Tutto Isco: la lite con Monchi, l'Union Berlino e gli anni a Madrid
Sta tornando Francisco Alarcón Ramón Suárez? O più semplicemente Isco? Il fantasista nato ad Arroyo de la Miel, che potrebbe essere tradotto in modo fantasioso con Ruscello del Miele, e che è spaventosamente adatto al suo stile di gioco, si è concesso in una lunghissima intervista ai microfoni di Marca.
Un racconto di più di un'ora che il quotidiano ha diviso in due capitoli nella versione web. Ha parlato di tutto a cinque anni di distanza dall'ultima intervista. Iniziando dal momento emotivo e fisico, passando per Siviglia e il litigio con Monchi, per l'assurda trattativa con l'Union Berlino, tornando al passato con il Real Madrid, al fracaso Mundial con la Spagna e al futuro.
Cinque anni fa c'era un Isco che illuminava, che innamorava già a una prima visione. Un Isco innamorato del calcio a livelli altissimi, tra i massimi interpreti globali del ruolo, o dei ruoli. La Magia del suo stile, la classe della coordinazione e del baricentro basso. Ecco, in questo lasso di tempo, che va dai suoi 27 ai 31 anni (quelli che solitamente rappresentano l'acmé di un calciatore), ci siamo persi le sue giocate, ci siamo abituati alla sua mancanza.
Sul trasferimento a Siviglia dell'estate 2022: "Sono successe tante cose. Ho finito il mio contratto con il Real Madrid e in quella preseason c'era Lopetegui a Siviglia. Mi chiamava e mi diceva che mi voleva. Alla fine Lopetegui è uno degli allenatori con cui ho reso di più. Avevo altre offerte dall'Italia, ma avevo considerato fosse un buon passaggio per la mia carriera perché si tratta di una grande squadra, giocava la Champions, c'era Lopetegui... Era un'opportunità molto buona".
Isco, difficile biasimarlo, la coglie. Le cose non iniziano bene per la squadra e il motivo principale per cui si era trasferito in Andalusia (Lopetegui) viene esonerato per Jorge Sampaoli. Il fantasista si mette a disposizione chiedendo sincerità a Monchi. Poi, le frasi shock che sono finite ovunque negli ultimi giorni.
"Gli ho detto che era la persona più bugiarda che avessi incontrato nel mondo del calcio e mi ha aggredito. È arrivato verso di me, mi ha preso per il collo, ci allontaniamo e poi ci devono separare del tutto". Nessun comnicato di scuse da parte del club nè per l'aggressione nè per le bugie che venivano filtrate su di lui; risoluzione del contratto e addio.
La prima tappa di Isco lontano da Madrid finisce presto e nel peggior modo possibile. Un qualcosa di fortunatamente raro e inspiegabile che può segnare la persona. Maturato l'addio a fine dicembre, è circa un mese più tardi che si verifica un'altra vicenda ambigua, ma già più "comune". Anche se, nel corso dell'intervista, un Isco preoccupato afferma: "Buff... Alla fine sembrerà che cerco soltanto giustificazioni".
Su di lui, svincolato nel mercato invernale, c'è con forza l'Union Berlino, o così sembra certo. "Io ho colpa di molte cose, di essermi lasciato trasportare in alcune occasioni, di arrendermi negli allenamenti in cui mi sentivo superato, però ciò che è successo a Berlino... è stato tremendo. Alle quattro del pomeriggio dell'ultimo giorno di mercato mi chiamano e mi dicono che hanno una squadra per me. [...] l'Union Berlino, in Germania, con un'offerta molto buona fino alla fine dell'anno con opzione a 1+1".
La Bundesliga, primo campionato estero, l'Europa League, un buona offerta e un club in crescita. Isco accetta e prende il primo volo. Il giorno dopo sono in programma le visite mediche e più di qualcosa cambia.
"Già dalla mattina, nella macchina verso l'ospedale mi dicono: 'Alla fine non possiamo iscriverti nella lista Europa'. E rispondo: 'Me lo dite adesso?'. [...] passo le visite mediche e andando verso la firma del contratto mi chiamano di nuovo. 'Senti, alla fine non c'è questa quantità... ma un po' di meno'. E io per la seconda volta accetto questi cambamenti, ma dopo dieci minuti mi chiamano una terza volta dicendo che la quantità (di soldi) della stagione successiva non sarebbe stata quella del contratto e bisognava rivederla. E lì, mi alzai".
Due situazioni al limite del credibile nel giro di pochi mesi hanno condizionato il presente di Isco, senza squadra dalla fine del 2022. Il calo a livello di rendimento era invece iniziato prima, con la transizione del Real Madrid, dell'attacco blanco e di scelte poco fruttuose in panchina. Nel 2018 Solari sostituisce Lopetegui e mette da parte Isco; è quello probabilmente il momento della carriera in cui il fantasista avrebbe dovuto cambiare aria.
"E qui, tra virgolette, viene il problema. Perché abbandonare il Madrid al momento giusto è la cosa più difficile del mondo ed è successo a moltissimi calciatori."
- Isco a Marca
Isco ci riprova, con Zidane recupera parte della speranza, mentre Ancelotti è chiaro con lui. Passano anni in cui un calciatore con il suo talento, nell'ideale periodo di maturità tecnica e fisica per un professionista, perde posto e fiducia. E le offerte nel passato non mancavano di certo. Tuttavia, non è difficile credere che quando hai raggiunto vette insuperabili con "la migliore squadra del mondo", quello di andare via diventi uno spettro da scacciare a tutti i costi.
"Sì, parlo del Barça. Mi chiamò Bartomeu e con ciò che pagava Bartomeu a quell'epoca... Io però stavo molto bene a Madrid, con i miei compagni, con un ambiente incredibile nello spogliatoio... Era la squadra dei miei sogni, nella quale io ho avevo vinto ciò che sognavo... Non me ne sarei andato dal Madrid nemmeno per tutto l'oro del mondo. la città, inoltre, è meravigliosa. Sapveo che come mi sono divertito nel Real, non mi sarei divertito da altre parti".
Se aggiungiamo che si sarebbe trattato di un puro tradimento spagnolo, le cose si chiarificano ulteriormente. Il picco di valutazione di mercato, stando ai dati transfermarkt, Isco lo tocca a fine 2018, raggiungendo quota 90 milioni di euro. Ed è proprio quello il punto critico della sua carriera. Un periodo, un momento passato, che a 31 anni il fantasista si è ormai messo alle spalle. Vuole tornare a giocare il prima possibile, in un luogo, in un contesto che esalti le sue caratteristiche.
"Non mi ritiro. Ovunque sia giocherò. Gioco a calcio da quando avevo tre anni e non mi ero mai fermano. Finora. Tornerò presto. Ho avuto offerto dall'Italia, dalla Turchia, dall'Arabia e dalla Spagna... ma non volevo andare in nessun posto prima che fossi mentalmente preparato. Ora lo sono". Sirene arabe anche per lui? No, spente, stando risposto riguardo le priorità.
"Una squadra con un progetto competitivo e che provi a giocare bene a calcio. Non darò mai la priorità al denaro, altrimenti non me ne sarei andato da Siviglia. Ho e ho avuto molte offerte da Qatar e Arabia, con grandi quantità di denaro, però io voglio giocare, competere e divertirmi."
- Isco a Marca
Dove lo vedremo nella prossima stagione?