Rummenigge: "Contento per lo scudetto dell'Inter, ma l'addio di Conte è un problema. E i conti mi preoccupano"

Karl-Heinz Rummenigge
Karl-Heinz Rummenigge / Alexander Hassenstein/Getty Images
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"Sono nell’Esecutivo Uefa e sarò impegnato anche per l’Eca, l’associazione dei club. Dobbiamo decidere come andare avanti nella vicenda Superlega, si sa, tre società ancora ne fanno parte. C’è lavoro da fare. Vedremo come". Parola di Karl-Heinz Rummenigge, ex calciatore dell'Inter ed ex CEO del Bayern Monaco intervistato oggi da La Gazzetta dello Sport.

Karl-Heinz Rummenigge
Karl-Heinz Rummenigge / Alexander Hassenstein/Getty Images

LA GERMANIA- "La Germania ha una bella rosa, giocatori validi, devono partire bene. Quando la Germania parte bene arriva in fondo, vedi il Mondiale 90. Giochi contro i campioni del mondo, gran bella squadra, con grandi individualità. Sarà una partita molto decisiva. Poi si saprà di più".

L'ITALIA- "Se mi è piaciuta? Sì, molto. I turchi hanno giocato un catenaccio più stretto dell’Italia anni 60, ma gli azzurri sono usciti bene, hanno dimostrato di essere tra le favorite".

L'INTER- "Più contento per lo scudetto o preoccupato per l'addio di Conte e il ridimensionamento economico? Tutte due. Sono contento perché è tornato lo scudetto dopo tanti anni: fa bene al club e fa bene ai tifosi, ma tutto quello che sento dal lato finanziario mi preoccupa perché certamente la pandemia ha danneggiato tutto il mondo e anche il calcio, ma la partenza di Conte è un problema, perché lui ha gestito tutto in modo eccezionale prendendo il titolo. Mi ha dato la sensazione che tra squadra e allenatore ci fosse un legame forte: auguro all’Inter di gestire la situazione finanziaria perché può condizionare tutto il club, è da evitare. Se ricordo quando il Bayern cedette Rummenigge a Pellegrini per salvare la società? Non siamo a quei tempi. Ma non mi aspetto grandi affari dal mercato adesso. Si faranno i colpi alla fine e quelli maggiori saranno delle inglesi, le uniche che hanno ancora soldi. L’effetto del virus durerà a lungo".

LA CRISI DEL CALCIO - "Sperando che la pandemia finisca, l’effetto sul mondo del pallone durerà ancora almeno due anni. Devono tornare i tifosi allo stadio per la cultura del calcio che ha bisogno dell’atmosfera e dell’emozione della gente. E poi c’è il lato finanziario. Gli stadi vuoti hanno danneggiato entrambi gli aspetti. Vanno diminuiti i costi generali: cartellini, già sono scesi, stipendi e commissioni degli agenti. Fifa e Uefa ci devono aiutare, non si può più andare solo su con le spese, bisogna tornare sulla terra".


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