Caso plusvalenze per la Juventus: ora si indaga sulla cessione di Cristiano Ronaldo
Ci sono sviluppi in merito all'indagine Prisma condotta dalla Procura di Torino, che ha emanato un nuovo decreto di perquisizione nei confronti della Juventus. Le autorità studieranno le cifre relative alla cessione di Cristiano Ronaldo al Manchester United per scoprire dettagli sulla celeberrima "carta che non dovrebbe esistere". Eloquenti le intercettazioni rese note dall'Ansa tra Federico Cherubini e Cesare Gabasio, secondo i quali "se quella carta salta fuori, ci saltano alla gola tutto sul bilancio". Gli avvocati della Juventus hanno comunque precisato che il decreto "non modifica le ipotesi investigative del precedente provvedimento notificato venerdì scorso, ma specifica la presunta esistenza di documentazione della quale, al momento, non risulta il rinvenimento". La società bianconera, dal canto suo, ha dichiarato di essere al fianco di inquirenti e Consob per risolvere al più presto ogni dubbio dell'inchiesta.
Indagine Prisma: il comunicato ufficiale della Juventus
"In data 26 novembre 2021 è stato notificato alla Società, tramite gli Ufficiali di P.G. della Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Torino, un decreto di perquisizione e sequestro e in tale data l’Emittente ha avuto notizia dell’esistenza di un’indagine da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, nei confronti della Società stessa nonché di alcuni suoi esponenti attuali (Andrea Agnelli, Pavel Nedved e Stefano Cerrato) e passati, in merito alla voce “Proventi da gestione diritti calciatori” iscritta nei bilanci al 30 giugno 2019, 2020 e 2021 per i reati di cui all’art. 2622 cod. civ. (False comunicazioni sociali delle società quotate) e all’art. 8 del D.Lgs. n. 74/2000 (Emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti) e, per quanto attiene alla Società, per l’illecito previsto dagli artt. 5 (Responsabilità dell’ente) e 25-ter (Reati societari) del D.Lgs. n. 231/2001. Nonostante la Società abbia adottato un modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001 la Società è esposta al rischio di incorrere nelle sanzioni derivanti dall’inosservanza del D.Lgs. n. 231/2001. Qualora nei confronti degli esponenti aziendali dell’Emittente dovessero essere comminate sanzioni e/o condanne i requisiti previsti dalla normativa vigente per il mantenimento delle cariche e/o degli incarichi potrebbero venire meno e la reputazione dell’Emittente ne risentirebbe significativamente.
Dalle suddette evenienze potrebbero derivare impatti negativi, anche significativi, sulla situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell’Emittente e del Gruppo. L’Emittente ritiene che il decreto di perquisizione e sequestro e la notizia dell’esistenza di un’indagine da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino non configurino alla Data del Supplemento un mutamento negativo rilevante (c.d. “material adverse change”) il cui verificarsi – a termini del Contratto di Underwriting stipulato in data 22 novembre 2021 – consente ai Garanti di recedere dagli impegni di garanzia in relazione all’Aumento di Capitale, ciò tenuto conto dello stadio iniziale delle indagini aventi ad oggetto le ipotesi di reato, ancora in fase investigativa da parte degli organi inquirenti. Tuttavia, alla Data del Supplemento sussiste il rischio che i Garanti ritengano che i suddetti fatti (i.e. decreto di perquisizione e sequestro e indagine da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino) configurino i presupposti per l’esercizio del diritto di recesso dall’impegno di garanzia in relazione all’Aumento di Capitale. Ove l’Aumento di Capitale - conclude la società - fosse eseguito solo parzialmente, affluirebbero al Gruppo risorse finanziarie in misura limitata. In tali evenienze, in assenza di ulteriori tempestive misure a sostegno del Piano di sviluppo Aggiornato e confermato [ndr, ossia il Piano di sviluppo della Società per gli esercizi 2019/20 – 2023/24], la capacità del Gruppo di mantenere il presupposto della continuità aziendale nell’arco di Piano verrebbe meno".
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