Xavi si presenta: "Un'emozione tornare al Barcellona. Ho detto no al Brasile"
Il giorno di Xavi è finalmente arrivato. L'ex centrocampista spagnolo e allenatore dell'Al-Sadd è stato presentato oggi in conferenza stampa nelle vesti di nuovo allenatore del Barcellona. Ecco le sue dichiarazioni.
BARCELLONA - "Sono molto emozionato, anche se non volevo. Grazie mille al club e ai tifosi. Come ho detto quando sono partito, siamo i migliori, la migliore squadra del mondo. Il Barcellona non può pareggiare o perdere, qui devi solo vincere. Grazie di tutto cuore, Visca el Barça e Visca Catalunya. Voglio aiutare i giocatori, essere al Barcellona non è facile e da fuori ho notato giocatori troppo sotto pressione. Lavoreremo con loro per aiutarli a livello personale e professionale. Si tratta di aiutarli e fare squadra. Con la testa stiamo già pensando al derby contro l'Espanyol, lo prepareremo per vincerlo e poi penseremo al resto.
Dobbiamo lavorare molto per ottenere risultati, è un progetto a medio-lungo termine: vogliamo essere intensi, aggressivi, recuperare palla nella metà campo avversaria. Una squadra che lascia in campo l'anima. Sono molto emozionato per come mi hanno accolto i tifosi, ho voglia di iniziare. Torno a casa in un momento difficile, sia sul piano economico che quello sportivo, ma la voglia e l'ambizione devono farci risalire. Voglio trasmettere positività: noi siamo il Barça e dobbiamo cercare di essere il miglior club del mondo. Dobbiamo moltiplicare gli sforzi per dieci, ci vogliono lavoro e rispetto".
SENSAZIONI - "Sono comparsi tanti ricordi, questa accoglienza mi segnerà molto: non possiamo deludere i tifosi, dobbiamo lavorare sodo fin da domani, bisogna far capire ai giocatori che siamo il Barça. I tifosi mi hanno fatto venire la pelle d'oca".
PARAGONE CON GUARDIOLA - "Essere paragonato a Guardiola è già un successo, per tutto quello che ha dato al calcio e al Barça. Per me è il miglior allenatore del mondo e qualsiasi confronto ora non va bene: saranno i risultati a dire se faremo bene o meno, per me comunque è un successo essere paragonato a lui".
MESSAGGIO AI TIFOSI - "Siete spettacolari. Abbiamo bisogno di voi più che mai, dobbiamo dimenticare le divisioni. Per me è un'emozione enorme".
PROBLEMA INFORTUNI - "Ovviamente siamo preoccupati. Con il presidente dobbiamo parlare di tante cose, dobbiamo risolvere questo problema, c'è da lavorare e recuperare tanti giocatori che sono importanti. Non bisogna essere duri, si devono solo stabilire delle regole e rispettarle: quando ho avuto regole nello spogliatoio, abbiamo fatto bene. Non è disciplina, è ordine".
MESSAGLI DAGLI EX COMPAGNI - "Mi hanno scritto tutti, da Eto'o a Ronaldinho e Messi. Mi ha mandato un messaggio e mi ha augurato buona fortuna. Abbiamo scherzato, a Leo auguro il meglio: è il miglior giocatore della storia di questa società, ma ormai è andato, abbiamo altri giocatori e dobbiamo lavorare con loro".
ESTERNI - "Torneranno a disposizione tutti entro una o due settimane, la mia idea è di giocare sfruttando l'ampiezza ma dobbiamo studiare delle varianti per usare sistemi diversi".
MERCATO - "Valuteremo con il club e decideremo. E' presto, ma lavoreremo per rafforzare la squadra, ci sono sempre delle opportunità. Per me è importante avere giocatori che sappiano chiaramente cosa fare in ogni momento della partita".
DEMBELÈ - "Secondo me potrebbe essere il miglior giocatore al mondo nel suo ruolo, ma bisogna lavorare con lui e pretendere il massimo: dipende da lui, dalla sua mentalità, dagli infortuni e dalle prestazioni".
TRE CHIAMATE - "Il Barça mi ha contattato due volte: la prima a gennaio, ma sentivo di non essere pronto e volevo più margine; poi in estate, c'erano state le elezioni in mezzo e c'è molta incertezza, non era il momento. Infine mi ha chiamato Laporta, che per me è il miglior presidente della storia del Barça: so che guarda al futuro, ecco perché questo è il momento giusto".
DNA BARCELLONA - "Crediamo che giocare bene sia la cosa migliore da fare, dobbiamo aiutare i giocatori in tutto mantenendo il DNA del Barcellona: ho vinto tutto con il Barça e la Nazionale, grazie a questo DNA possiamo rifarlo".
NO AL BRASILE - "E' vero, me l'hanno offerta. Prima mi hanno chiesto di fare l'assistente di Tite per prenderne il posto dopo i Mondiali, ma la mia idea era di venire al Barça".
TROVARE UN LEADER - "Lo staff deve guidare, ognuno deve contribuire con il proprio granello di sabbia. Ci sono diversi tipi di leadership, daremo ai giocatori tutti gli strumenti. Messi è stato un grande leader, ma era molto timido, come Iniesta. Puyol, invece, era un leader dentro e fuori dal campo. Vedo più vantaggi, perché conosco club e giocatori. Il Barcellona è il club più difficile del mondo, perché devi giocare bene e vincere, non basta vincere 1-0. Spero di ritrovarmi nel gruppo di Pep, Zidane e degli altri allenatori vincenti, non degli altri.
Ho un buon rapporto con tutti i capitani, ho già parlato con diversi di loro e sono loro che devono aiutare noi e aiutare i giovani. Ci saranno momenti delicati e loro dovranno avere una leadership spirituale, avranno molto potere in spogliatoio. Dobbiamo essere un blocco unico, far sì che tutti si sentano a proprio agio sia in difesa che in attacco: voglio che tutti sappiano cosa fare".
SISTEMA DI GIOCO - "Più di quello conta l'idea, la capacità di andare a pressare alto, di creare più occasioni dei rivali. Con l'Al-Sadd abbiamo giocato un 3-4-3 perché eravamo dominanti, qui possiamo iniziare con un 4-3-3 per poi passare al 3-43 o addirittura al 3-5-2".
GENERAZIONE DI NUOVI FENOMENI - "Abbiamo talenti spettacolari, ma sono ancora molto giovani. Qui ogni partita è una finale e bobbiamo aiutarli, devono sentirsi felici: Riqui Puig, Ansu Fati, Nico Gonzalez, Gavi, Mingueza... Devono godersi gli allenamenti e fare quello che hanno imparato".
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