore al giorno. Tre!".

L'ESONERO DI SARRI - "Maurizio vuole giocare a due tocchi, facendo avanti e indietro. Credo che la Juve non sia riuscito a farlo, è stata una decisione della società".


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