Tra prestito e pegno: cosa c'è dietro l'operazione di Oaktree-Suning per l'Inter
Nella giornata di ieri si è fatta largo la voce che vedrebbe in chiusura la trattativa tra Suning e Oaktree, pronto a liquidare LionRock per mettere le mani sulla quota di minoranza dell'Inter. Secondo quanto scrive il Corriere dello Sport nella sua edizione odierna, appare però difficile che il fondo paghi 166 milioni per il 31% perché "ciò implicherebbe una valutazione di 535 milioni per l’intero club".
Aggiungendo il debito si andrebbe oltre la cifra dei 900, definita dal giornale come una "valutazione ambiziosa in un’operazione di salvataggio e con un fondo abile a intervenire in situazioni distressed, cioè di difficoltà". E allora, sempre secondo il Corsport, Oaktree non avrà una semplice partecipazione di minoranza, ma la dinamica dell’operazione suggerisce che il fondo abbia in pegno il 68% ora in possesso della famiglia Zhang a garanzia del prestito.
In sostanza, la mancata restituzione delle rate 'prestate', per capitale o interessi, porterebbe ad assegnarne la piena titolarità del club nerazzurro ad Oaktree, proprio come accadde al Milan quando Elliott prese in pegno la società rossonera (anche se in tempi e modi diversi) per trattenere le quote di Yonghong Li. Suning potrebbe sostenere questo prestito soltanto trovando il modo di trasferire fondi dalla Cina nei prossimi 2 anni.
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