Agnelli: "Pirlo non è stato un fallimento. Caso Suarez? Non ha inciso sulle scelte della Juve"

Andrea Agnelli
Andrea Agnelli / Jonathan Moscrop/Getty Images
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Il presidente della Juventus Andrea Agnelli è tornato a parlare in occasione della conferenza stampa d'addio di Fabio Paratici, che lascia il club bianconero dopo 11 lunghi anni costellati di vittorie. Tanti gli argomenti toccati dal numero uno juve: dallo stesso Paratici fino alla decisione di esonerare Andrea Pirlo, passando per il caso Suarez e la Superlega.

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FBL-EUR-C1-JUVENTUS-TRAINING / MARCO BERTORELLO/Getty Images

Oggi l’obiettivo è quello di dare un abbraccio a Fabio, vorrei non si trattasse di domande in serie su tutto. Un punto della stagione: ci tengo a ringraziare Pirlo e il suo staff, perché se devo fare un’analisi della stagione e leggere di fallimento Juve penso che se l’anno che sbagliamo porta a due trofei e la qualificazione in Champions significa che un anno si può anche sbagliare. Non sempre abbiamo trovato risposte, da questa amata tutti dobbiamo imparare qualcosa" le parole di Andrea Agnelli riportate da Calciomercato.com.

"Allegri? Per la prima volta mi ritrovo del ritorno di Max Allegri, mi piace sottolineare la grinta di ributtarsi in questa avventura sua e del suo staff. Ci sono state tante speculazioni sull’assetto dell’area sportiva, quando decideremo faremo comunicazioni, intanto noto lavoro e passione di Cherubini. Per quel che riguarda quello che ci vede sulle pagine dei media di tutto il mondo, dico che abbiamo cercato in ogni modo di cambiare dall’interno le competizioni internazionali, ricordo proposta del 2019 con l’Eca congiunta con UEFA, ma il sistema che riservì a UEFA in esclusiva è inefficiente. La Superlega non era un colpo di stato ma un grido di allarme. La UEFA ha avuto posizione di chiusura con gravi minacce nei confronti dei tre club rimasti in Super Lega, in totale spregio del tribunale di Madrid e di quanto in pendenza con il Tribunale Europeo, le basi legali sono solide. Ringraziamo i club che ci hanno dato solidarietà e hanno manifestato paura”.

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Allegri ed Elkann nell'ultima partita del cuore / MARCO BERTORELLO/Getty Images

Poi è il turno del saluto a Fabio Paratici: “Ho cercato di fare paralleli su tutto. Da Delneri a Pirlo ci sono stati tanti momenti felici, siam partiti dall’Olimpico e siamo allo Stadium. Penso ai trofei, alle Women, all’Under 23. Penso ai giocatori che ha portato qui da noi, cito Tevez, Dybala e CR7. Unico rammarico tra le tante trattative, ho sempre pensato che il problema fosse quando non eravamo su un giocatore, se devo pensarci è solo Van Persie. Momenti che hanno fatto la storia, la riunione Paratici, Nedved, Marotta e Agnelli e ci siam detti ‘sappiamo cosa fare’. Staresti a raccontare per ore Fabio, agli innumerevoli Juventus Day e ai cucchiai di legno. Alle chiamate alle 7.30, mi preoccupavo ma aveva solo fuso orario diverso. Penso ai mojito alle feste scudetto. Penso che all Juventus sia arrivato un ragazzo e vada via un uomo, curioso, istintivo, responsabile, vincente. Ha gestito la Juventus in uno dei momenti poi difficile della storia del calcio, queste due stagioni raccontate quasi normalmente in realtà non avevano nulla di normale. Abbiamo avuto lunga chiacchierata di due ore, abbiamo capito che era il momento per intraprendere un percorso diverso. A nome mio e della Juventus dico grazie Fabio, sono stati undici anni fantastici”.

Luis Suarez
Luis Suarez / Soccrates Images/Getty Images

Caso Suarez? Non ci sono situazioni esterne ad aver condizionato questa decisione. Chi lavora alla Juve sa che questi ostacoli ci sono. Insieme abbiamo capito. Anche la decisione di Allegri è successiva, ma se avessimo continuato con Paratici non ci sarebbero stati problemi” “Ci pentiremo in futuro come con Allegri?Bisogna capire il momento in cui si decide. In quel momento era giusta quella decisione, così come in questo momento questa è la decisione giusta” ha concluso Agnelli.


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